Nel loro progetto SoHo (small office, home office), l'abitazione e l'ufficio di una giovane coppia di professionisti cinesi si sovrappongono, combinando le rispettive vocazioni in modo efficiente. Il poco spazio a disposizione (95 metri quadrati) è stato sfruttato al millimetro. Infatti, gli ambienti principali – tre stanze candide e luminose – hanno tutti una doppia funzione: la cucina è anche reception, la sala da pranzo svolge mansioni di ufficio e, infine, il soggiorno è studiato per trasformarsi facilmente in una sala riunioni. Il progetto è la conversione di un appartamento degli anni Trenta situato in Hengshan Lu, una delle strade più frequentate della French Concession di Shanghai. Gli spazi originali, incorniciati da uno spesso muro di mattoni, erano collegati soltanto dalle porte. "Volevamo rimuovere il vecchio intonaco e forare il muro, creando piccole aperture dalle forme irregolari per collegare gli ambienti anche visivamente", spiega Kok-Meng Tan. Ma l'idea è stata ben presto abbandonata per motivi strutturali: i vecchi giunti di malta erano troppo deboli per reggere un tale "abuso architettonico". È stato invece aggiunto un sottile strato di calcestruzzo in modo da rinforzare le pareti. Un doppio livello che ha dato vita a una parete attrezzata con mensole porta libri e piante, punti luce e altri accessori, per lavorare e vivere.





Per una nuova ecologia dell’abitare
L’eredità di Ada Bursi si trasforma in un progetto d’esame del biennio specialistico in Interior Design allo IED di Torino, in un racconto sull’abitare contemporaneo, tra ecologia, flessibilità spaziale e sensibilità sociale.