In mostra, le opere forse meno conosciute del progettista, insieme a Pier Luigi Nervi, del Grattacielo Pirelli: circa 90 maioliche create insieme alla manifattura di Doccia (per la quale Ponti è stato direttore operativo dal 1923 al 1930). Famiglie di piatti e vasi, come quella soprannominata "Le mie donne", dove otto fanciulle (Agata, Apollonia, Balbina, Emerenziana, Domitilla, Donatella, Fabrizia, Leonia) sono ritratte in altrettante posizioni, cui si aggiunge una figura solitaria (Isabella) che troneggia su un grande piatto.
Il percorso espositivo prevede anche 67 disegni e 32 lettere con piccoli disegni ("Sono un architetto fallito e un pittore mancato, perché la mia vocazione è quella di dipingere!", confidava l’eclettico Ponti, disegnatore per innata vocazione) e alcuni mobili che lui stesso definiva "sottili, slanciati ed eleganti". Non poteva mancare un’incursione nell’architettura, alla scoperta della Milano degli anni Venti, pronta a riprendere l’attività edilizia subito dopo la guerra. Dalla Casa Ponti di via Randaccio alla Casa in via Domenichino, la prima dagli affacci policromi, manifesto del tentativo di integrare la modernità con la tradizione italiana.
In apertura di "Gio Ponti, maestro del Déco", si terrà un breve convegno-omaggio coordinato da Andrea Bosco, al quale interverranno, oltre alla curatrice della mostra Rossana Bossaglia, Cesare Casati, Emilio Tadini, Guido Vergani e Stefano Zecchi.
Dal 9 novembre 2001 al 31 marzo 2002
Fondazione Biblioteca di via Senato
Via Senato 14, Milano
Informazioni: tel. +39-2-76215318
