Il film di Gastel dedicato a Binfaré e alle sue invenzioni per Edra

Vincitore del Compasso d’Oro alla Carriera, Francesco Binfaré si svela in una delle ultime produzioni realizzate da Giovanni Gastel prima della morte. Silvana Annichiarico, che del film ha firmato la curatela, lo racconta in esclusiva per Domus.

Un divano bianco. La seduta ha il colore del ghiaccio del Polo. Lo schienale ha la forma di un orso polare. Si chiama Pack, il divano, ed è una delle straordinarie invenzioni di Francesco Binfaré per Edra. Mentre ne parla, nel film-ritratto che è stato presentato alla Scala di Milano durante i giorni del Salone del Mobile (curatela mia, regia di Giovanni Gastel), Binfaré accarezza la testa dell’orso. È un gesto spontaneo, non pensato, probabilmente neanche voluto. Ma proprio per questo – per dirla con Barthes – è un gesto che “punge”: perché esprime e sintetizza tutta la potenziale tenerezza del creatore nei confronti della sua creatura. Perché svela il rapporto intimo e complice che ogni progettista intrattiene con i risultati del proprio lavoro. 

  

Ho un ricordo struggente di quel set, e di quelle riprese: era il dicembre 2019, Covid non era ancora piombato perfido e feroce a devastare le nostre vite e a incrinare le nostre certezze, e l’incontro fra due visionari come Giovanni Gastel (che dal 2015 ha realizzato le immagini pubblicitarie di Edra) e Francesco Binfaré (che dal 1992 progetta per Edra artefatti di accogliente eleganza e di visionaria bellezza) non poteva che generare incanto. Lo si sentiva nell’aria, nelle luci, nei silenzi, l’incanto. E ora lo si risente nel film: seduto sul divano, scolpito in un bianco e nero di abbagliante chiarezza, Binfaré parla di sé, del suo lavoro, dei suoi sogni. E Gastel lo scruta. Con rispetto, con ammirazione, con pudore. 

Francesco Binfaré da Gastel, Teatro alla Scala. Foto Paolo Sommariva
Francesco Binfaré da Gastel, Teatro alla Scala. Foto Paolo Sommariva

Tutto passa attraverso lo sguardo. Perché Gastel ha questo di straordinario: svelando l’altro, rivela anche se stesso. Questo intenso film-ritratto (uno degli ultimi lavori del Maestro milanese, scomparso prematuramente nel marzo 2021) condensa tutto il garbo e l’eleganza con cui Gastel sapeva dar forma alle cose. Il suo sguardo su Binfaré non è mai sfacciato o invasivo. Si pone alla “giusta distanza” e lo attende. Lo accoglie nell’immagine. E poi lo fa sbalzare fuori come fosse un bassorilievo in movimento.

Quel che ne esce è il ritratto di un designer innovativo che ha saputo sfidare canoni e luoghi comuni, modificando radicalmente il modo stesso di concepire la forma-divano all’interno dell’abitazione. Ma anche l’autoritratto di un grande fotografo che ha portato l’atto del vedere ai confini del sublime.

Francesco Binfarè. Foto video frame
Francesco Binfaré e il divano Pack disegnato per Edra. Foto video frame

Alla Scala – dove la proiezione in anteprima del film (che ora si può vedere in versione integrale su edra.com) è stata accompagnata da uno slot di immagini iconiche scattate da Gastel nel corso della sua carriera e da un concerto con l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala – la commozione era palpabile. Tanto che uscendo dal teatro, a me sono tornati in mente alcuni tra i versi più belli di tutta la produzione poetica di Gastel: “Ora è tempo di dormire / e quando mi sveglierò / forse l’aria sarà nuova. / Altri poi capiranno qualcosa di me”. 

Immagine in apertura: Francesco Binfaré e il divano Pack disegnato per Edra. Foto video frame

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