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Oled, una tecnologia del futuro

La superficie che illumina. Un momento di passaggio nella storia della luce artificiale.

Oled, tecnologia e applicazioni
Gli Oled sono una nuova categoria di sorgenti luminose che aprono scenari del tutto nuovi nella relazione con la luce. Come i Led, sono luce allo stato solido, ma nella loro natura di superficie alludono a un mondo di pelli luminescenti, superfici illuminanti capaci di trasformare la percezione della luce stessa. Come i 'cugini' Led, gli Oled sono diodi a emissione luminosa; sfruttano, però, le qualità dell'elettronica 'organica': sottili pellicole plastiche dello spessore di un foglio di carta che, se attraversate dalla corrente, sono in condizione di emettere luce. La tecnologia Oled offre grandi vantaggi (bassa tensione di alimentazione, ottimo contrasto, brillantezza dei colori) con alcuni limiti: primo fra tutti, il costo ancora molto elevato. Oled e Led sfruttano entrambi la capacità di alcuni materiali semiconduttori, opportunamente 'drogati', di produrre fotoni quando si applica una differenza di potenziale. Questi materiali sono, oggi, la tecnologia di frontiera per lo sviluppo di una moltitudine di prodotti innovativi (come appunto gli Oled), le celle solari organiche e altre applicazioni come memorie, sensori organici, batterie flessibili, electronic paper e molte altre… Ci troviamo, dunque, nel momento di passaggio da una fase sperimentale, fatta di ricerche di laboratorio ed elaborazione di prototipi, a quella della produzione industriale. Le previsioni di mercato elaborate dalle aziende produttrici di Oled indicano a breve termine, entro il 2012, l'uscita sul mercato della prima generazione di prodotti di serie; dal 2012 al 2018, l'avvio di una vera e propria produzione industriale standardizzata.

Cosa sono gli Oled
Gli Oled – diodi organici a emissione di luce – consistono di una pila di strati di materiale organico (ognuno spesso 100 nm) compresa tra un anodo e un catodo: il substrato, attualmente, è un vetro sottile rivestitito con uno strato trasparente conduttivo – l'anodo – a cui si sovrappone la pila di strati organici di lacune e di elettroni, seguiti, a loro volta, da un catodo inorganico. La sperimentazione, però, sta indicando l'utilizzo di pellicole sottilissime e flessibili che aprono orizzonti del tutto nuovi. Nell'architettura di questi prodotti di nuova generazione, figli dell'elettronica 'organica', colpisce l'analogia tra prodotti 'tradizionalmente' diversi per tipologia che, invece, con i nuovi processi produttivi (analoghi alla stampa), assumono una nuova affinità formale e funzionale. Questa 'simmetria' riguarda, per esempio, le celle solari che hanno un'architettura analoga a quella degli Oled: la differenza è che il materiale organico in grado di emettere elettroni e lacune è sostituito da un materiale che assorbe i fotoni della luce solare. In un certo senso, i due sistemi sono speculari: un materiale, attraversato da corrente, emette luce; l'altro, colpito dalla luce, emette corrente. Come non immaginare, quindi, che in futuro un elemento familiare come una finestra potrebbe accumulare energia durante il giorno, per poi restituirla sotto forma di luce: ossia funzionare da cella solare o superficie luminosa a secondo della necessità. Nel suo stato off, l'Oled può essere trasparente, quindi si possono immaginare tutta una generazione di nuovi prodotti, da piccole lampade con applicazioni decorative e segnaletiche fino a luci integrate nell'architettura: controsoffitti luminosi o elementi d'arredo 'luminoso' flessibili, pieghevoli e arrotolabili con numerose possibilità di impiego nell'illuminazione degli interni oppure in interni di aerei o automobili, con notevoli vantaggi in termini di leggerezza e riduzione dei consumi. Dato che la luce emessa ha una potenza per unità di superficie piuttosto bassa, non è abbagliante e non genera grandi quantità di calore: risulta particolarmente adatta per applicazioni sensibili al calore come i banchi di refrigerazione o espositori per cibo.

Elettronica organica vs silicio
Nella tecnologia Oled, la luce è un'emissione che nasce quando si applica una differenza di potenziale a un materiale organico: per organico si intende un materiale plastico basato sulla catena del carbonio. I semiconduttori di tipo organico sono costituiti sia da "piccole molecole" a basso peso molecolare che da lunghe catene polimeriche. Le piccole molecole sono depositate per evaporazione termica sottovuoto, gli strati a lunga catena polimerica con il sistema di stampa ink-jet. Questo processo di produzione risulta più economico rispetto alle tecniche tradizionali di produzione del silicio, che comportano alte temperature di fusione e che richiedono numerosi passaggi (dal lingotto al wafer). L'elettronica organica va nella direzione di una leggerezza produttiva e di riduzione dei costi. Rispetto alle tecnologie del silicio, che richiede investimenti e strutture pesanti, infatti, l'elettronica organica apre uno scenario di impianti leggeri, di tecnologie analoghe a quelle impiegate nella stampa di un quotidiano (del tipo chiamato in inglese "Newspaper-like" Roll-to-Roll Fabrication).

