Nel 2007 un progetto pensato per celebrare la maison Pucci nel suo sessantesimo anniversario ha consapevolmente utilizzato il colore come leitmotiv. In quell'occasione, la riflessione sul rapporto fra i cromatismi accesi e il fashion design di Emilio Pucci è stata portata a un livello superiore: si trattava di The Coloured Rooms, un'installazione curata da Maria Luisa Frisa con l'allestimento di Arabeschi di Latte e Laboratorium. A Palazzo Pucci, la palette di colori del marchese era un vero e proprio motore dell'allestimento: sulle pareti, foglietti colorati, che utilizzavano i colori messi a punto da Pucci, diventavano superfici pixelate in grado di accogliere al loro interno una parte dell'archivio Pucci messo in mostra. Sugli armadi del palazzo, i nomi dei colori che ritmavano l'allestimento diventando wallpaper psichedelico erano scritti con un font messo a punto per l'occasione, l'EmilioFont, un nome che giocava con la tradizione della maison stessa, perché era il marchese in persona che amava ribattezzare la nuance messe a punto utilizzando nomi evocativi (pavone, moonshine), o addirittura il proprio nome (celebre il Rosa Emilio, protagonista delle foto nelle riviste di moda degli anni Cinquanta).
Oggi, nel 2011, Laudomia Pucci, figlia di Emilio e image director del brand, ha scelto di rivolgersi ancora a Maria Luisa Frisa quando ha deciso di aprire al pubblico e mettere in mostra l'archivio della Maison presso la villa di famiglia di Granaiolo, in occasione delle Journées Particulières, organizzate dal gruppo LVMH il 15 e il 16 ottobre 2011, fra Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Polonia, in luoghi significativi per l'identità dei marchi della multinazionale del lusso (fra cui, oltre a Emilio Pucci, Bulgari, Christian Dior, Guerlain, Givenchy, Loewe, Fendi, Luis Vuitton, Moët & Chandon): in atelier, tenute, dimore di famiglia e boutique storiche sono stati organizzati visite, conferenze, workshop per raccontare e mettere in scena il saper fare e gli immaginari che animano gli universi di questi brand.
Se la prima stanza, "Palio", è l'omaggio a uno dei temi che maggiormente identifica la grammatica creativa di Emilio Pucci, la teorie di stanze è completata da due spazi dedicati al "Palazzo": i materiali di ricerca e i documenti relativi al marchio sono disposti su tavoli e sedie della prima boutique Emilio Pucci a Palazzo Pucci, e su tappeti Pucci. La grammatica visuale del brand è amplificata dai nomi dei colori della Maison, stampati sulle ante degli armadi in EmilioFont. Nella quarta e ultima stanza, dedicata agli "Archivi", i colori diventano strumento classificatorio, che trasforma gli armadi in grandi inventari, al cui interno sono esposti capi d'archivio suddivisi per periodo. Il progetto allestitivo riesce a mettere in scena la meraviglia e la dimensione viva e pulsante di un archivio come quello di Pucci ed esplicita il ruolo centrale che il gioco combinatorio, le geometrie e le suggestioni dei colori ricoprono nel progetto di moda.
I colori Pucci esplodono e diventano dispositivo per esporre abiti, accessori, oggetti, documenti, un mosaico che invade pavimento, pareti, ma anche tavoli e armadi, e che ridisegna gli spazi per evidenziare il percorso che conduce attraverso gli altri spazi alla scoperta dei materiali depositati nelle stanze di Granaiolo.
