Tokyo DesignTide 2011

Tolleranza, sostenibilità, riduzione e armonia... Ricognizione per parole chiave tra i giovani designer della settima edizione di DesignTide.

Quest'anno il nome non avrebbe potuto essere più appropriato, a giudicare dalla "marea" di visitatori che ha inondato quest'anno gli spazi di Tokyo Midtown Hall a Roppongi. DesignTide, giunto ormai alla settima edizione, è un'occasione d'incontro per progettisti e artisti interessati a condividere idee e prospettive, nonché un'importante vetrina delle ultime tendenze che si respirano qui a Tokyo. "Trading Design, Trading Ideas" è lo slogan che accompagna questa stimolante iniziativa, svoltasi dal 29 ottobre al 3 novembre. L'allestimento, curato quest'anno da Sosuke Nakabo (1972), ha offerto al pubblico uno spazio espositivo leggero e piacevole, giocando con le trasparenze e con un attento dosaggio della luce artificiale. Una trentina di studi—età media dei designer trent'anni—hanno presentato i loro modelli. Quasi tutti i lavori avevano in comune una sintesi costante fra tradizione e innovazione e l'altissima qualità del dettaglio. Di seguito, una lettura dei progetti più interessanti, classificati per parole chiave.

Tranquillità: Dew di Vitro
Dew (rugiada) è il titolo di uno degli oggetti più affascinanti esposti a Design Tide. Si tratta di un'elegante lampada ispirata ai senko hanabi, piccoli fuochi d'artificio che si dice siano in grado di ipnotizzare l'osservatore portandolo a meditare sulla vita effimera delle cose. Pochi grammi d'acqua, contenuti in una piccola vasca in ottone, sono spinti da una micro-pompa attraverso un tubo, all'interno del quale è posto un led. Le gocce, cadendo lentamente, agiscono da lente e tramutano la luce proiettata dal led in un cerchio di luce in movimento. Pochi istanti e tutto svanisce, infondendo nell'osservatore una sensazione estrema di tranquillità. Dew è la dimostrazione di come il design giapponese sia in grado di creare emozioni con pochi e semplici elementi. Ryoji Takahashi (1990, designer) e Akichika Tanaka (1981, ingegnere) hanno fondato lo studio Vitro (2011) e sperimentano sul tema "tra tranquillità e movimento".
Qui sopra: Dew di Vitro è un'elegante lampada azionata da pochi grammi d'acqua, spinti da una micro-pompa attraverso un tubo, all'interno del quale è posto un led. Le gocce, cadendo lentamente, agiscono da lente e tramutano la luce proiettata dal led in un cerchio di luce in movimento. Foto di apertura: One for all di Yuri Naruse e Jun Inokuma
Qui sopra: Dew di Vitro è un'elegante lampada azionata da pochi grammi d'acqua, spinti da una micro-pompa attraverso un tubo, all'interno del quale è posto un led. Le gocce, cadendo lentamente, agiscono da lente e tramutano la luce proiettata dal led in un cerchio di luce in movimento. Foto di apertura: One for all di Yuri Naruse e Jun Inokuma
Tolleranza: Rename di Daisuke Kitagawa
Quante tazze e bicchieri usiamo realmente e quante invece prendono polvere nella credenza? Partendo da questa constatazione il giovane progettista Daisuke Kitagawa (1982) propone Rename (dalla collezione Tolerance), sette accessori di legno che risolvono brillantemente questo problema. Adattandosi a tutti i formati più comuni di boccale attraverso un anello in silicone, i tappi inventano nuovi usi: vaso da fiori, temperamatite, porta penne, zuccheriera, salvadanaio, brocca. Sail è invece una ingegnosa reinterpretazione della tradizionale gruccia per appendere i kimono, anche in questo caso ricca di nuove ed inedite funzioni che rendono nuova vita ad un disegno tradizionale ormai in disuso. Tolerance è un esperimento sul tema dell'impermanenza, il senso di provvisorietà che pregna costantemente la cultura giapponese. Tutto cambia, anche il significato delle cose, e questo rende il mondo più interessante.
