Mind the Map: arte design e cartografia

Al London Transport Museum, una mostra di grande valore informativo suggerisce che potremmo tutti trarre beneficio dalla riconsiderazione delle mappe di cui ci serviamo così inavvertitamente nella vita quotidiana.

Per i milioni di persone che usano la metropolitana londinese ogni giorno c'è un solo modo di capirci qualcosa: la mappa in forma di diagramma progettata da Harry Beck nel 1931. Venerata come un classico del design inglese, la mappa di Beck ha ispirato le rappresentazioni dei sistemi di trasporto urbano di tutto il mondo e continua a dar forma al modo di usare e di conoscere queste complesse realtà. La mappa di Beck perciò è un buon punto di riferimento per Mind the Map: Inspiring Art, Design and Cartography, la mostra attualmente in corso al Museo dei trasporti pubblici di Londra.

Questa fitta esposizione, distribuita su due piani in un'ala del museo, è suddivisa in quattro aree tematiche che intrecciano la storia delle mappe dei trasporti pubblici londinesi con una serie di opere cartografiche ispirate alla mostra o appositamente commissionate per l'occasione. Mind the Map si apre con una di queste ultime: Memento di Susan Stockwell, un multicolore planisfero costituito da un mosaico di frammenti di biglietti donati da tutto il mondo. Memento, che allude allo stretto rapporto che intercorre tra le persone, la memoria e i luoghi, è anche un inno al biglietto di carta: una forma di souvenir che sta rapidamente scomparendo nel nostro mondo sempre più digitale.

