Il divano Le Mura di Mario Bellini compie 50 anni

Nel 1972 l’architetto e designer milanese, futuro direttore di Domus, presenta al Salone del Mobile il suo primo progetto di arredo. Modulare e dalla struttura dinamica il divano Le Mura incoraggia la convivialità nello spazio domestico.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1074, Dicembre 2022.

Gli anni Settanta sono stati, si può dire, gli anni del divano. Le aziende propongono innumerevoli imbottiti pratici e flessibili, per ambienti domestici che devono saper accogliere la famiglia, ma anche gli amici. Il divano diventa espressione di un mondo borghese che si sta definendo anche attraverso la scelta degli interni e la costruzione di un’atmosfera calda e di condivisione. In una critica al Salone del Mobile del 1972 (Domus 516), Cesare Casati, vicedirettore di Domus, percepiva, caustico, questa smaniosa proliferazione come l’apparente esigenza di “una società italiana che in questo momento ha bisogno di riposare su grosse poltrone o, meglio, su grossi cuscini, quasi confezionati dalla nonna”.

Mario Bellini, Le Mura, Tacchini 2022. Foto Andrea Ferrari
Mario Bellini, Le Mura, Tacchini 2022. Foto Andrea Ferrari

Alla chiamata al riposo partecipa anche Mario Bellini che, quell’anno, presenta, nello stand di Cassina da lui allestito con Francesco Binfaré e Bruno Romano il suo primo progetto di arredo, modulare e dal profilo marcato: il divano Le Mura. L’architetto e designer milanese, che con il suo approccio pragmatico e attraverso i suoi lavori per la Olivetti ha contribuito a plasmare l’estetica del mondo della tecnologia, direttore di Domus dal 1986 al 1991, si confronta con il mondo dell’arredo portando con sé le riflessioni sulle proporzioni, l’ergonomia e l’armonia cromatica con cui aveva disegnato i primi calcolatori e le macchine per scrivere. Le Mura è composto da moduli di poliuretano espanso su una base in ABS, rivestiti in tessuto o in pelle e stretti alla base da cinghie chiuse con fibbie in metallo, che accentuano il profilo delle sedute ed evocano la forma di mattoni dalle tinte terrose. L’alternanza dei ‘blocchi’ – a uno, due o senza braccioli –, crea una struttura dinamica e accogliente, che incoraggia la convivialità. 

Mario Bellini, Le Mura, Tacchini 2022. Foto Andrea Ferrari
Mario Bellini, Le Mura, Tacchini 2022. Foto Andrea Ferrari

Nel disegno d’archivio a pastelli colorati, Bellini insiste sulle ombre create dagli spazi tra i cuscini, che esaltano l’armonia dei volumi di un arredo modulare. Le cinghie a lato dei cuscini, infatti, come le cerniere, sono un inserto pensato come presenza ‘viva’, a evocare le cinghie dei rapporti umani e donare un senso ‘fisico’ e plastico al divano. A distanza di 50 anni, è l’azienda Tacchini di Seveso, in Brianza, a riproporre Le Mura di Bellini, disponibile in numerose finiture, anche in una versione di pelle bugnata realizzata appositamente per esaltarne le forme, ma anche in velluto a coste verde brillante. “Il divano non è solo uno spazio per riposare, è uno spazio attivo”, racconta Bellini in occasione della riedizione, “è un progetto che promette dinamismo e incontra ancor oggi l’esigenza della flessibilità del modo di vivere lo spazio domestico”. Stretti dalle cinghie, gli imbottiti si compongono e ricompongono in mura accoglienti e pronte a trasformarsi, a seconda di chi viene a cena.

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