Ovviamente sono qui con taccuino e orecchi spalancati. Certo potrei rispondere alla visitatrice con la stessa prosopopea: "Signora, guardi che non ha capito il gioco". Ma forse non c'è nessun gioco, e sto ridendo a sproposito. Passano due giovanotti. Uno dice all'altro: "In quel corsetto non mi ci entrerebbe nemmeno la testa". E a destra ci sono tre manichini rivestiti da capo a piedi con capi – nientemeno – della collezione Chic Rabbi ("Rabbino elegante"), la linea autunno-inverno dei primi anni Novanta dello stilista, ispirata agli indumenti tradizionali degli ebrei chassidici. Kippah e lustrini? Ebbene sì. Diversamente dai miei compagni di visita io, per quel che mi riguarda, non ho risposte intelligenti con cui ribattere. Mi affido invece alle parole dello stesso Gaultier, generosamente offerte sulle pareti di tutta la grande mostra. Ecco quel che Gaultier ha da offrire:
È da sottolineare come The Fashion World non sia una mostra 'anonima', fredda e tranquilla. Perfino i manichini hanno una loro personalità, con volti animati e voci udibili
The Fashion World of Jean Paul Gaultier: from the Sidewalk to the Catwalk
de Young Museum
50 Hagiwara Tea Garden Drive, San Francisco
