I migliori auricolari wireless tra cui scegliere nel 2023

Estensione dello smartphone e oggetto must-have dei nostri giorni, gli auricolari sono un dispositivo funzionale e al tempo stesso un imprescindibile elemento di lifestyle: la guida ai migliori sul mercato a seconda delle diverse esigenze. 

Nothing Ear (2): estetica futuristica e buona qualità I primi auricolari di Nothing, che hanno di fatto lanciato il nuovo brand dell’ex OnePlus Carl Per, avevano colpito fin da subito per un approccio estetico inconsueto, volutamente futuristico con che mescolava trasparenze e dettagli inusuali, come le piccole scritte sullo stelo e all’interno dello scatolotto. La qualità audio e il supporto software di una app funzionale (Nothing X), ma sempre con un look scifi, sono arrivati dopo, aggiornamento dopo aggiornamento, facendo degli Ear (1) uno delle migliori opzioni nella loro fascia di prezzo. Che è la metà esatta degli AirPods Pro di Apple e proprio per gli auricolari del brand californiano, questo update aggiorna senza stravolgere. Resta la forma, sostanzialmente identica. D’altra parte leggerezza e confort erano tra le migliori qualità già della prima uscita. Il claim di questi auricolari è ““Better sound. Better clarity. Just better”. Sono migliorati l’autonomia (ma occhio con l’ANC attivato) e le caratteristiche del Bluetooth, oltre alla cancellazione del rumore, che inserisce nuove opzioni ma per  che ora resta lontana dai primi della classe (i flagship di Sony, Apple, Bose, che però costano circa il doppio). 

Courtesy Nothing

Nothing Ear (2) La scatoletta dei Nothing Ear (2) è leggermente più piccola del suo predecessore, ma proprio di millimetri. Cambia l’interazione manuale, che assomiglia ora a quella degli AirPods Pro, con delle pressioni a due dita a posto dei più semplici *tap*.  E il suono? È un po’ più chiaro rispetto al modello precedente, senza clamorosi passi in avanti, ma anche senza creare particolari difetti nell’aggiornamento. Vedremo se il software migliorerà ultimamente l’esperienza d’ascolto, che alle volte lascia leggermente a desiderare su pezzi complessi o quando interviene il basso. Per quanto riguarda il microfono, resta quello già ottimo dei primi ear (1). 

Courtesy Nothing

Sony WF-1000XM4: una grande esperienza audio per chi ama personalizzare Definire questi auricolari come gli anti-AirPods è tutt’altro che una semplificazione. E non solo perché l’ultima generazione (la quarta) degli auricolari flagship di Sony ha una buona cancellazione del rumore, un ottimo comparto sonoro, una durata della batteria di circa 7 ore (24 con la custodia) e altre caratteristiche da primo della classe. Questi sono gli anti-AirPods perché rispetto ad Apple, Sony ha scelto di imboccare un approccio di design totalmente divergente. Laddove Cupertino ha lavorato su un prodotto semplificato al massimo, in cui l’utente deve fare poco o nulla per ottenere la migliore esperienza possibile, il brand giapponese ha sezionato a fondo la funzione e i contesti d’uso degli auricolari, per offrire agli utenti l’opportunità di personalizzare anche il minimo dettaglio attraverso l’app dedicata. Puoi impostare il livello di riduzione del rumore in base a dove ti trovi, se stai camminando o sei sui mezzi pubblici, e interrompere la produzione automaticamente quando parli, per esempio. Lanciati nel giugno del 2021, gli auricolari ricevono continui aggiornamenti software, spesso con nuove funzioni.

Courtesy Sony Europe

Sony WF-1000XM4: una grande esperienza audio per chi ama personalizzare C’è una miriade di preset per l’equalizzazione del suono, la piena compatibilità con l’audio 360 Reality, la possibilità di modificare i comandi touch a seconda dei gusti e delle necessità. Ovviamente ci sono anche dei difetti: le cuffiette sono un po’ pesanti e qualcuno potrebbe non trovarle comodissime, con i gommini che richiedono forse un po’ troppo spazio del condotto uditivo per non dare fastidio; l’audio è strepitoso ma per come si presentano out of the box queste Mark 4 suonano un po’ strane – ma in rete si trovano tutte le indicazioni per sistemare il problema risettando l’equalizzatore; manca il multipoint, ovvero la possibilità di connettersi a più dispositivi per volta, ma Sony ha promesso di integrarlo con un aggiornamento in arrivo. Infine, l’estetica: il bussolotto del case della generazione precedente, seppur oggettivamente troppo grosso, aveva delle linee retrofuturistiche davvero uniche, roba da Cyberpunk 2077, ora soppiantate da forme un po’ più anonime.

