La storia del Compasso d'Oro in 20 progetti

Cartina di tornasole del “sistema design” italiano, il Compasso d’Oro racconta il primato della nostra industria più innovativa e l’eredità materiale del nostro paese. Una galleria di 20 prodotti premiati, dal 1954 a oggi.

Zizì, Giocattolo in gomma piuma armata, Bruno Munari, Pigogomma S.r.l. – I edizione 1954 Bruno Munari pensa questo inedito giocattolo come uno stimolo dell’immaginazione dei bambini: la gomma piuma, armata di un semplice fil di ferro i cui estremi sono imbottiti e dunque resi innocui, può essere piegata per assumere le configurazioni che soddisfano le ambizioni narrative del gioco in corso. Zizì è stata sviluppata a partire da un giocattolo a forma di gatto progettato da Munari nel 1949, Meo Romeo. Pablo Picasso, che ne aveva una copia in studio, lo aveva definito l’opera di “un filosofo”. 

foto courtesy ADI

Mirella, macchina da cucire Marcello Nizzoli, Vittorio Necchi S.p.A., IV Edizione 1957 La Mirella di Marcello Nizzoli - sinuosa, ergonomica, facile da usare e al tempo stesso professionale nella prestazione - consacrerà la produzione della Necchi da prima azienda italiana produttrice di macchine da cucire ad uno dei principali attori del mercato internazionale. Mirella fa parte della collezione del MOMA NY.

foto courtesy ADI

500, Dante Giacosa, Fiat Spa, V Edizione 1959 Forse il simbolo più radicato, insieme alle moka, dell’idea stessa italianità, la 500 è un’icona immortale che dimostra ancora oggi tutta la sua presa sull’immaginario nazionale ed internazionale. Progettata da Giacosa dopo il successo della Topolino, è l’antenata delle city car e riuscirà ad incarnare una sintesi senza precedenti tra compattezza delle linee e sinuosità, oltre che a diventare la prima utilitaria di moltissimi italiani. Sviluppata in molteplici modelli – la N, la N Economica, la decappottabile, la Giardiniera etc. – rivive ancora oggi in uno dei restyling più riusciti nel settore automotive, la Nuova 500.

foto courtesy ADI

T12 Palini, sedia scolastica, Luigi Caccia Dominioni, Achille e Piergiacomo Castiglioni, Palini Industria Legno srl, VI compasso d’oro 1960 La T12 è l’esito di un concorso nazionale organizzato sotto l’egida della Triennale per la produzione di una sedia scolastica con cui arredare le decine di migliaia di nuove scuole da realizzarsi nell’Italia del boom. Ispirata dalla filosofia Montessori, la sedia in tubolare metallico e compensato curvato garantisce un movimento fluido per il corpo e un’ergonomia ripensata grazie ad un appoggio più basso sulla schiena.

foto courtesy ADI

Teleindicatori alfanumerici per stazioni e aeroporti, Gino Valle, Solari & C Spa, Edizione VII 1962 Evoluzione degli orologi a scatto – come il Cifra 5 - sviluppati da Solari, il teleindicatore alfanumerico per i cartelloni delle partenze e degli arrivi di aeroporti e stazioni si affermerà come un’icona familiare nella vita quotidiana di tutti gli italiani. Anche il riscontro all’estero sarà eccezionale: adottato in stazioni e aeroporti di tutto il mondo, verrà utilizzato anche per il “conto alla rovescia” della base aerospaziale di Cape Canavera.

foto courtesy ADI

Eclisse, Vico Magistretti, Edizione IX 1967 Traduzione terrena di un’ispirazione celeste, la lampada Eclisse di Vico Magistretti per Artemide si è trasformata in una grande icona del design per la sua versatilità discreta. Grazie al suo paralume sferico in acciaio verniciato con doppio schermo integrato, permette di regolare e indirizzare la luce a piacimento, mentre il meccanismo “interattivo” di schermatura la trasforma in un dispositivo divertente capace di andare incontro alle esigenze del momento.

foto courtesy ADI

Soriana, Afra e Tobia Scarpa, Cassina, Edizione X 1970 Emblema di un informale che sa farsi elegante, Soriana celebra la morbidezza e l’assenza di spigoli. L’uso del poliuretano espanso, rivoluzionario per l’epoca, si sposa all’utilizzo altrettanto innovativo di un tubo metallico che avvolge la seduta, ricompattandola e allo stesso tempo imponendosi come segno grafico.

