Alessandro Mendini
Un paradosso che si realizza.
Alessandro Mendini definisce
così l'ultima versione di un'icona
indiscussa del design italiano,
quella poltrona di Proust ideata
nel 1978 con studio Alchimia come
opera di re-design, partendo da una
romantica poltrona barocca sulla
quale pennellare a mano infiniti
punti policromi. L'idea di ottenere
un pezzo di design partendo da
un input improprio al normale
iter progettuale (il mondo visivo
e oggettuale di Proust) è stata
declinata da allora in molteplici
varianti di colore, forme e materiali—
persino in bronzo e in ceramica—,
ha viaggiato in tutto il mondo ed
è passata per tanti musei. L'ultimo
viaggio di trasformazione in oggetto
industriale stampato in plastica
rotazionale lo si deve a Magis, che
ha reso la Proust un gioiello
tecnico e produttivo, un oggetto
senza tempo carico di "una nuova
energia di colori e atmosfere".
Labt
Quando Frank Ternier (un falegname
con studi di pittura alle spalle) ha
fondato, a Gand, Labt, "studio per
la progettazione di mobili" con
l'intenzione di mettere a frutto
nuove idee per mobili da editare in
piccole serie, lo ha pensato come "una
serra in cui coltivare le idee e vederle
crescere dallo schizzo iniziale su
carta alla realizzazione in prodotto
finito". La prima collezione di tavoli
in compensato raccoglie il lavoro
di autori con cui ha sviluppato una
consuetudine di lavoro nello spazio
intermedio tra architettura e progetto
d'interni: la migliore generazione
di architetti e creativi fiamminghi,
come Jan en Randoald, Henk De Smet
& Paul Vermeulen e Architecten
De Vylder Vinck Taillieu. I tavoli in
compensato giocano sulle qualità
grafiche del legno (come nel TTable di
Jan en Randoald, nella foto), o nascono
dalla riflessione su forme conosciute
per 'copiare' dalla memoria, oppure si
ispirano a metodi di sartoria. FP
Pinacoteca di Brera, via Brera 28
Salone del Mobile countdown
Al via la grande kermesse milanese: un viaggio dietro le quinte della produzione con designer noti e giovani promesse.
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- 11 aprile 2011
- Milano
Real Industry
Future Classics
Comforty, il nuovo marchio fondato
da una solida azienda polacca
specializzata nella produzione di
mobili, porta con sé l'energia positiva
di una nazione in trasformazione.
Questo Paese ha affrontato l'ingresso
nel libero mercato con una vitalità
straordinaria e ora, con altrettanta
vitalità, affronta l'opportunità
che il design possa guidare la
trasformazione industriale e spingere
uno dei maggiori produttori di
mobili al mondo (accanto a Cina e
Italia) a passare dal ruolo prevalente
di terzista a quello di 'produttore'
di propri progetti con un'identità
riconoscibile. Un concorso, da
cui Philippe Nigro è uscito vincitore,
ha mostrato quanto questo nuovo
marchio del sistema industriale
polacco faccia affidamento
sull'energia giovane di un gruppo di
progettisti internazionali guidati
da Tomek Rygalik, per mettere a fuoco
una nuova identità tra differenze
ed elementi comuni. . FP
Superstudio Più, via Tortona 27
Sezgin Aksu
Silvia Suardi
Un insetto sorretto da gambe
differenti per dimensioni e colore,
che si fermano a piacere per reggere
piani dalle forme mutevoli. Le gambe,
in tubolare metallico, possono
essere rivestite sia in tessuto sia
in pelle, mentre il piano è in vetro
temperato. Come gli altri pezzi del
nuovo marchio italiano Colè (un
progetto di Matteo De Ponti e Laura
Macagno), Asymetrical Table è il
frutto di una riflessione sui mobili
della memoria e di una rilettura,
segnata da leggerezza e ironia, di
alcune forme archetipiche. L'idea che
informa tutta la produzione Colè,
realizzata per questo esordio con gli
studi Aksu/Suardi e Lorenz/Kaz e con
il laboratorio interno Colè Design Lab,
è la valorizzazione delle lavorazioni
artigianali e semi-industriali
radicate nel territorio: la ricerca di
una sostenibilità che coincide prima
di tutto con il "km zero" e con la
possibilità di realizzare ogni parte del
prodotto in un unico distretto.
