La premessa della mostra, la prima delle sortite del museo in quella che sarà la collezione esposta nella futura sede di Kensington, sta nell'intento di raccontare le cosiddette storie straordinarie che stanno dietro certi oggetti quotidiani: da cui i pannelli stradali e tutti gli altri pezzi che costituiscono il cuore di qualunque collezione di design. Per raccontare queste storie la mostra si suddivide in sei parti: "Il gusto", "Perché siamo collezionisti?", "Identità + progetto", "Simboli", "Moda", e "Materiali + processo". In questi sei temi stanno forse alcuni dei problemi più urgenti e importanti per qualunque museo, ma soprattutto per un museo del design. E tuttavia, nonostante i titoli della mostra e delle sue sezioni, non è molto vero che l'esposizione cerchi davvero di raccontare delle storie.


Il problema non sono tanto gli oggetti o il modo di esporli (in un allestimento ben progettato da Gitta Gschwendtner quanto la dissonanza cognitiva di base che nasce dal sentirsi promettere storie straordinarie e non trovarne affatto.








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