Le implicazioni del design come fattore di cultura hanno indotto alcuni designer a guardarsi intorno e a reinterpretare il loro patrimonio culturale e sociale. Il tema è stato sottolineato nell'applauditissimo intervento del colombiano Esteban Ucrós, che ha analizzato i fenomeni di autoespressività grafica che si trovano in ogni strada della sua città: Bogotá. Secondo la sua opinione queste manifestazioni di progetto vernacolare non sono solo suggestive ma anche decisamente meritevoli di tutela. Ucrós, con un paio di amici, ha raccolto (in una piattaforma battezzata Populardelujo) un archivio dei materiali raccolti. La piattaforma funge anche da strumento di presentazione dei meno noti tra gli artisti di strada che hanno disseminato per decenni le espressioni del loro vivace linguaggio grafico. Il grafico olandese Harmen Liemburg ha presentato il suo lavoro come una reinvenzione dell'immaginario e dei simboli comuni che trova intorno a sé (in ogni angolo del mondo), dai segnali stradali alla bandiera americana, attraverso la semplice tecnica della serigrafia. Il suo motto è "Va' per il mondo e vedi che cosa c'è".


Le implicazioni del design come fattore di cultura hanno indotto alcuni designer a guardarsi intorno e a reinterpretare il loro patrimonio culturale e sociale.








Per una nuova ecologia dell’abitare
L’eredità di Ada Bursi si trasforma in un progetto d’esame del biennio specialistico in Interior Design allo IED di Torino, in un racconto sull’abitare contemporaneo, tra ecologia, flessibilità spaziale e sensibilità sociale.