Courtesy Sony Europe

Apple AirPods Pro: la migliore esperienza d'uso per chi usa dispositivi Apple Lo stato dell’arte degli auricolari secondo Apple, che convive insieme al modello di base. Per questa nuova versione, lanciata a fine 2022, Cupertino non ha cambiato quasi niente nelle forme, né degli auricolari, né del case della prima generazione dei Pro. Unica variazione evidente è una concavità argentata sul lato della custodia dove fare passare il cordino, utilissimo visto che in molti trasportano le AirPods in questo modo. Apple ha però aggiunto parecchie funzioni a prima vista invisibili: c’è uno speaker nella scatoletta che suona quando lo cerchi usando la app Dov’è, mentre sugli auricolari ora si alza e abbassa il volume con uno swipe. La durata della batteria e la funzione di cancellazione del rumore migliorano in maniera consistente grazie al nuovo chip H2. Inoltre, sono splash-proof (grado di protezione IPX4) e vengono fornite, come la maggior parte dei prodotti di questa fascia, con gommini di dimensioni diverse: di base montano quelli M.

Courtesy Apple

Apple AirPods Pro: la migliore esperienza d'uso per chi usa dispositivi Apple Le AirPods Pro garantiscono una riproduzione audio tra le più apprezzabili in circolazione, resa ancora migliore dall’audio spaziale; una buona qualità di chiamata, almeno in contesti non troppo rumorosi. Quello che le rende insuperabili è l’utilizzo con i dispositivi Apple, ai quali si abbinano in un oplà garantendo un fluidissimo passaggio multipoint tra l’uno e l’altro, e un’esperienza d’uso in cui all’utente è richiesto il minimo sforzo per la massima resa. Tutte le regolazioni principali, come il passaggio dalla cancellazione del rumore alla trasparenza, sono accessibili nel centro di controllo dell’iPhone, oppure tramite comandi touch, o senza mani semplicemente chiedendo a Siri. Nella app Impostazioni si trovano alcune regolazioni avanzate, tra cui il test per controllare se gli auricolari sono indossati in maniera ottimale. Ma come da filosofia di design Apple, anche le AirPods Pro sono degli abilitatori da indossare per essere subito dimenticate, lasciandoci lo spazio di concentrarci su quello che si sta facendo e non sullo strumento che stiamo usando.

Courtesy Apple

Bose QuietComfort 2: comodi da indossare, con ottimo ANC Bose ha lavorato a fondo sulle linee e i materiali dei suoi nuovi auricolari, disegnando una forma ibrida dai contorni fluidi, una goccia di materia stondata leggerissima che non ha un vero e proprio stelo come gli AirPods, ma una piccola tacca spessa, e utilizza una corona di gomma per fissare al meglio il dispositivo una volta indossato, una sorta di reminiscenza delle “pinne” degli auricolari da sport. Come oramai standard nella fascia alta ci sono diverse dimensioni di gommini tra cui l’utente può scegliere e nella app c’è un test per controllare che il fit sia il migliore possibile. La scatoletta-contenitore, che diminuisce drasticamente l’ingombro rispetto a quella della generazione precedente, appare piuttosto anonima, invece, ma assicura fino a 24 ore di riproduzione grazie alla batteria interna. Gli auricolari durano un po’ meno di 7 ore. Sono talmente lisci e stondati che talvolta risulta faticoso estrarli dalla scatoletta.

Courtesy Bose Corporation

Urbanista Phoenix: il sapore del futuro Gli auricolari di Urbanista uniscono la solidità delle funzioni e la piacevolezza delle linee e dei colori a una pionieristica funzione di ricarica solare. Ne abbiamo scritto nel dettaglio qui.

Courtesy Urbanista

Lanciati nel 2016 come companion wireless dell’iPhone, gli AirPods, gli auricolari senza cavi di Apple, hanno aperto la strada per una nuova categoria di prodotto che nel giro di pochissimo è diventata gettonatissima in generale e senza dubbio la più popolare tra i cosiddetti dispositivi wearable – oggetti tecnologici indossabili che comprendono per esempio anche gli orologi come l’Apple Watch o gli occhiali in realtà aumentata che presto potrebbero diventare un nuovo oggetto del desiderio. Gli auricolari wireless, a differenza di quelli con cavo, integrano una grande serie di funzioni tecnologiche, che ne ottimizzano il suono a seconda della situazione d’uso e provvedono a isolare chi ascolta dai rumori dell’ambiente circostante. Fin da subito sono stati impiegati come accessori di realtà aumentata audio, grazie all’integrazione con gli assistenti vocali: Siri, Alexa, Assistente Google, e così via. Quando non vengono usati, si ripongono in una custodia con batteria che ne aumenta drasticamente l’autonomia – una giornata intera di riproduzione è la media attuale offerta dai top di gamma. La combinazione di comodità, mobilità, integrazione con i dispositivi, qualità del suono e tecnologia di ricarica rende gli auricolari wireless molto popolari tra gli utenti di tutto il mondo. Le caratteristiche principali che li differenziano tra di loro e che possono orientare una scelta sono appunto la qualità della riproduzione musicale, quella dell’ANC (cancellazione del rumore attivo), la presenza di una modalità trasparenza, che utilizza i microfoni a bordo per fare entrare i suoni del mondo esterno, come se non si indossasse il dispositivo. E poi sono da considerare l’autonomia della batteria, la personalizzazione dell’interfaccia dei comandi touch e il supporto software delle app con cui si gestiscono funzioni avanzate, come per esempio l’impostazione dei preset di equalizzazione o l’impostazione di funzioni sonore avanzate come l’audio spaziale di Apple o il 360 Reality Audio di Sony. 

AGGIORNAMENTO: Ad aprile 2023, l'articolo è stato aggiornato con i Nothing Ear (2), che hanno preso il posto dei Nothing Ear (1).

Nothing Ear (2): estetica futuristica e buona qualità Courtesy Nothing

primi auricolari di Nothing, che hanno di fatto lanciato il nuovo brand dell’ex OnePlus Carl Per, avevano colpito fin da subito per un approccio estetico inconsueto, volutamente futuristico con che mescolava trasparenze e dettagli inusuali, come le piccole scritte sullo stelo e all’interno dello scatolotto. La qualità audio e il supporto software di una app funzionale (Nothing X), ma sempre con un look scifi, sono arrivati dopo, aggiornamento dopo aggiornamento, facendo degli Ear (1) uno delle migliori opzioni nella loro fascia di prezzo. Che è la metà esatta degli AirPods Pro di Apple e proprio per gli auricolari del brand californiano, questo update aggiorna senza stravolgere. Resta la forma, sostanzialmente identica. D’altra parte leggerezza e confort erano tra le migliori qualità già della prima uscita. Il claim di questi auricolari è ““Better sound. Better clarity. Just better”. Sono migliorati l’autonomia (ma occhio con l’ANC attivato) e le caratteristiche del Bluetooth, oltre alla cancellazione del rumore, che inserisce nuove opzioni ma per  che ora resta lontana dai primi della classe (i flagship di Sony, Apple, Bose, che però costano circa il doppio). 

Nothing Ear (2) Courtesy Nothing

La scatoletta dei Nothing Ear (2) è leggermente più piccola del suo predecessore, ma proprio di millimetri. Cambia l’interazione manuale, che assomiglia ora a quella degli AirPods Pro, con delle pressioni a due dita a posto dei più semplici *tap*.  E il suono? È un po’ più chiaro rispetto al modello precedente, senza clamorosi passi in avanti, ma anche senza creare particolari difetti nell’aggiornamento. Vedremo se il software migliorerà ultimamente l’esperienza d’ascolto, che alle volte lascia leggermente a desiderare su pezzi complessi o quando interviene il basso. Per quanto riguarda il microfono, resta quello già ottimo dei primi ear (1). 

Sony WF-1000XM4: una grande esperienza audio per chi ama personalizzare Courtesy Sony Europe

Definire questi auricolari come gli anti-AirPods è tutt’altro che una semplificazione. E non solo perché l’ultima generazione (la quarta) degli auricolari flagship di Sony ha una buona cancellazione del rumore, un ottimo comparto sonoro, una durata della batteria di circa 7 ore (24 con la custodia) e altre caratteristiche da primo della classe. Questi sono gli anti-AirPods perché rispetto ad Apple, Sony ha scelto di imboccare un approccio di design totalmente divergente. Laddove Cupertino ha lavorato su un prodotto semplificato al massimo, in cui l’utente deve fare poco o nulla per ottenere la migliore esperienza possibile, il brand giapponese ha sezionato a fondo la funzione e i contesti d’uso degli auricolari, per offrire agli utenti l’opportunità di personalizzare anche il minimo dettaglio attraverso l’app dedicata. Puoi impostare il livello di riduzione del rumore in base a dove ti trovi, se stai camminando o sei sui mezzi pubblici, e interrompere la produzione automaticamente quando parli, per esempio. Lanciati nel giugno del 2021, gli auricolari ricevono continui aggiornamenti software, spesso con nuove funzioni.

Sony WF-1000XM4: una grande esperienza audio per chi ama personalizzare Courtesy Sony Europe

C’è una miriade di preset per l’equalizzazione del suono, la piena compatibilità con l’audio 360 Reality, la possibilità di modificare i comandi touch a seconda dei gusti e delle necessità. Ovviamente ci sono anche dei difetti: le cuffiette sono un po’ pesanti e qualcuno potrebbe non trovarle comodissime, con i gommini che richiedono forse un po’ troppo spazio del condotto uditivo per non dare fastidio; l’audio è strepitoso ma per come si presentano out of the box queste Mark 4 suonano un po’ strane – ma in rete si trovano tutte le indicazioni per sistemare il problema risettando l’equalizzatore; manca il multipoint, ovvero la possibilità di connettersi a più dispositivi per volta, ma Sony ha promesso di integrarlo con un aggiornamento in arrivo. Infine, l’estetica: il bussolotto del case della generazione precedente, seppur oggettivamente troppo grosso, aveva delle linee retrofuturistiche davvero uniche, roba da Cyberpunk 2077, ora soppiantate da forme un po’ più anonime.

Apple AirPods Pro: la migliore esperienza d'uso per chi usa dispositivi Apple Courtesy Apple

Lo stato dell’arte degli auricolari secondo Apple, che convive insieme al modello di base. Per questa nuova versione, lanciata a fine 2022, Cupertino non ha cambiato quasi niente nelle forme, né degli auricolari, né del case della prima generazione dei Pro. Unica variazione evidente è una concavità argentata sul lato della custodia dove fare passare il cordino, utilissimo visto che in molti trasportano le AirPods in questo modo. Apple ha però aggiunto parecchie funzioni a prima vista invisibili: c’è uno speaker nella scatoletta che suona quando lo cerchi usando la app Dov’è, mentre sugli auricolari ora si alza e abbassa il volume con uno swipe. La durata della batteria e la funzione di cancellazione del rumore migliorano in maniera consistente grazie al nuovo chip H2. Inoltre, sono splash-proof (grado di protezione IPX4) e vengono fornite, come la maggior parte dei prodotti di questa fascia, con gommini di dimensioni diverse: di base montano quelli M.

Apple AirPods Pro: la migliore esperienza d'uso per chi usa dispositivi Apple Courtesy Apple

Le AirPods Pro garantiscono una riproduzione audio tra le più apprezzabili in circolazione, resa ancora migliore dall’audio spaziale; una buona qualità di chiamata, almeno in contesti non troppo rumorosi. Quello che le rende insuperabili è l’utilizzo con i dispositivi Apple, ai quali si abbinano in un oplà garantendo un fluidissimo passaggio multipoint tra l’uno e l’altro, e un’esperienza d’uso in cui all’utente è richiesto il minimo sforzo per la massima resa. Tutte le regolazioni principali, come il passaggio dalla cancellazione del rumore alla trasparenza, sono accessibili nel centro di controllo dell’iPhone, oppure tramite comandi touch, o senza mani semplicemente chiedendo a Siri. Nella app Impostazioni si trovano alcune regolazioni avanzate, tra cui il test per controllare se gli auricolari sono indossati in maniera ottimale. Ma come da filosofia di design Apple, anche le AirPods Pro sono degli abilitatori da indossare per essere subito dimenticate, lasciandoci lo spazio di concentrarci su quello che si sta facendo e non sullo strumento che stiamo usando.

Bose QuietComfort 2: comodi da indossare, con ottimo ANC Courtesy Bose Corporation

Bose ha lavorato a fondo sulle linee e i materiali dei suoi nuovi auricolari, disegnando una forma ibrida dai contorni fluidi, una goccia di materia stondata leggerissima che non ha un vero e proprio stelo come gli AirPods, ma una piccola tacca spessa, e utilizza una corona di gomma per fissare al meglio il dispositivo una volta indossato, una sorta di reminiscenza delle “pinne” degli auricolari da sport. Come oramai standard nella fascia alta ci sono diverse dimensioni di gommini tra cui l’utente può scegliere e nella app c’è un test per controllare che il fit sia il migliore possibile. La scatoletta-contenitore, che diminuisce drasticamente l’ingombro rispetto a quella della generazione precedente, appare piuttosto anonima, invece, ma assicura fino a 24 ore di riproduzione grazie alla batteria interna. Gli auricolari durano un po’ meno di 7 ore. Sono talmente lisci e stondati che talvolta risulta faticoso estrarli dalla scatoletta.

Urbanista Phoenix: il sapore del futuro Courtesy Urbanista

Gli auricolari di Urbanista uniscono la solidità delle funzioni e la piacevolezza delle linee e dei colori a una pionieristica funzione di ricarica solare. Ne abbiamo scritto nel dettaglio qui.