Toge di Emmanuelle Moureaux è un vestito da sposa composto di cinquecento "ricci" colorati, fatti di corda da pianoforte e resina epossidica
Toge di Emmanuelle Moureaux è un vestito da sposa composto di cinquecento "ricci" colorati, fatti di corda da pianoforte e resina epossidica
Dualità: Toge di Emmanuelle Moureaux
Un vestito da sposa composto di cinquecento "ricci" colorati, fatti di corda da pianoforte e resina epossidica, è il progetto dell'architetto e designer francese Emmanuelle Moureaux (1971), conosciuta per la sua capacità di creare spazi attraverso il sapiente uso dei colori. Toge significa spina in giapponese ed è un sistema modulare per la creazione di pareti divisorie o sculture. Le spine rappresentano allo stesso tempo "una manifestazione di aggressività, che impedisce agli altri di avvicinarsi, ma anche un segno di debolezza", spiega la designer. La dualità è una delle caratteristiche peculiari della cultura giapponese, laddove gli opposti spesso convivono in maniera pacifica. Come i petali di un fiore, la vera natura di questi oggetti modulari si svela solo quando sono vicini. Elementi duri e spinosi si trasformano in un tessuto leggero e trasparente, le cui sfumature ricordano vagamente le foglie colorate che in questi giorni autunnali iniziano a ricoprire le strade di Tokyo.
Una trentina di studi hanno presentato i loro modelli: quasi tutti i lavori avevano in comune una sintesi costante fra tradizione e innovazione e l'altissima qualità del dettaglio.
Quante tazze e bicchieri usiamo realmente e quante invece prendono polvere nella credenza? Partendo da questa constatazione il giovane progettista Daisuke Kitagawa (1982) propone Rename, sette accessori di legno che risolvono brillantemente questo problema
Quante tazze e bicchieri usiamo realmente e quante invece prendono polvere nella credenza? Partendo da questa constatazione il giovane progettista Daisuke Kitagawa (1982) propone Rename, sette accessori di legno che risolvono brillantemente questo problema
Sostenibilità: Kup—eatable cup di Smile-park
Immaginate di essere in cucina e bere del sakè mentre preparate un invitante shabu shabu. Finito il drink, prendete il calice e calatelo nella zuppa: dopo pochi minuti avrete un piatto ancora più ricco e gustoso. Il progetto Kup—eatable cup trae ispirazione dalle culture autoctone di Papua Nuova Guinea e di Laos, dove gli atti quotidiani del "usare, mangiare e scartare" sono ancora intimamente legati. Il bicchiere, fabbricato con farina di riso (e quindi commestibile) è una soluzione intelligente per ridurre gli scarti e al contempo sensibilizzare il pubblico su queste tre azioni. SugiX (1982, designer) e Shunsue Kosaka (1982, marketing planner) sono i fondatori di Smile-park (2009), studio con diversi lavori interessanti già realizzati e vincitore del prestigioso Good Design Award 2011.
Rename di Daisuke Kitagawa (1982)
Rename di Daisuke Kitagawa (1982)
Armonia: One for all di Yuri Naruse e Jun Inokuma
La società giapponese si fonda sulla ricerca costante dell'armonia tra gli individui. One for all è un piatto che funziona da tavolo (e viceversa) e che ha la capacità di creare relazioni tra le persone che vi si aggregano intorno. Yuri Naruse (1979) e Jun Inokuma (1977)—Narukuma—sono gli architetti che lo hanno realizzato in collaborazione con Mocca di Sumitomo Forestry. Il design è semplice ed efficace: un foglio di legno d'acero modellato attraverso una pressa sotto vuoto. Le pieghe che si vengono a creare rendono la superficie abbastanza porosa da poter accogliere e separare diversi tipi di cibo. Estremizzando il parametro dimensionale, Naruse+Inokuma realizza un oggetto elegante che reinterpreta in modo ingegnoso il tradizionale "bento box" giapponese e si presta a parecchi usi e interpretazioni.