foto courtesy ADI

Modo, rivista, Alessandro Mendini, R,D.E. Ricerche Design Editrice S.l.r, X Edizione 1979 La storia del design italiano è inestricabilmente legata alle riviste che lo hanno raccontato. Tra queste, Modo ha senz’altro rappresentato una importantissima piattaforma critica per la cultura del progetto: fondata da Valerio Castelli, Giovanni Cutolo e Alessandro Mendini e finanziata nei primi anni da dieci aziende italiane che ne condividevano lo spirito e la funzione, fu pubblicata dal 1977 al 2006 e rappresentò un crocevia per lo scambio di opinioni della critica, uno spazio aperto agli interventi delle grandi personalità del settore, oltre che uno strumento di contaminazione tra il design in senso stretto e la più vasta cultura applicata.

foto courtesy ADI

Tecniko, controsoffitti metallici integrati, Carla Venosta, Termisol Spa, XI Edizione 1981 Sintesi formale tra solidità strutturale ed eleganza geometrica, il controsoffitto modulare progettato da Carla Venosta è una struttura metallica pensata per adattarsi alle grandi superfici, in particolare quelle degli spazi industriali.

foto courtesy ADI

Servizio da thè, Richard Meier, Alessi, XIII Edizione 1984 Il servizio immaginato da Richard Meier è un gioco di volumi che combina ad una idealtipica teiera la forma del suo stampo. Alessi è tra le aziende italiane maggiormente premiate al Compasso: ammontano a 10 i riconoscimenti vinti da caffettiere e complementi per la tavola.

foto courtesy ADI

Tonietta, Enzo Mari, Zanotta, 1987, XIV Edizione Essenziale nelle linee e negli ingombri pur senza eccedere in severità, la Tonietta di Enzo Mari è l’esito di una complessa sperimentazione tecnica per permettere una riproduzione seriale competitiva della struttura in alluminio pressofuso. Mari la definì una rilettura della Thonet per la mancanza di pretenziosità delle sue linee.

foto courtesy ADI

Isotron, apparecchio odontoiatria, Giugiaro design, Eurodent Industrie S.p.A., XVI Edizione, 1991 Seduta integrata per odontoiatri, si distingue per la capacità di coniugare prerogative ergonomiche di paziente e medico, assicurando a quest’ultimo una ampia operatività in uno spazio raccolto.

foto courtesy ADI

Cartoons, parete divisoria, Luigi Baroli, Baleri Italia, XVII Edizione 1994 Paravento autoportante realizzato in cartone ondulabile e modellabile a piacere, Cartoons rovescia lo stereotipo legato alla preziosità e alla ricchezza decorativa di questa tipologia di arredo e si impone per la sinuosità della sua forma, esaltata dai profili in alluminio pressofuso spazzolato.

foto courtesy ADI

MayDay, Konstantin Grcic, Flos Spa, 2001, Edizione XIX 2001 Ispirata al modello anonimo della luce da carrozziere, MayDay – il nome è un riferimento al primo maggio e alla celebrazione della classe operaia – è accessibile tanto nel prezzo che nell’uso. Il suo manico permette infatti un uso flessibile della lampada, che può essere sia appesa che portata a mano.

foto courtesy ADI

Ptolomeo, Bruno Rainaldi, Moco Divisione Minotti Italia Trading, XX Edizione 2004 Modello originale di libreria a colonna ed a scomparsa, da vestire con i libri e al tempo stesso da collocare in là dove la casa offre un angolo morto pronto a stipare volumi, Ptolomeo nasce dall’intuizione di Bruno Rainaldi, responsabile commerciale attento osservatore dei consumi e delle necessità latenti del mondo della casa, qui convertitosi in veste di progettista.
 

foto courtesy ADI

Neos, Cul de sac, Lorenz S.p.a, XXI Edizione 2008 Un anello concavo di poliuretano abbraccia la cassa in acciaio dell’orologio caratterizzata dall’iconico quadrante giallo, e si sposa ad un cinturino in poliuretano profumato alla vaniglia. Lorenz raggiunge con Neos il suo secondo Compasso d’Oro dopo il celebre Static di Richard Sapper. 

