L'idea alla base di “Total Living” nasce dalla constatazione che stili e modi di vivere si vanno sempre più uniformando sotto etichette e definizioni della moda intesa come industria e forma culturale. Lo stile totale è quindi un “punto di non ritorno” di un progetto globale che si concretizza in uno stile di vita definito nei dettagli in tutti gli ambiti del vivere. E i protagonisti della moda e del design, ma anche i creativi del marketing e della comunicazione, sono una sorta di nuovi visionari mossi dal profitto per proporre sistemi di vita dove tutto è organizzato e metabolizzato dall'estetica.
In quest'ottica, i confini tra i sistemi della moda, del design, dell'architettura, dell'arte e della comunicazione sono sempre più labili: così, la moda si appropria del museo e delle sue tecniche di messa in scena, mentre il museo insegue la moda sfruttando il fascino che essa esercita in maniera globale e interclassista. Si elaborano e si lanciano sistemi di vita impacchettati e preconfezionati che diventano tendenze in grado di influenzare in modo deciso la vita dei consumatori e creare gli adepti di un nuovo culto.
Il libro si compone di due parti. Al percorso iconografico della prima parte – dove si sussegue una selezione di progetti di vita, visioni urbane, architetture, case speciali, negozi, gallerie d'arte, musei, servizi fotografici e campagne pubblicitarie estratti da riviste di moda, di stile e architettura – segue un percorso critico a più voci al quale hanno contribuito, oltre agli stessi curatori, studiosi della varie discipline chiamate in campo: Paola Antonelli, Francesco Bonami, Michele Ciavarella, Riccardo Dirindin, Emanuela De Cecco, Chee Pearlman, Roberto Monelli, Herbert Muschamp, Michele Sernini, Dietmar Steiner, Deyan Sudjic.
