Fondato nel 2016 a Parigi da un designer e art director, lo studio parigino Service Généraux annulla le distanze tra prodotto fisico e realtà virtuale, dando vita, come il nome vuole suggerire, ad una piattaforma che funziona da cassetta degli attrezzi per la curatela dell’immagine nel ventunesimo secolo.
Nel progetto (Auto)portraits Series, del 2018, i nove prodotti della collezione Autoportraits - mobili e complementi d’arredo eterocliti per stili, materiali e funzionalità - sono reinterpretati da sette fotografi che, attraverso il meccanismo della carte blanche, allestiscono una messa in scena volta a immaginare nuove narrative e nuove esplorazioni sensoriali per i pezzi e le loro ambientazioni.
La rincorsa tra reale e virtuale si trasforma in una dissimulazione in Maison/Experimental House, una ricerca architettonica sul tema della ruralità e della disconnessione presentata lo scorso autunno alla Galleria Joyce di Parigi. A dispetto del suo iperrealismo, il progetto architettonico del buen retiro nella campagna francese visualizzato nel video in mostra si rivela nient’altro che una realtà virtuale elaborata al computer, mentre i mobili dei tanti designer – tra cui Faye Toogood, Max Lamb, Sabine Marcelis, Neri & Hu, Philippe Malouin - che arredano lo spazio, svelano progressivamente la loro natura di semplici rendering, ammiccando all’impossibilità di una esplorazione sensoriale dello spazio fisico e della disconnessione tanto agognata.
- Designer:
- Services Généraux
- Location:
- Parigi