In effetti i progettisti hanno saputo intrecciare armonicamente una sequenza di paesaggi naturalistici – con oltre 100.000 specie di piante native, molte delle quali inserite per la prima volta in un contesto 'paesaggistico' – alternandoli con elementi scultorei e artistici che fungono da testimonianza della varietà, dei contrasti e della differenziazione di scala tipici dell'interno australiano. In questo senso si spiega la centralità nel Garden dell'Escarpment Wall (il muro-scarpata), la scultura di ferro arrugginito lunga 90 metri realizzata da Greg Clark a richiamo dei drammatici cambi di scenario caratteristici dell'outback. Sottostante l'esperienza dell'Australian Garden c'è il messaggio di sostenibilità ambientale, sia nella esplicita celebrazione estetica dell'aridità e della scarsità d'acqua sia nell'uso ampio e variegato di materiali locali e "poveri", come sabbia rossa, pietre calcaree, cortecce d'albero e ghiaia. Stefano Gulmanelli
