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Atelier Van Lieshout
Dopo la prima antologica inaugurata nel 1998, la galleria Giò Marconi presenta, dal 30 maggio a fine luglio, una serie di opere recenti del gruppo di lavoro Atelier van Lieshout (AvL), il laboratorio diretto dall’artista-designer belga Joep van Lieshout. Antimoralista e sovversivo, le sue opere si costruiscono con casse di birra, fino ad arrivare a veri e propri container per aborti e prefabbricati enigmatici, con un design che si schiera agli antipodi del Minimalismo. Un design che si adatta, quindi, alla vita di tutti i giorni e al medesimo tempo alle grandi problematiche della società moderna. Le sue opere sono arte funzionale, da utilizzare come meglio si voglia. “Atelier van Lieshout “ nasce nel 1995, e da allora ha un programma di mostre molto intenso e a livello internazionale. Sono attualmente in corso due personali alla PS1 di New York e alla Jack Tilton Gallery di New York. In maggio ha presentato allo Stichting Museum di Rotterdam la “AVL-Ville”, che è ora anche a Milano in occasione della mostra “Anteprima Bovisa. Milano-Europa 2000”, al PAC e alla Triennale; parteciperà, inoltre, alla “Sonsbeek 9” ad Arnhem, ad “Art Unlimited” a Basilea e alla Biennale di Venezia. Alla mostra del MACBA di Barcellona parteciperà con un’opera dal titolo “The Un-private House” ed alla mostra “Plug-in. Unity and Mobility” a Monaco di Baviera.
Una serie di abitanti di AVL-Ville ritratti sotto forma di manichini neri, sintetici e asessuati
Interno della fattoria dei pionieri, del progetto AVL-Ville
Un gigantesco boiler, una delle opere recenti di Atelier van Lieshout
Manichino nero su sedia, simbolo dell’umanità secondo Joep van Lieshout