A Rüsselsheim, in Germania, Opel scrive un nuovo capitolo del suo design e ridefinisce la propria identità. A guidare la trasformazione del marchio, così intriso di storia automobilistica, c’è Mark Adams, vicepresidente del design. Mentre il Design Center di Opel celebra i suoi 60 anni, scopriamo i principi che stanno delineando il futuro del brand.
Il Design Center di Opel a Rüsselsheim ha una lunga tradizione di eccellenza. La sua storia è legata a General Motors, che acquisì Opel nel 1929. Gm gettò le basi del design moderno presentando la prima concept car al mondo, la Buick Y-Job di Harley Earl nel 1938. Oggi, le concept car sono standard del settore, esplorano le frontiere del design e della tecnologia e aprono la strada ai futuri modelli di produzione.
Fondato nel 1964, lo studio Opel si ispira al Gm Technical Center di Warren, Michigan, che fu progettato da Eero Saarinen. Quest’anno festeggia il suo 60° anniversario e conta oltre 300 designer, modellisti e specialisti. L’Advanced Studio si trova in una versione ampliata dell’edificio originale, mentre lo studio di produzione e l’area di osservazione esterna sono nel sito produttivo di Rüsselsheim.
Ripercorrendo la filosofia di design di Opel, incontriamo pietre miliari che hanno plasmato il linguaggio visivo del marchio. Nel 1969 Opel presentò la Cd Concept car, con un design elegante e porte ad ala di gabbiano, una rarità per l’epoca. La Cd Concept, progettata per ridurre la resistenza aerodinamica e migliorare le prestazioni, vantava un esterno futuristico e interni lussuosi, anticipando vetture come la Opel Gt.
Nel 1983, la concept car Junior City, con interni firmati da Chris Bangle e Gert Hildebrand, mostrava un design ludico e innovativo: cruscotti modulari e sedili che diventavano sacchi a pelo. Il veicolo pesava solo 650 kg.
Il percorso di Mark Adams per diventare vicepresidente del design Opel è iniziato nel 2002 con la Insignia Concept, il suo primo progetto dopo essere entrato in Gm Europe da Ford come responsabile del design degli esterni. Nel 2005 ha introdotto la filosofia di design “L’arte scultorea incontra la precisione tedesca”. Questo principio guida si applica ai prodotti Opel fin dalla nascita dello studio e rimane valido per decenni.
Dobbiamo sempre controbilanciare l’audacia progressiva con un modo molto puro, molto tedesco.
Mark Adams
Dopo l’ingresso nel 2017 nel Gruppo Psa, poi diventato Stellantis, Opel ha affrontato la sfida di ridefinire la propria identità all’interno del gruppo, preservando al contempo la propria eredità tedesca. “Abbiamo avuto l’opportunità di dire: ‘Ok, cosa è veramente importante per noi? Cosa vogliamo rappresentare?’”, ricorda Adams. Questa riflessione ha portato alla filosofia di design di Opel, sintetizzata nelle parole Bold e Pure (Audace e Puro).
L’accostamento di questi due termini può sembrare paradossale. “Se sei audace, stai cercando di fare qualcosa di molto progressista. È l’opposto di puro, che in un certo senso è corretto”, spiega Adams. Ma questa dualità ha permesso a Opel di spingersi oltre i limiti, mantenendo chiarezza e semplicità, che sono tipiche della Germania.
Un esempio è la concept car Opel Experimental, con la firma luminosa Compass (Bussola). Questa combina la tradizionale piega centrale e la firma alare in una forma moderna e illuminata. “Abbiamo trasformato la piega in una firma illuminata”, spiega Adams. Questo dimostra come Opel evolva il suo linguaggio di design abbracciando nuove tecnologie.
L’arte del design senza complicazioni
L’etica del design Opel garantisce che l’audacia non sia raggiunta attraverso la complessità, ma attraverso la semplicità e la chiarezza. “Dobbiamo sempre controbilanciare l’audacia progressiva con... un modo molto puro, molto tedesco”, dice Adams. Ciò significa evitare linee inutili e forme complicate, concentrandosi su elementi di design puliti e mirati. Il design della Vizor (Visiera) presente su tutte le auto Opel ne è un esempio lampante. “La visiera è legata a una delle mie auto Opel preferite, la Manta A”, rivela Adams. La disposizione orizzontale della griglia anteriore e dei fari della Manta A serve da ispirazione, mostrando come gli elementi storici del design possano essere reinterpretati in un contesto contemporaneo.
La firma del design della bussola
L’elemento di design della “Compass” (Bussola) è la spina dorsale dei veicoli Opel. Combina la piega centrale verticale e la firma luminosa orizzontale dell’ala, creando un quadro visivo coeso. “La Compass rappresenta la spina dorsale dell’auto. È come lo scheletro interno attorno al quale si costruisce tutto il resto”, spiega Adams. Questa struttura offre un’estetica distintiva e funge anche da linguaggio di design unificante per tutta la gamma di veicoli Opel.
Progettare il futuro
L’impegno di Opel verso l’approccio “audace e puro” non è recente, ma ha radici profonde che il marchio rivisita e reinterpreta di continuo. “Ho ripensato alla Opel Xperimental, alla CD Concept del 1969 e ad altre vetture e mi sono detto: anche se allora non c’erano le parole, perché non era importante comunicare queste cose, si può dire che il design di quei giorni fosse audace e puro? Assolutamente sì”, afferma Adams.
L’etica del design Opel garantisce che l’audacia non sia raggiunta attraverso la complessità, ma attraverso la semplicità e la chiarezza.
Questa prospettiva illumina il filo di continuità che attraversa decenni di design Opel, rivelando una filosofia estetica coerente che ha sempre sostenuto l’evoluzione visiva del marchio. Dimostra come l’attuale linguaggio di design di Opel non sia un allontanamento, ma un’articolazione consapevole di principi di lunga data, che consentono al marchio di innovare onorando al tempo stesso la propria eredità.
Immagine di apertura: Opel Design Centre a Rüsselsheim, Germania. Courtesy Opel