Sostenibilità
Poiché il 19% del consumo di energia mondiale è dovuto alla produzione di luce, la possibilità di un risparmio significativo inquadra il problema degli Oled in un'ottica di sostenibilità ambientale: l'efficienza delle sorgenti – cioè come si trasforma l'energia elettrica in energia luminosa – è un parametro sempre più importante in un momento in cui le nuove regolamentazioni energetiche stanno imponendo in tutto il mondo la dismissione dei prodotti di illuminazione troppo poco efficienti e, quindi, il rinnovamento degli apparecchi luminosi. Gli Oled, come i Led, hanno efficienze elevate che sia aggirano, per i Led, fino a 100-120 lumen/watt e, per gli Oled, fino a 65 lumen/watt (una lampadina a incandescenza consuma, invece, 15-20 lumen/watt). Inoltre gli Oled, non contenendo sostanze a rischio come il mercurio, minimizzano il problema del riciclo.

Alberto Meda
Oled: Ingo Maurer e la sperimentazione sul campo
Quando abbiamo cominciato a lavorare con gli Oled, circa quattro anni fa, questa tecnologia era in una fase del tutto sperimentale. In pochi anni, la ricerca ha prodotto un notevole avanzamento in termini di durata ed efficienza dei moduli luminosi. Le aziende in grado di affrontare una produzione pressoché di serie si contano, però, ancora sulle dita di una mano. Dopo quattro anni, si può dire che gli Oled sono ancora una tecnologia del futuro.
Siamo stati i primi, nel 2008, a progettare e realizzare un oggetto luminoso con Oled: Early Future era un'edizione limitata in 25 pezzi di una lampada da tavolo con 10 moduli Oled sviluppata in collaborazione con Osram: si trattava di un progetto molto avanzato. Quest'anno abbiamo presentato nuovi oggetti luminosi che fanno uso di Oled, tra cui Flying Future che rappresenta un avanzamento notevole rispetto a quel primo progetto.
Penso che quello che esiste oggi sul mercato, però, siano da considerare esperimenti. Non siamo ancora arrivati a un punto dove si può pensare di avere un prodotto di massa: si comincia a intravederne la possibilità, ma ci vorrà ancora qualche anno.
Recentemente Ingo ed io abbiamo assistito a una conferenza sugli Oled: la complessità, dal punto di vista tecnico, è tale che è difficile pensare che nei prossimi due anni ci saranno avanzamenti decisivi. Occorre, almeno, che l'industria metta a punto un modulo luminoso efficiente, di lunga durata, a un prezzo ragionevole che permetta di utilizzare gli Oled quali prodotti di serie.
Quando ci siamo avvicinati agli Oled, siamo rimasti subito affascinati da questa tecnologia perché offre delle possibilità che non abbiamo mai avuto prima. È sempre stato molto complicato creare una superficie luminosa leggera. Questa sorgente di luce ha una qualità molto alta: il modulo luminoso è molto sottile, molto chiaro, molto efficiente. In più, non ha bisogno di schermi, diffusori, riflettori e neppure di portalampada: la sorgente luminosa si può utilizzare, così, nuda, con poco altro.
Tutti gli oggetti luminosi con Oled che abbiamo progettato, in un certo qual senso reagiscono alla qualità degli Oled. Si può introdurre un movimento, si può orientare la direzione dei moduli, si può giocare con la luce: c'è una grande flessibilità nel design. Siamo, ancora, in una fase sperimentale con problematiche relative alla potenza, al tempo di vita e, soprattutto, al prezzo: ancora troppo alto.
Per quanto riguarda la qualità della luce, gli Oled danno una luce molto uniforme. È facile prevedere che in futuro potranno essere usati per l'illuminazione generale degli spazi, come accade oggi con i tubi fluorescenti: con il vantaggio, però, di essere molto sottili e leggeri, oltre a contenere notevolmente i consumi. Gli Oled, inoltre, sono perfettamente complementari ai Led: il Led è piccolo punto che emette luce e ha bisogno di un riflettore o di un'ottica per diffondere la luce. Gli Oled, invece, sono una superficie luminosa: emettono una luce diffusa, molto soft, al contrario della luce puntuale dei Led.
In conclusione, tutto dipende da quanto l'industria sarà capace di realizzare in termini di dimensione dei moduli. Fino a oggi abbiamo lavorato con moduli piuttosto piccoli, in futuro si può immaginare di disporre di moduli e superfici più grandi in modo da integrarli nelle pareti o nel soffitto per realizzare una luce generale diffusa. Sarebbe, anche, interessante utilizzare moduli flessibili per creare luci tridimensionali. Anche la sperimentazione che abbiamo condotto con Novaled per Flying Future indica una nuova direzione di ricerca, con l'applicazione di moduli trasparenti, che porta a immaginare, per esempio, una nuova generazione di finestre o superfici trasparenti luminose.

Tratto da una conversazione con Bernhard Dessecker, designer della Ingo Maurer GmbH

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