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Il nuovo design olandese a Eindhoven

Report dalla settimana olandese del design. Tra pragmatica e filosofia.

Anche quest'anno i riflettori si sono accesi sulla cittadina olandese, che dal 23 al 31 ottobre ha ospitato il più atteso appuntamento del design nazionale, giunto alla sua nona edizione. Con circa 200 mila abitanti e un passato industriale legato indissolubilmente alla Philips, Eindhoven ha una posizione di particolare rilievo nel panorama del design internazionale, essenzialmente perché vi ha sede la Design Academy, scuola che ha il merito di aver formato, negli ultimi venti anni, una moltitudine di giovani talenti. Con circa 300 eventi distribuiti in 60 location la manifestazione ha messo in mostra il lavoro di 1.500 designer; una dimensione notevole che, nonostante i numeri e l'apprezzamento del pubblico che vi ha partecipato in un'atmosfera che a tratti ricorda quella del Fuori Salone di Milano della zona Tortona, nonostante varie mostre siano a pagamento, si cristallizza attorno a una dozzina di eventi principali di reale qualità nelle aree del centro e della ex zona industriale dello Strijp. Tra questi, vi sono manifestazioni dal carattere istituzionale come la retrospettiva di Oiva Toikka, designer storico di Ittala, o il premio di design industriale Dutch Design Awards, eventi freschi e alternativi con le proposte dei giovani. Ma quali sono le novità di Eindhoven? Sul piano architettonico, indipendente dalla Dutch Design Week, si è potuto ammirare un edificio commerciale e un parcheggio coperto per biciclette progettati dall'architetto Massimiliano Fuksas – situati in pieno centro storico a pochi passi dal grande magazzino de Bijenkorf realizzato da Gio Ponti, e di fronte alla Witte Dame, la dama bianca, ex l'edificio industriale sede tra gli altri degli uffici di design della Philips e della Academy. Sul piano degli spazi e dell'interior design si sono registrati come novità il centrale Art Hotel, del circuito Best Western Premier, e la nuova sede di Piet Hein Eck. Per quanto riguarda le tendenze in generale, forse in risposta alla crisi, si notano due trend contrastanti ma collegati; le proposta di design si polarizzano verso soluzioni concrete e pragmatiche da un lato e verso studi e ricerche filosofici e teorici dall'altro. Questo riguarda in particolare i lavori dei giovani laureati della famosa scuola ma è riscontrabile in tutti i progetti "Made in Holland". Matrice del design olandese resta l'approccio concettuale e una capacità di vendere non solo prodotti ma anche idee e concetti, capacità proprie da sempre agli olandesi dotati di una creatività libera, non imbrigliata, e abili ed esperti commercianti.

Graduation Design Academy
L'evento più atteso della settimana del design olandese è senza dubbi la presentazione dei lavori finali della scuola. E' qui che tra gli amici della scuola e i curiosi si aggirano galleristi e commercianti di design internazionali alla ricerca dei nuovi talenti di domani, secondo la logica dell'instant fame, il successo in tempi brevissimi. Divisa in due sezioni la mostra presenta da un lato le tesi progettuali degli studenti dopo i primi quattro anni di corso (bachelor) e dall'altro i lavori finali dopo due anni di post-graduate (master). Tradizionalmente vi è una distinzione base legata all'approccio e alla complessità dei lavori; più semplici e concreti quelli del corso base, più strutturati e concettuali quelli del master, a cui accedono anche studenti che provengono da altri corsi di laurea. E' il caso di Maurizio Montalti, ingegnere italiano, che si è appassionato allo studio di funghi sviluppando in laboratorio con il progetto Continous Bodies un fungo in grado di mangiare la plastica e uno in grado di decomporre il corpo umano, ma solo se privo di vita. Dirk van der Kooij, studente del corso bachelor con Endless recupera una macchina in disuso per realizzare senza stampo sedie in plastica, fatte da una sorta di filo continuo. Sono solo due dei molti progetti presentati nell'edificio della Witte Dame.

