Sono davvero poche le donne che hanno lasciato il segno nella storia dell’architettura moderna. E la maggior parte di loro ha legato la propria fortuna professionale a colleghi uomini: basti pensare a Charlotte Perriand e alla sua stretta collaborazione con Le Corbusier o, ancora, a Lily Reich, a lungo al fianco di Mies van der Rohe. Con qualche eccezione, come nel caso di Eileen Gray (1878-1976), negletta per tutta la vita e diventata una delle progettiste più amate e imitate del Ventesimo secolo, anche se solo alla soglia dei 90 anni.

Indipendente e autodidatta, introversa e spesso sola in un universo tutto al maschile, Gray è l’autrice di alcuni pezzi di design indimenticabili: uno per tutti, la sperimentale Bibendum Chair in tubolare d’acciaio. E ha firmato alcune icone del moderno in architettura, come la E-1027, una villa realizzata nel 1924 a Roqueburne vicino a Montecarlo, innovativa per la pianta a ‘L’, il tetto a terrazzo, le grandi finestre dal pavimento al soffitto e la scenografica scala a spirale all’interno.

Raccogliendo schizzi, modelli, fotografie e i carteggi personali, l’ampia retrospettiva al Design Museum celebra la capacità creativa della volitiva irlandese, emigrata a Parigi giovanissima. E ne tramanda l’insegnamento, ancora oggi estremamente attuale: “Costruire per l’essere umano”. E.S.
 
London – Gran Bretagna
Eileen Gray
17.9.2005 – 8.1.2006
Design Museum, Shad Thames
T +44-0870-8339955
https://www.designmuseum.org