Le trasformazioni della tecnologia cartografica sono un tema che ritorna di continuo. Negli ultimi dodici anni, Jeremy Wood ha usato il GPS per tener traccia dei suoi spostamenti lungo il sistema dei trasporti pubblici di Londra, creando opere come London Overground (2012), che usa lo stesso codice cromatico della metropolitana londinese per indicare i suoi spostamenti. Le opere di Wood, disegnate a mano, presentano la visualizzazione dei dati da un punto di vista poetico, e contemporaneamente ci avvisano anche che oggi ogni nostro passo viene documentato, che ce ne rendiamo conto o meno.
In apertura: <i>By paying us your pennies</i> di MacDonald Gill, 1914. Qui sopra: disegno di presentazione per la mappa della metropolitana di Henry C. Beck, 1931
In apertura: By paying us your pennies di MacDonald Gill, 1914. Qui sopra: disegno di presentazione per la mappa della metropolitana di Henry C. Beck, 1931
Tra i pezzi forti della sezione storica introduttiva della mostra ci sono quelli del poco noto MacDonald Gill. La sue opere decorative e gioiose, come la Wonderground Map of London Town ("Mappa delle meraviglie sotterranee della città di Londra", del 1914) sono prova della competenza richiesta dalla realizzazione delle mappe, mentre c'è chi qui sottolinea come le mappe non siano solo state usate per la pubblicità, per l'intrattenimento e per l'informazione, ma anche per illustrare il potere. Fatto quanto mai esplicito in Visit the Empire by London's Underground ("Visitate l'Impero con la metropolitana di Londra", 1933) di Ernest Michael Dinkel, che allettava i visitatori con i prodotti coloniali in mostra presso mete turistiche londinesi come lo Zoo e i Kew Gardens. Al centro c'è un planisfero, interamente bianco a parte le regioni colorate in rosso, che segnalano l'antica estensione dell'Impero britannico.
Pocket Underground map, ottobre 2005
Pocket Underground map, ottobre 2005
Parecchie opere documentano la natura profondamente soggettiva delle mappe, la cui autorevolezza e la cui oggettività troppo spesso vengono date per scontate. È il caso della londinese Subterranea di Stephen Walter (2012), mappa disegnata a mano che traccia i contorni di ciò che l'autore definisce il "mondo clandestino" delle gallerie sotterranee della città e delle storie locali. La personalissima mappa di Walter illustra anche come una mappa visivamente efficace non sia necessariamente una mappa geograficamente veritiera. È l'idea che ha ispirato in origine il progetto di Beck, la cui evoluzione occupa la prima parte del piano superiore della mostra. Le mappe dei trasporti pubblici di Londra, benché fossero disponibili dal 1908, erano oggetti di inafferrabile complessità. Solo lavorando da disegnatore per la London Transport Passenger Board su un diagramma analogo a quelli dei circuiti elettrici Beck scoprì il modo di migliorarle, rettificando le linee che collegavano le stazioni e uniformandone le distanze. Beck, nonostante ottenesse un immediato successo di pubblico, ebbe rapporti più tempestosi con i suoi superiori e non ottenne mai un pieno riconoscimento del suo progetto; aspetto che viene qui sottolineato.
Parecchie opere documentano la natura profondamente soggettiva delle mappe, la cui autorevolezza e la cui oggettività troppo spesso vengono date per scontate.
<i>London Subterranea</i>, di Stephen Walter, 2012
London Subterranea, di Stephen Walter, 2012
La sezione finale è dedicata alla mappa di Beck come fonte di ispirazione creativa. Comprende opere come Great Bear (1992) e Saptarishi (2012) di Simon Patterson, pastiche in cui i nomi delle stazioni sono stati sostituiti con i nomi rispettivamente di celebrità e delle sfere celesti. Altre opere ripropongono i temi della memoria e della tecnologia, come il proustiano The Land of Hopeful Commuters (2012) di Agnès Poltevin-Navarre, in cui l'artista ha mappato le speranze dei pendolari secondo i codici di avviamento postale e l'Emotional Map of London (2012) di Ben James, touch screen interattivo che invita i visitatori a registrare le emozioni che associano specificamente alle stazioni della metro cittadina. Il fatto più significativo qui è il modo in cui la riconoscibilità della mappa l'abbia fatta adottare come strumento di branding della Transport for London, l'agenzia cittadina dei trasporti pubblici. Il che la rende tuttora un'occasione di attività creativa: in mostra ci sono i progetti delle copertine delle mappe tascabili commissionate ad artisti come Barbara Kruger e Cornelia Parker. Tuttavia, mentre la mostra tende ad affermare la qualità di 'classico del design' della mappa, usarla per vendere prodotti come infradito, magliette e addirittura la città stessa alla fine ne compromette la carica simbolica.
A sinistra: <i>Your guide to theatreland</i>, di Reginald Percy Gossop, 1926. A destra: <i>Morden</i> di Herry Perry, 1929
A sinistra: Your guide to theatreland, di Reginald Percy Gossop, 1926. A destra: Morden di Herry Perry, 1929
Mind the Map è una mostra di grande valore informativo, che getta luce sulla storia del sistema della metropolitana di Londra e delle città stessa. Anche se non documenta troppo in profondità alcuni dei temi toccati, i suoi pezzi sono un esempio del ricco e variegato linguaggio delle mappe e suggeriscono che potremmo tutti trarre beneficio dalla riconsiderazione delle mappe di cui così inavvertitamente ci serviamo nella vita quotidiana.
Poster <i>Be map conscious</i>, di Lewitt Him, 1945
Poster Be map conscious, di Lewitt Him, 1945
fino al 28 ottobre 2012
Mind the Map: Inspiring Art, Design and Cartography
London Transport Museum
Covent Garden Piazza, Londra
A sinistra: poster <i>The Tate Gallery by tube</i>, di David Booth dell'agenzia Fine White Line, 1987. A destra: <i>Visit the empire</i> di Ernest Michael Dinkel, 1933
A sinistra: poster The Tate Gallery by tube, di David Booth dell'agenzia Fine White Line, 1987. A destra: Visit the empire di Ernest Michael Dinkel, 1933
Pocket Underground map, 1933
Pocket Underground map, 1933
<i>Saptarishi</i>, di Simon Patterson, 2012
Saptarishi, di Simon Patterson, 2012
<i>The Great Bear</i>, di Simon Patterson, 1992
The Great Bear, di Simon Patterson, 1992

Ultimi articoli di Design

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram