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I trent'anni anni dell'ENSCI

La scuola di design francese dalla reputazione quasi leggendaria ha festeggiato i suoi primi trent'anni con una grande mostra e ha annunciato il nuovo corso del neo-direttore Bernard Kahane, che punterà sul partenariato e sulle relazioni estere.

Con una mossa non esclusivamente presenzialista, il nuovo ministro della cultura e quello delle attività produttive francesi, Aurelie Filippetti e Arnaud Montebourg, erano presenti all'inaugurazione della mostra dedicata ai trent'anni dell'ENSCI (École nationale supérieure de création industrielle). Quasi un pellegrinaggio che ha suggellato una continuità tra il nuovo corso socialista della Repubblica Francese e questa scuola davvero particolare che, ancora oggi, è un fiore all'occhiello del design transalpino e che fu una delle creature più preziose nell'antico disegno rivoluzionario di Jack Lang, quando la inaugurò nel 1982. Il ministro della cultura Aurelie Filippetti ha ribadito che: "Non ci sarà un rilancio economico senza un rilancio della cultura" e, nei discorsi ufficiali, si è arrivati a parlare di Equipe de France del design in un entusiasmo da ola calcistica.

Non è solo leggenda, ma anche una realtà assodata, che proprio da questo vivaio (e/o laboratorio) siano usciti i designer che costituiscono il nocciolo duro e internazionalmente riconosciuto della ricerca francese. Sono per l'appunto Les Ateliers – quasi un vezzeggiativo con cui la scuola è conosciuta – che li hanno formati: dalle star come Matali Crasset agli emergenti come Benjamin Graindorge, passando per Tsè-Tsè, i fratelli Bouroullec fino ad arrivare ai più giovani come Eloi Chafaï di Normal Studio. ENSCI è una scuola che prepara, e ha preparato, ottimi professionisti: e non solo, dunque, nipotini di Starck. La curatrice e storica del design Claire Fayolle ha cercato di dimostrarlo con una selezione che punta decisamente sulla qualità dei progetti in una capillare campionatura operata su più di 800 diplomati nei tre decenni di attività.
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Ciò che s'intuisce immediatamente nell'allestimento spartano è che alcuni dei progetti e prototipi esposti vanno di pari passo con cambiamenti recenti nelle abitudini e modi di vivere della quotidianità parigina. Non si tratta di progetti di arredo urbano, ma piuttosto di microrivoluzioni nel trasporto pubblico. Come l'introduzione di Velib' – e più recentemente di l'Autolib' – l'idea di trasporto condiviso, oramai parte integrante della vita della metropoli francese, che trovano un precedente in Pix Band di Antoine Fritch e Louise LeBihan o nella bicicletta Oxo di Luc Benedetti, rispettivamente del 1989 e 1993.
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Dunque, con qualche decennio di anticipo, all'ENSCI si pensava concretamente a un design responsabile e ad alto contenuto collettivo. Ed è proprio sulla centralità delle modalità operative e dell'impegno etico della professione che sembra essersi costruita la reputazione quasi leggendaria della scuola di rue Saint-Sabin. Dai progetti di smaltimento del materiale sanitario per le organizzazioni non governative, come quello di Jêrome Aich, fino agli scenari urbani immaginati da Claire Lemarchand (Quand les Grillons…), che prevedono una relazione simbiotica con il mondo degli animali invertebrati, è facile intuire che non si tratta solo dell'applicazione di una pedagogia d'eccellenza. All'ENSCI – sembra suggerire la mostra – non ci si alambicca esclusivamente su una ricerca tecnologica avanzatissima. È piuttosto nel mix perfetto, frutto di osservazione dei rituali quotidiani e di poesia, che va ricercato il segreto e il successo di un buon prodotto di design. Ci si occupa sempre di disegno industriale, ma la macchina di pensiero al lavoro nelle diverse aree di specializzazione avvicina la filosofia di questa scuola al sistema deleuziano e, in generale, a una forma di apprendimento rizomatico.
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Le forme degli antesignani di smartphone o i progetti di produzione di oggetti istantanei come quello di Laurent Lebot del 1997 sono solo una misura dell'eccellenza. Qualche volta, purtroppo, persino i migliori risultati sono stati snobbati dal colbertismo collettivo dell'industria d'oltralpe.

Tuttavia, l'ENSCI è molto forte negli scambi internazionali e da decenni all'avanguardia nel lavoro di networking. Lo dimostra bene l'animazione di Samuel Lacroix che visualizza e distribuisce su una mappa la presenza capillare di ex diplomati in agenzie di design e studi in Europa e nel mondo intero. È il frutto di un lavoro collettivo coordinato dai direttori di ricerca nei singoli dipartimenti, ma anche dell'intuito di professionisti che da decenni sono al lavoro dietro le quinte. Come Licia Bottura, responsabile degli scambi internazionali.
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Negli anni, si sono moltiplicati i contatti e le esperienze di designer e studenti in stage di specializzazione, colloqui e attività molto mirati presso studi e realtà affermate a livello globale. Ora un nuovo direttore Bernard Kahane sostituisce Alain Cadix, puntando sul partenariato e sulle relazioni estere. Il ritratto di questa scuola sembra sintetizzato dai bellissimi tessuti di piume intrecciate di Janaina Milheiro che chiudono il percorso espositivo. Una materia preziosissima, dalla trama altamente innovativa e che reinventa l'offerta del design come una preziosissima moneta di scambio ancora in bilico tra l'ancestralità del fare e la società del futuro, che non potrà più privarsene.
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
Vista della mostra "La fabrique des idées. ensci-les ateliers: 30 ans de design", alla galleria Lieu du Design a Parigi
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