C’è grande attesa a New York nel mondo dell’interior design per l’assegnazione dei premi “Best of the Year” nelle varie categorie che spaziano da musei e gallerie e uffici a piccoli caffè o case di campagna. Nella categoria “Budget”, tra i progetti realizzati avendo a disposizione fondi limitati ma che hanno dato un grande risultato in termini di funzionalità ed estetica, spicca la spa urbana CityWell di Brooklyn. Situata nella zona del Canale di Gowanus, a un passo da Carroll Gardens e Park Slope, il centro di benessere e relax ha un’anima tricolore: nasce infatti dal connubio tra l’energia delle proprietaria, l’italoamericana specializzata in massaggi e aromaterapia Liz Tortolani, e la visione dell’architetta italiana Deborah Mariotti che insieme hanno concepito e realizzato l’interno e l’esterno della spa, organizzandola in diversi ambienti dedicati a massaggi, agopuntura, idroterapia.

Visivamente, il pezzo forte e più d’impatto sono le due cabine esterne in legno di cedro usate per la sauna che fanno mostra di sé nel backyard, il giardino retrostante di questo ex appartamento convertito in centro di bellezza: qui specialmente d’estate hanno luogo feste, ritrovi, lezioni di yoga e serate sempre sold out di jazz e idromassaggio.

Abbiamo rivolto alcune domande a Deborah Mariotti, nata a Roma e formatasi al Politecnico di Milano. Con Mariotti Studio lavora negli USA, Canada e Europa e si occupa di retail, residenzie, ristorazione, club e spa.

Come hai pensato allo spazio di CityWell?
Lo spazio interno era lungo e stretto, per progettarlo mi sono rivolta agli esempi di vagoni di lusso dei treni del 1800 in cui piccoli accorgimenti lo rendevano accogliente senza farlo sentire piccolo. Le curve di raccordo del soffitto fanno si che lo sguardo non si fermi su un angolo, rendendo lo spazio più dilatato. La sequenza degli spazi si ispira a quelli del vagone, con un corridoio laterale e le cabine a sinistra. Mi piace inoltre la metafora del treno come viaggio; in questo caso il viaggio diventa un percorso che dalla strada/vita cittadina frenetica piano piano conduce all’oasi finale che è il backyard attraverso i vari spazi, spogliatoio, docce, bagno turco. Man mano che si va verso il cortile, ci si lascia alle spalle la città e ci si immerge in un viaggio alla scoperta del proprio equilibrio e salute. Le cabine esterne ripropongono l’idea del vagone con gli angoli curvi, lo spazio accogliente anche se limitato.

Che materiali hai scelto?
I materiali si rifanno ad elementi naturali; il pavimento di sughero, ottimo materiale coibentante e dalle proprietà naturali antibatteriche, ideale dunque per un ambiente umido; le piastrelle in ceramica azzurre sui muri delle docce ricordano l’acqua e il pavimento e soffitto in ceramica nera vuole ricreare la sensazione di essere in una grotta; il lavandino in cemento riecheggia la pietra; i muri sono intonacati; delle piastrelle originali in metallo sul soffitto e attorno a un pilastro, usate nel secolo scorso come precauzione anti incendio, sono state conservate e riverniciate di bianco, a testimonianza del passato del luogo.

C’è un aspetto sinestetico che coinvolge anche gli altri sensi. Come l’avete ottenuto?
Il progetto prevedeva sin dall’inizio anche l’aggiunta di aromi nell’aria, spesso entrando si può sentire l’odore di eucalipto fin dall’ingresso, odore che aumenta di intensità man mano che si cammina lungo il percorso. Le luci cambiano di intensità a seconda dell’ora del giorno.