Tra le più forti: “Non è uno scherzo”…. “Non riesco neanche a guardarlo questo mucchietto fumante di cacca di cane” (Ananova); “Sventolare questa sedia a sdraio davanti agli euroscettici è una provocazione” … “Rem Koolhaas avrà buone ragioni per proporci questi bastoncini colorati. Ma noi abbiamo ottime ragioni per diffidare” … “Ma questo copricostume che c’entra?” “Presidente Prodi: gli tolga i pennarelli prima che sia troppo tardi” (Beppe Severgnini, Corriere della Sera); “È una di quelle idee che sembrano grandiose attorno a un tavolo riunioni dopo aver bevuto un paio di Chardonnays, ma di fatto non funziona” (Bruce Dunlop, capo della Bruce Dunlop & Associates che sviluppa marchi per la televisione). A decidere che fosse giunto il momento di cambiare look alla bandiera europea è stato il presidente della Commissione europea Romano Prodi con il primo ministro belga Guy Verhofstadt, che ha dato l’incarico all’architetto ultra-fashionable (secondo l’Indipendent) Rem Koolhaas.
Il risultato è stato l’abbandono delle stelle in favore delle strisce, 45 coloratissime strisce verticali che riprendono i colori da quelli esistenti delle bandiere degli stati membri. Un logo che, nelle parole di Rem, rappresenta la diversità e l’unità dell’Europa. Gli addetti della commissione europea stanno al momento esaminando il progetto che, se approvato, a breve potrebbe svettare dalle aste del nostro continente, oltre che essere ripreso su cartelli stradali segnaletica varia e sulle targhe delle auto.
Un destino ancora da verificarsi. Se anche dovesse passare, a rassicurare i più agguerriti basterebbe un rapido excursus sulla storia della bandiera americana: è cambiata 27 volte da quando è stata adottata nel 1777, oltre alle 25 servite per aggiornare lo status delle stelle.



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