Giacomo Manoukian Noseda, piazza San Simpliciano 2
Rotor
Il collettivo con base a Bruxelles,
curatore del padiglione belga alla
scorsa Biennale di Architettura
veneziana, propone un progetto che
vuole far riflettere sulla pratica del
costruire. Così come l'allestimento
dei Rotor a Venezia aveva indagato
il fenomeno dell'usura, visto come
un processo inevitabile oltre che
fattore capace di influenzare i
comportamenti della gente, quello
di Milano si concentrerà sul riuso di
un materiale improduttivo come le
componenti costruttive dismesse,
utilizzate per le sfilate di moda.
"Al di là dei pochi istanti della loro
esistenza, la loro corporeità
si trasforma in un peso", affermano.
Un tema, quello del recupero dello
scarto quotidiano e industriale,
che accomuna mondo della moda e
del design e che è stato una presenza
costante nelle vicende della
storia dell'arte: dal Cubismo al
Futurismo, dal Dadaismo
al Nouveau Réalisme e alla Pop Art.
Fondazione Prada, via Fogazzaro 36
Francesco Faccin
Francesco Faccin è un virtuoso
del legno e un giovane progettista
appassionato con una solida
formazione alle spalle, affinata negli
studi di Enzo Mari e Michele De
Lucchi. Questa per Danese è la sua
prima sedia a intraprendere la via
della produzione industriale.
Un incontro che gli offre l'occasione
per uscire dall'ambito dell'autoproduzione
che ha caratterizzato il
suo lavoro fino a questo momento.
Come è ben noto, la sedia è il banco
di prova per ogni designer. Questa
coglie il 'suggerimento' offerto dal
materiale, un tipo di multistrato di
faggio più 'rifinito', denso, compatto.
La sedia contiene l'aspirazione a una
produzione accessibile, razionale,
semplificata. Ogni sua parte (gambe,
seduta, schienale) è ricavata
da un unico piano: un oggetto
tridimensionale, che si compone a
partire da elementi rigorosamente
'tagliati' da un piano
a due dimensioni. FP
Danese, via Canova 34
Valentina Del Ciotto
Simone Spalvieri
Lavorano insieme da due anni
questi due giovani italiani laureati
in Industrial Design, uniti dalla
convinzione che, soprattutto
nell'arredamento, ciò che motiva
la continua progettazione di nuovi
prodotti sia la ricerca dell'emozione,
della sorpresa, e che per questo alla
base di ogni oggetto di design ci
debba essere un'attenta scelta di
nuovi materiali, segni e significati.
Le illusioni della materia sono infatti
il filo conduttore che accomuna i progetti presentati al Satellite, tra
cui la poltrona Sacchetto, che nasce
da uno studio sull'utilizzo del Tyvek
nell'arredo. I due designer sono
riusciti a mettere a punto un metodo
di unione del materiale senza collanti
e cuciture: i fogli di Tyvek sono uniti
da una saldatura a ultrasuoni che li
rende impermeabili. L'effetto visivo è
quello di una poltrona in carta fragile
e delicata, un sacchetto fuori scala che
contiene un imbottito estremamente
resistente, anche per esterni.
SaloneSatellite, A6
Michael Young
L'ispirazione viene dall'archivio
Trussardi, incredibilmente ricco di
progetti eterogenei che vanno dai
motoscafi alle auto, dagli interni
per aerei ad arredi sperimentali.
Molti dei progetti storici trovati nel
corso della ricerca fatta dal designer
erano infatti già sorprendenti per
portato di inventiva e ricerca di nuove
tipologie di prodotto. Ma se la base di
partenza è stato il passato, lo sviluppo
del progetto è radicato nel presente:
geograficamente tra il comasco e Hong Kong, dove ha studio Young.
Che ha deciso di prendere il meglio
da entrambi i mondi per sviluppare
questa nuova serie di sedute: i plus
dello sviluppo della tecnologia in 3D
e tutte le attrezzature a essa connesse
dall'Asia, insieme alle insuperabili
abilità degli artigiani che lavorano
la pelle dall'Italia. Si tratta del primo
di una serie di potenziali prodotti da
sviluppare per la collezione Trussardi
Palazzo Trussardi, piazza della Scala 5
Ronan & Erwan
Bouroullec
In sintonia con il lavoro che sviluppano
in tandem da oltre dieci anni, il
sistema di scaffalature Folio—che
viene presentato nel circuito off del
Salone insieme alla nuova collezione
Established & Sons—è un oggetto
poetico, creato con pochi elementi e
un vocabolario ridotto all'essenziale.