foto courtesy ADI

Spun, Thomas Heatherwick, Magis, XXIII Edizione 2014 Ibrido curioso tra la seduta e il gioco – dandosi una spinta con i piedi è possibile farla ruotare su se stessa - Spun è una seduta cinetica che funziona tanto in versione statica che in movimento, pur incoraggiando una posizione sempre dinamica del corpo. Realizzata in un unico pezzo di polietilene con la tecnica dello stampaggio rotazionale, può essere utilizzata anche in outdoor.

foto courtesy ADI

Fondazione Prada, OMA, XXV Edizione 2018 Il progetto di Oma entra segna l’ingresso dell’architettura nel Compasso d’Oro e viene celebrato per “la combinazione originale di un’architettura che si muove tra conservazione, creatività e sostenibilità”.

foto courtesy ADI

Hannes, IIT Istituto Italiano di Tecnologia, INAIL Centro Protesi. Design: Lorenzo de Bartolomeis, Gabriele Diamanti, Filippo Poli, Ddpstudio. Hannes è una mano protesica che permette di recuperare fino al 90% delle funzionalità dell’arto amputato. Disegnata a partire da modelli anatomici, manichini d’alta moda e opere d’arte, si integra armoniosamente con il corpo, imponendosi come una nuova sintesi formale per le componenti bioniche.

foto courtesy ADI

Nato nel 1954 dall’intuizione di Gio Ponti e dal 1958 sotto l’egida dell’Associazione Design Italiano (ADI), il Compasso d’Oro si è trasformato negli anni nel massimo riconoscimento italiano nel campo del design e in uno dei più importanti a livello internazionale. Come pochi altri premi al mondo, il “Compasso” – così viene del resto amichevolmente chiamato dalla comunità degli addetti ai lavori – ha dimostrato di saper reagire agli umori e alle evoluzioni della disciplina. Un’attitudine, questa, che negli anni ha contribuito a radicarne la reputazione, pur in presenza di accesi e peraltro salutari dibatti intorno al valore innovativo e iconico dei prodotti vincitori.

Ammontano a 2.300 gli oggetti e i progetti della collezione, costituita sia dai prodotti vincitori per ogni categoria che dalle Menzioni d’Onore. La loro eterogeneità – forse l’aspetto più interessante della raccolta – si è andata allargando negli anni seguendo la volontà di ADI di estendere la mappatura delle eccellenze italiane anche ai campi non strettamente attinenti al mero prodotto industriale. Se negli anni ’50 il Compasso racconta la sfida dell’abitare e del comfort domestico di un paese uscito dalla guerra, nel corso dei decenni saprà aprirsi a nuove accezioni disciplinari e produttive, inglobando la grafica, i progetti di interni, finanche al design sociale, senza dimenticare il tributo alle carriere d’eccezione di quei grandi maestri – italiani prima, internazionali dopo – che vedranno attribuirsi il Compasso d’Oro alla Carriera, o infine il recentissimo premio alla carriera riservati ai prodotti più longevi.

Il nuovo museo che ora inaugura a Milano, un progetto di recupero di un vecchio deposito di tram a cavallo curato da Giancarlo Perotta e Massimo C. Bodini, includerà spazi espositivi, di conservatoria museale e di servizi su una superficie di 5135 mq, permettendo finalmente un’adeguata valorizzazione della collezione tanto per la cittadinanza che per tutta la comunità del design. È dunque un’occasione imperdibile quella che sta per prendere corpo: quella di mettere in luce storie di innovazione industriale spesso poco note persino ai professionisti, e di offrire alla città di Milano un altro imprescindibile tassello di quel sistema museale che incarna forse più di ogni altra cosa lo spirito della città, la cultura del progetto.

Zizì, Giocattolo in gomma piuma armata, Bruno Munari, Pigogomma S.r.l. – I edizione 1954 foto courtesy ADI

Bruno Munari pensa questo inedito giocattolo come uno stimolo dell’immaginazione dei bambini: la gomma piuma, armata di un semplice fil di ferro i cui estremi sono imbottiti e dunque resi innocui, può essere piegata per assumere le configurazioni che soddisfano le ambizioni narrative del gioco in corso. Zizì è stata sviluppata a partire da un giocattolo a forma di gatto progettato da Munari nel 1949, Meo Romeo. Pablo Picasso, che ne aveva una copia in studio, lo aveva definito l’opera di “un filosofo”. 

