I curatori, Joseph Rosa e Ruth Keffer, hanno selezionato una dozzina di prototipi, sperimentali o commerciali, appartenenti al mondo del design, della moda, dell’arredamento e dell’architettura con l’obiettivo di stimolare il dibattito attorno a tre temi: la “prossimità / proximity” (ovvero tutto ciò che ci sta attorno), il “rivestimento / cladding” (ciò che deforma o modifica il corpo stesso) e il “recinto / enclosure” (il modo in cui il corpo è costretto o trasformato dallo spazio costruito).
Non c’è da stupirsi quindi se la forma del vaso di Marcel Wanders (“Airbone Snotty Vase: Pollinosis” il suo nome) altro non è se non la materializzazione di uno starnuto. O se la chaise longue di Jürgen Meyer, grazie a una pittura sensibile, memorizza l’impronta del corpo di chi ci si siede e lascia una traccia della sua interazione con l’oggetto. L’idea più provocatoria? Gli interni di Aziz & Cucher con le pareti rivestite - grazie naturalmente all’intervento del computer - di pelle umana.
fino a 23.3.2003
Body Design
San Francisco MoMA
http://www.sfmoma.org