La ricerca per trovare modalità
semplici, ma ricche di inventiva
tecnica e formale, per tenere in ordine
un ambiente viene qui sviluppata
coniugando il carattere di estrema funzionalità di scaffalature piane
con le soluzioni più elaborate offerte
da cassettiere con ante.
Folio consente quindi di nascondere
degli oggetti dietro a un'anta in feltro
incernierata, grazie a un meccanismo
in alluminio, alla base di una mensola
in legno di quercia.
Teatro Versace, piazza Vetra 7
Monica Förster
Grazie a una combinazione di
poliestere (85%) e lycra (15%) laminata
con una pellicola di poliuretano e poi
sagomata e incollata su una struttura
di sostegno, la designer svedese
ha potuto lavorare a forme dalla
doppia curvatura che consentono di
realizzare suggestivi giochi di luce.
La lampada Glory, progettata per
la spagnola Vibia, viene proposta
in più varianti di dimensioni, con
diffusori a tre o sette cavità, sempre
declinati nella forma di una piramide irregolare rovesciata e fissati allo
stelo della piantana tramite magneti,
così da facilitare le operazioni di
rimozione ma garantendo comunque
una tenuta in tutta sicurezza.
I diffusori della versione a
sospensione vengono collegati a tre
cavi di acciaio che si fissano a una
base fissata a soffitto.
Salone, Pad. 9 D06-C15
Nipa Doshi
Jonathan Levien
La ricerca del duo anglo-indiano,
che ha ormai sviluppato una rodata
sintonia progettuale con Patrizia
Moroso, si concentra quest'anno
sulle proprietà visive e tattili di un
materiale conosciuto come "liquid
wood", differenti da ogni altra
plastica industriale. Questo composto
termoplastico utilizzato per la seduta
Impossible Wood, all'80% di fibra
di legno e al 20% polipropilene, può
essere lavorato utilizzando normali
macchinari per stampaggio a
iniezione. La pressione e il calore che si
sprigionano durante la fase di stampo
consentono il rilascio dell'umidità del
legno che brucia sulla superficie di
alluminio creando un effetto ossidato
irregolare, simile a quello della pelle.
Sono le caratteristiche di questo
materiale (che rilascia anche un odore
di legno) ad avere ispirato i Doshi
Levien per questa seduta, la cui forma
guarda invece al lavoro dello scultore
afroamericano Martin Puryear, in
particolare al suo Cedar Lodge del 1977.
Salone, Pad. 16 C23-D22
Francis Chabloz
Ha iniziato come costruttore
di armadi prima di studiare da
industrial designer all'ecal di
Losanna questo giovane progettista
francese che porta la collezione di
sedute e tavoli Fast al Satellite. Il
progetto è improntato alla versatilità:
consente di ottenere sedute e tavoli
velocemente, in base alle necessità
del momento. L'ispirazione alla base del sistema è la cintura che si trova
nei tavoli in legno della tradizione,
diventata qui l'elemento strutturale
che fa da collante a tutti gli
elementi della collezione: nel lavoro
di Chaboz è diventata così forte
da consentire di fissare le gambe di
sedie e tavoli a sedute e piani
di appoggio, senza l'aiuto di viti.
SaloneSatellite, A10
Wouter Nieuwendijk
Jair Straschnow ik
Esterni ha chiamato questo duo di
designer olandesi, recentemente
premiati dal Design Museum di
Londra con il Brit Insurance Design
of the Year Award, per collaborare
alla nascita di Esterni Design, un
nuovo brand che presenta al Public
Design festival il primo pezzo della
collezione: la panchina circolare.
Si tratta di un oggetto-manifesto
dell'arredo urbano, un invito alla
socializzazione e all'instaurazione
di nuovi rapporti sociali, anche
in un contesto straniante come
quello di una città, già pensato nel
2006 e ora ingegnerizzato.
È costruito in legno non trattato
e ha uno schienale che si inclina
progressivamente, per soste
e conversazioni prolungate
Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4