Mirella, macchina da cucire Marcello Nizzoli, Vittorio Necchi S.p.A., IV Edizione 1957 foto courtesy ADI

La Mirella di Marcello Nizzoli - sinuosa, ergonomica, facile da usare e al tempo stesso professionale nella prestazione - consacrerà la produzione della Necchi da prima azienda italiana produttrice di macchine da cucire ad uno dei principali attori del mercato internazionale. Mirella fa parte della collezione del MOMA NY.

500, Dante Giacosa, Fiat Spa, V Edizione 1959 foto courtesy ADI

Forse il simbolo più radicato, insieme alle moka, dell’idea stessa italianità, la 500 è un’icona immortale che dimostra ancora oggi tutta la sua presa sull’immaginario nazionale ed internazionale. Progettata da Giacosa dopo il successo della Topolino, è l’antenata delle city car e riuscirà ad incarnare una sintesi senza precedenti tra compattezza delle linee e sinuosità, oltre che a diventare la prima utilitaria di moltissimi italiani. Sviluppata in molteplici modelli – la N, la N Economica, la decappottabile, la Giardiniera etc. – rivive ancora oggi in uno dei restyling più riusciti nel settore automotive, la Nuova 500.

T12 Palini, sedia scolastica, Luigi Caccia Dominioni, Achille e Piergiacomo Castiglioni, Palini Industria Legno srl, VI compasso d’oro 1960 foto courtesy ADI

La T12 è l’esito di un concorso nazionale organizzato sotto l’egida della Triennale per la produzione di una sedia scolastica con cui arredare le decine di migliaia di nuove scuole da realizzarsi nell’Italia del boom. Ispirata dalla filosofia Montessori, la sedia in tubolare metallico e compensato curvato garantisce un movimento fluido per il corpo e un’ergonomia ripensata grazie ad un appoggio più basso sulla schiena.

Teleindicatori alfanumerici per stazioni e aeroporti, Gino Valle, Solari & C Spa, Edizione VII 1962 foto courtesy ADI

Evoluzione degli orologi a scatto – come il Cifra 5 - sviluppati da Solari, il teleindicatore alfanumerico per i cartelloni delle partenze e degli arrivi di aeroporti e stazioni si affermerà come un’icona familiare nella vita quotidiana di tutti gli italiani. Anche il riscontro all’estero sarà eccezionale: adottato in stazioni e aeroporti di tutto il mondo, verrà utilizzato anche per il “conto alla rovescia” della base aerospaziale di Cape Canavera.

Eclisse, Vico Magistretti, Edizione IX 1967 foto courtesy ADI

Traduzione terrena di un’ispirazione celeste, la lampada Eclisse di Vico Magistretti per Artemide si è trasformata in una grande icona del design per la sua versatilità discreta. Grazie al suo paralume sferico in acciaio verniciato con doppio schermo integrato, permette di regolare e indirizzare la luce a piacimento, mentre il meccanismo “interattivo” di schermatura la trasforma in un dispositivo divertente capace di andare incontro alle esigenze del momento.

Soriana, Afra e Tobia Scarpa, Cassina, Edizione X 1970 foto courtesy ADI

Emblema di un informale che sa farsi elegante, Soriana celebra la morbidezza e l’assenza di spigoli. L’uso del poliuretano espanso, rivoluzionario per l’epoca, si sposa all’utilizzo altrettanto innovativo di un tubo metallico che avvolge la seduta, ricompattandola e allo stesso tempo imponendosi come segno grafico.

Modo, rivista, Alessandro Mendini, R,D.E. Ricerche Design Editrice S.l.r, X Edizione 1979 foto courtesy ADI

La storia del design italiano è inestricabilmente legata alle riviste che lo hanno raccontato. Tra queste, Modo ha senz’altro rappresentato una importantissima piattaforma critica per la cultura del progetto: fondata da Valerio Castelli, Giovanni Cutolo e Alessandro Mendini e finanziata nei primi anni da dieci aziende italiane che ne condividevano lo spirito e la funzione, fu pubblicata dal 1977 al 2006 e rappresentò un crocevia per lo scambio di opinioni della critica, uno spazio aperto agli interventi delle grandi personalità del settore, oltre che uno strumento di contaminazione tra il design in senso stretto e la più vasta cultura applicata.

Tecniko, controsoffitti metallici integrati, Carla Venosta, Termisol Spa, XI Edizione 1981 foto courtesy ADI

Sintesi formale tra solidità strutturale ed eleganza geometrica, il controsoffitto modulare progettato da Carla Venosta è una struttura metallica pensata per adattarsi alle grandi superfici, in particolare quelle degli spazi industriali.

Servizio da thè, Richard Meier, Alessi, XIII Edizione 1984 foto courtesy ADI

Il servizio immaginato da Richard Meier è un gioco di volumi che combina ad una idealtipica teiera la forma del suo stampo. Alessi è tra le aziende italiane maggiormente premiate al Compasso: ammontano a 10 i riconoscimenti vinti da caffettiere e complementi per la tavola.

Tonietta, Enzo Mari, Zanotta, 1987, XIV Edizione foto courtesy ADI

Essenziale nelle linee e negli ingombri pur senza eccedere in severità, la Tonietta di Enzo Mari è l’esito di una complessa sperimentazione tecnica per permettere una riproduzione seriale competitiva della struttura in alluminio pressofuso. Mari la definì una rilettura della Thonet per la mancanza di pretenziosità delle sue linee.

Isotron, apparecchio odontoiatria, Giugiaro design, Eurodent Industrie S.p.A., XVI Edizione, 1991 foto courtesy ADI

Seduta integrata per odontoiatri, si distingue per la capacità di coniugare prerogative ergonomiche di paziente e medico, assicurando a quest’ultimo una ampia operatività in uno spazio raccolto.

Cartoons, parete divisoria, Luigi Baroli, Baleri Italia, XVII Edizione 1994 foto courtesy ADI

Paravento autoportante realizzato in cartone ondulabile e modellabile a piacere, Cartoons rovescia lo stereotipo legato alla preziosità e alla ricchezza decorativa di questa tipologia di arredo e si impone per la sinuosità della sua forma, esaltata dai profili in alluminio pressofuso spazzolato.

MayDay, Konstantin Grcic, Flos Spa, 2001, Edizione XIX 2001 foto courtesy ADI

Ispirata al modello anonimo della luce da carrozziere, MayDay – il nome è un riferimento al primo maggio e alla celebrazione della classe operaia – è accessibile tanto nel prezzo che nell’uso. Il suo manico permette infatti un uso flessibile della lampada, che può essere sia appesa che portata a mano.

Ptolomeo, Bruno Rainaldi, Moco Divisione Minotti Italia Trading, XX Edizione 2004 foto courtesy ADI

Modello originale di libreria a colonna ed a scomparsa, da vestire con i libri e al tempo stesso da collocare in là dove la casa offre un angolo morto pronto a stipare volumi, Ptolomeo nasce dall’intuizione di Bruno Rainaldi, responsabile commerciale attento osservatore dei consumi e delle necessità latenti del mondo della casa, qui convertitosi in veste di progettista.
 

Neos, Cul de sac, Lorenz S.p.a, XXI Edizione 2008 foto courtesy ADI

Un anello concavo di poliuretano abbraccia la cassa in acciaio dell’orologio caratterizzata dall’iconico quadrante giallo, e si sposa ad un cinturino in poliuretano profumato alla vaniglia. Lorenz raggiunge con Neos il suo secondo Compasso d’Oro dopo il celebre Static di Richard Sapper. 

Spun, Thomas Heatherwick, Magis, XXIII Edizione 2014 foto courtesy ADI

Ibrido curioso tra la seduta e il gioco – dandosi una spinta con i piedi è possibile farla ruotare su se stessa - Spun è una seduta cinetica che funziona tanto in versione statica che in movimento, pur incoraggiando una posizione sempre dinamica del corpo. Realizzata in un unico pezzo di polietilene con la tecnica dello stampaggio rotazionale, può essere utilizzata anche in outdoor.

Fondazione Prada, OMA, XXV Edizione 2018 foto courtesy ADI

Il progetto di Oma entra segna l’ingresso dell’architettura nel Compasso d’Oro e viene celebrato per “la combinazione originale di un’architettura che si muove tra conservazione, creatività e sostenibilità”.

Hannes, IIT Istituto Italiano di Tecnologia, INAIL Centro Protesi. Design: Lorenzo de Bartolomeis, Gabriele Diamanti, Filippo Poli, Ddpstudio. foto courtesy ADI

Hannes è una mano protesica che permette di recuperare fino al 90% delle funzionalità dell’arto amputato. Disegnata a partire da modelli anatomici, manichini d’alta moda e opere d’arte, si integra armoniosamente con il corpo, imponendosi come una nuova sintesi formale per le componenti bioniche.