Design da zero. A Dubai le donne riscoprono l’importanza dell’artigianato

In Medio Oriente tre giovani designer hanno rivisitato tecniche antiche con il design contemporaneo. Da Kuwait, Palestina ed Emirati, Dima Srouji, Kawther Alsaffar e Aljoud Lootah hanno esposto i loro ultimi lavori alla Dubai Design Week.

Dima Srouji, Hollow Forms collection, 2017

Dopo essersi laureata un anno fa alla Yale con Peter Eisenman, Dima Srouji ha deciso di tornare in Palestina e indagare le nuove possibilità del vetro di Hebron. Kawther Alsaffar ha studiato alla Rhode Island School of Design e alla Syracuse University di New York per poi tornare in Kuwait e lavorare con i fabbri Alwafi. Aljoud Lootah, cresciuta a Dubai, ha trasformato una forma tradizionale tipica della vita nel deserto in una trama geometrica per la sua nuova collezione da interni, collaborando con un’azienda tedesca. Tre giovani designer che sono nate e cresciute in Medio Oriente, hanno studiato all’estero per poi tornare a casa e spingere l’economia locale.

“Gli artigiani non riuscivano a capire, continuavano a dire: spiegaci, che cos’è? Cos’è questa teoria di cui parli? Architettura? Ma come fa a essere architettura?”, racconta divertita Dima Srouji, mentre descrive le sue Hollow Forms presentate alla Dubai Design Week. Di fatto, il suo è un complesso processo di ricerca che nasce da sperimentazioni digitali, che tengono a mente la storia dell’architettura e Piranesi. Ha cercato di capire che cosa significasse il concetto di forma e la relazione degli oggetti con il suolo.

Dima Srouji, Hollow Forms, 2017
Dima Srouji, Hollow Forms, 2017

Tornata in Palestina dopo la laurea in architettura è andata alla ricerca di un materiale che esprimesse al meglio le sue idee. È qui che ha incontrato due soffiatori di vetro in una bottega piccolissima su un tetto a Jaba, vicino a Ramallah. Stavano cercando in tutti i modi di sopravvivere alla dura competizione con la più celebre Hebron, il cui primato nella lavorazione del vetro risale ai tempi dei fenici, e resta tutt’oggi un’area di produzione di massa. “Quando li ho incontrati a Jaba ho pensato che fosse la combinazione vincente, unire tecnologia all’avanguardia a una tecnica tanto antica. La scelta di lavorare con loro è stata immediata.”

Gli oggetti di Srouji sono tutti disegnati in 3D, e la vera sfida sta nella transazione tra software e tecniche manuali tradizionali. “È proprio qui il bello. Ho dato a loro le dimensioni esatte, che al computer sono molto precise, e tutti i disegni erano realizzati alla perfezione. Poi però, nel momento di tradurre da digitale ad analogico, ho dato loro tutta la libertà necessaria vista la fluidità del materiale, lasciando spazio all’errore umano, all’intuizione e all’esplorazione.”

“All’inizio ho trovato molta resistenza, le persone non capivano perché stessi realizzando questi prodotti, e quale fosse la loro utilità. Poi ho lanciato una campagna su kickstarter ed eccomi qua.” Kawther Alsaffar (classe 1990) aveva bisogno di 40.000 sterline per sostenere il suo progetto Dual Bowls. Ne ha raccolte 101.422. “Molta gente non comprende il valore di come facciamo le cose qui in Medio Oriente, per cui ho voluto dimostrare, quanto invece sia importante.” Alsaffar ha studiato una tecnica che si perde nella notte dei tempi, una tradizione in cui si fondono due metalli diversi per costruire grate e pattern di arte islamica. “Oggi le persone hanno perso di vista il vero valore dei metalli come rame e ottone. Preferiscono risparmiare acquistando pezzi pre-verniciati.” Attraverso l’utilizzo della sabbia, i fabbri Alwafi in Kuwait hanno sviluppato un processo di fusione unico. La designer valorizza questo sapere attraverso forme semplici che evidenziano la bellezza delle imperfezioni, portando la tecnica al limite.

Kawther Alsaffar, Dual Bowls, 2017
Kawther Alsaffar, Dual Bowls, 2017

Nata e cresciuta a Dubai, Aljoud Lootah ha iniziato la sua carriera come designer grafica per poi dedicarsi completamente al design d’interni. Alla Dubai Design Week ha esposto il suo ultimo lavoro attraverso un’installazione al D3 (Dubai Design District), e messo in mostra AlAreesh, una collezione luccicante di sgabelli, tavoli, lampade e paraventi. Il nome deriva da un’antica tecnica di schermatura che proteggeva gli abitanti dal clima ostile del deserto. Le strutture di AlAreesh sono pareti costruite con asticelle di foglie essiccate di palma, unite attraverso una corda per proteggere gli abitanti dal sole e dal vento. Era una tecnica usata frequentemente per le case estive dove, spostando in modo facile le asticelle, gli spazi vuoti favorivano la ventilazione.

La collezione è realizzata in collaborazione con Probas Plating, un’azienda tedesca specializzata nell’ingegneria delle superfici e nella placcatura galvanica. “Abbiamo scelto il rame perché da queste parti è un materiale poco utilizzato. La maggior parte delle persone preferisce gli ori e gli argenti, colori più ‘sicuri’. Volevo una finitura diversa e un colore che rappresentasse il paesaggio locale, fatto di dune arancioni, sabbia e tonalità calde. Nonostante il concetto si ispiri alle schermature tradizionali volevo un colore che riflettesse i dintorni, aprendosi a nuove dimensioni.”

Collezione:
Hollow Forms
Designer:
Dima Srouji
Evento:
Abwab, Dubai Design District, Dubai Design Week 2017
Collezione:
Dual Bowl
Designer:
Kawther Alsaffar
Evento:
Abwab, Dubai Design District, Dubai Design Week 2017
Collezione:
AlAreesh
Designer:
Aljou Lootah
Venue:
Installazione al Dubai Design District, Dubai Design Week 2017

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