“Credo fossero rimasti a corto di nomi”. Ironia britannica, falsa modestia o reticenza? È una risposta polivalente quella di Tom Dixon alla mia richiesta dei possibili motivi che hanno portato il Design Museum di Londra a premiarlo con il titolo di Designer dell’anno. È comunque indubbio che viene premiato un designer autodidatta che ha iniziato il mestire “per caso” nell’83, quando era in convalescenza per un incidente. Che è stato lanciato da Cappellini nell’89 con la S-Chair, icona del design. Che ha fondato Eurolounge nel ’94 per produrre i propri progetti in plastica e ha assunto il ruolo controverso di capo del design di Habitat nel ’98. Infine, che è diventato azienda nel 2002 con la Tom Dixon Ltd e che dal 2004 è direttore creativo di Artek, il marchio finlandese creato da Alvar Aalto nel ’35. Approfondiamo questi e altri temi a Malpensa, comodamente seduti sul lungo divano da guinness (lo certifica un prete con auricolare blue tooth, tra un annuncio di decollo e un appello ai ritardatai) che Dixon ha progettato per Bombay Sapphire.