Kup—eatable cup di SugiX (1982) è un bicchiere commestibile, fabbricato con farina di riso
Kup—eatable cup di SugiX (1982) è un bicchiere commestibile, fabbricato con farina di riso
Riduzione: Souvenir, Kobe Design University
E se il vostro prossimo souvenir fosse un voluminoso pezzo di arredo? Souvenir è un esperimento intrigante sul tema del minimal packaging: undici complementi d'arredo smontabili e trasportabili in aereo nel bagaglio a mano. Dal tavolino Cathedral, ispirato alle forme gotiche, allo sgabello Corker realizzato in sughero e quindi leggerissimo; dagli scaffali Prop, che sembrano in equilibrio precario, all' appendiabiti Slash che ricorda il bamboo; la collezione Souvenir ridefinisce il rapporto tra arredo ed utente, rivisitando il tema della compattezza caro ad Ikea e scoprendo una nicchia di mercato ancora inesplorata. Design Soil è un programma educativo promosso dal professor Akinori Tagashira con gli studenti della Kobe Design University. La qualità dei prototipi dimostra che è possibile conciliare in modo ottimale la ricerca universitaria con le esigenze reali del mercato.
One for all di Yuri Naruse (1979) e Jun Inokuma (1977) è un piatto che funziona da tavolo (e viceversa) e che ha la capacità di creare relazioni tra le persone che vi si aggregano intorno
One for all di Yuri Naruse (1979) e Jun Inokuma (1977) è un piatto che funziona da tavolo (e viceversa) e che ha la capacità di creare relazioni tra le persone che vi si aggregano intorno
A dispetto delle dimensioni relative contenute dello spazio espositivo, le proposte degne di nota erano numerose. Like it è la collezione dello studio Pinto (2008) fondato dai designers Takanori Hikima (1983) e Masayoshi Suzuki (1982). I sei oggetti proposti rispondono con eleganza e minimalismo alle piccole esigenze quotidiane. In particolare il porta candele Re-light, con la forma di una lampadina, e lo svuota tasche Horizont, che valorizza gli oggetti usati quotidianamente separandoli dallo spazio circostante. Un-do design (2008), fondato da Yasutaka Kimura (1982) e Rui Matsuo (1983), lavora sul tema del gioco, impiegando materiali e metodologie primitive per realizzare articoli moderni che fanno parlare di sé. Katan-Koton è un arredo modulare e polifunzionale ispirato ad un giocattolo dell'epoca Edo. Hanger tree è un prototipo che decostruisce l' appendiabiti tradizionale trasformandolo in un albero di grucce che può assumere infinite configurazioni. L'allegra collezione di sedute Flip series dai colori sgargianti e dalle forme estrose è prodotta da Sixinch Japan e disegnata da Daisuke Motogi (1981). In conclusione vale la pena di citare la stimolante proposta di Shuhei Fukuda (1980), ispirata alle antiche meridiane: un orologio che segna lo scorrere del tempo attraverso il suo movimento nello spazio. In Giappone esiste una parola che manca in occidente: Ma. Significa spazio, ma anche tempo. Come Dew, la lampada che apre quest'articolo, Nights of Round è un design emozionale che genera empatia e che ci ricorda il nostro intimo legame con l'universo. Matteo Belfiore
Like it è la collezione dello studio Pinto composta di sei oggetti che rispondono con eleganza e minimalismo alle piccole esigenze quotidiane
Like it è la collezione dello studio Pinto composta di sei oggetti che rispondono con eleganza e minimalismo alle piccole esigenze quotidiane
Cathedral, lo sgabello progettato dagli studenti della Kobe Design University, è ispirato alle forme gotiche
Cathedral, lo sgabello progettato dagli studenti della Kobe Design University, è ispirato alle forme gotiche
Katan-Koton di Un-do design è un arredo modulare e polifunzionale ispirato ad un giocattolo dell'epoca Edo
Katan-Koton di Un-do design è un arredo modulare e polifunzionale ispirato ad un giocattolo dell'epoca Edo

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