In Spagna, negli anni Trenta, il termine straperlo indicava una roulette truffaldina controllata elettricamente con la pressione di un pulsante. Parola entrata poi in uso a tutti gli effetti nella lingua spagnola per indicare una qualunque forma di commercio di contrabbando. Ed è proprio da questo stratagemma non proprio legale che prende il nome Extraperlo, la piattaforma curatoriale nata tre anni fa che il fondatore, il designer andaluso Jorge Penades, ama descrivere come “non ortodossa”.

Il progetto, infatti, vuole mettere in discussione i sistemi, le strutture e i codici esistenti nel design contemporaneo, offrendo un'alternativa che va al di là delle esperienze commerciali e istituzionali. Nel 2019 Penades ha invitato 14 colleghi a inviargli un progetto per dar forma a una mostra nel contesto del Madrid Design Festival. Un’unica linea guida: proporre idee audaci, tra prototipi e pezzi unici, di piccole dimensioni e che potessero viaggiare comodamente all’interno di una scatola di scarpe. Tutti i pezzi in mostra potevano essere acquistati in una dimensione che, come suggerisce il nome del progetto, allude al mercato nero.

Per l’edizione 2021 della manifestazione madrilena, in onda fino al prossimo 14 marzo, Extraperlo propone un format che sostituisce ai designer i curatori. Il risultato è Curating Curators, realizzato in collaborazione con la curatrice indipendente Maria Cristina Didero: 14 autori di primo piano sintetizzano il loro pensiero in un progetto che possa stare in una scatola di scarpe. Le opere, realizzate tra gli altri da Aric Chen, Libby Sellers, Johnathan Olivares, Annalisa Rosso, sono state presentate dal 18 al 21 febbraio e vendute al pubblico al prezzo calmierato di 500 euro.