Piet Hein Eck
La nuova sede del noto designer olandese ha rappresentato una delle attrattive maggiori della settimana del design e farà ancora parlare di sé dato che si tratta di una sede stabile e non della sede per un'esposizione temporanea. Il progettista-artigiano, che si è fatto conoscere al grande pubblico attraverso i suoi mobili realizzati in scarti di legno recuperati, ha inaugurato i nuovi spazi su una superficie di migliaia di metri quadrati, con sviluppo su più piani, nella ex fabbrica di ceramica della Philips, nell'area industriale dello Strijp formata da numerosi edifici inframmezzati dalle casette degli operai. Un cambio di scala che è legato al fatto che Piet Hien Eck non è solo sinonimo di progetto bensì anche di produzione e distribuzione. Nella sua design factory trovano posto oltre allo studio, gli spazi di produzione, lo showroom, una galleria, un negozio. Per ora l'aspetto è quello del non finito, di un recupero appena iniziato, ma forse proprio per questo il fascino non manca. In mostra, e in vendita, oltre alle nuove creazioni di Piet Hein Eck, che si orientano oltre al mobile anche verso l'oggetto e il gadget, anche le borse del marchio Freitag, il lavoro e i prodotti di Studio Job, Tom Dixom e Floris Hovers.

Dutch Invertuals
Il nome ragruppa una collettiva di giovani designer, usciti dalla Design Academy alcuni anni fa. Come nel caso di droog non si tratta di un gruppo fisso bensì di un movimento fluido, con progettisti che di volta in volta cambiano. Coordinati dalla giovane Wendy Plomp hanno già alle spalle alcune mostre. Questa volta si sono cimentati con il tema del tempo, Matter of Time, presentando una serie di oggetti-scultura-prodotto nati e realizzati in legno di quercia risalente a ben 600 anni fa. Lo spunto e il materiale di progetto sono stati forniti dal ritrovamento di fondamenta in legno antichissimo nella zona della porta delle città, in pieno centro storico di Eindhoven. Tra le proposte vi sono i fiammiferi di Julien Carretero e le macchine del tempo relativo, che considerano volume, peso e temperatura, di Mieke Mejier. Gli interessanti e insoliti lavori riflettono oltre che sul tema del tempo sul valore simbolico del legno e sulla sua estetica; sono stati oggetto di un piacevole allestimento all'interno degli spazi dell'agenzia di design EDHV negli spazi suggestivi di un ex magazzino lungo i binari ferroviari.

Liberation of Light Designhuis
Una mostra dedicata al Led e Oled (organic light emitting diodes), quasi una riflessione a voce alta, sulle possibilità e potenzialità di questa fonte luminosa che a detta di tutti sarà quella che illuminerà il nostro futuro. Progetti di ricerca, sperimentazioni, installazioni, quali le realizzazioni poetiche di Daan Roosegaarde ( nella foto), ma anche prodotti industriali già commercializzati, ne tracciano la mappa. Curata dal gruppo di progettisti Yksi Design e allestita al Designhuis la mostra visibile ben oltre le date della Design Week, ovvero fino al 30 gennaio 2011, rende l'idea del Led sia sul piano meramente tecnologico sia su quello più accattivante della capacità espressiva e del coinvolgimento emozionale, rendendo più vicino ed amico il Led a torto considerato una luce fredda e inanimata. Cecilia Fabiani
Oiva Tokka, Moments of Ingenuity. Photo Cecilia Fabiani
Oiva Tokka, Moments of Ingenuity. Photo Cecilia Fabiani
Piet Hein Eck. Photo Cecilia Fabiani
Piet Hein Eck. Photo Cecilia Fabiani
Maurizio Montalti. Photo René van der Hulst
Maurizio Montalti. Photo René van der Hulst
Dirk van der Kooij: Endless. Photo René van der Hulst
Dirk van der Kooij: Endless. Photo René van der Hulst
Julien Carretero. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Julien Carretero. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Julien Carretero. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Julien Carretero. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Julien Carretero. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Julien Carretero. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Mieke Mejier. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Mieke Mejier. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Mieke Mejier. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Mieke Mejier. Photo courtesy of Dutch Invertuals
Liberation of Light. Photo Patrick Meijs
Liberation of Light. Photo Patrick Meijs
Liberation of Light. Photo Patrick Meijs
Liberation of Light. Photo Patrick Meijs
Liberation of Light. Photo Patrick Meijs
Liberation of Light. Photo Patrick Meijs
Liberation of Light. Photo Patrick Meijs
Liberation of Light. Photo Patrick Meijs

Design e ceramica rinnovano un centro commerciale

FMG Fabbrica Marmi e l’architetto Paolo Gianfrancesco, dello studio THG Arkitektar, hanno realizzato il restyling del terzo piano del più grande centro commerciale di Reykjavik. La ceramica, elemento centrale del progetto, riveste pavimenti, pareti e arredi con soluzioni versatili e carattere distintivo.

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