La mostra che scopre l’importanza del paravento

In Fondazione Prada una esposizione con allestimento di Sanaa rimette in discussione un oggetto ambiguo: opera d’arte e complemento d’arredo tra scultura e pittura, con pezzi storici e nomi che vanno da Jean Prouvé a Sol Lewitt.

Per raccontare la nuova mostra di Fondazione Prada, “Paraventi: Folding Screens From 17th to 21st Centuries” si potrebbe partire da un elemento puramente linguistico: il termine italiano “paravento” descrive la funzione originaria dell’oggetto a cui si riferisce; l’equivalente inglese “folding screen”, invece, lo delinea visivamente e suggerisce, attraverso i diversi significati della parola “screen” (“paravento” ma anche “schermo”), la complessità di un oggetto liminale per sua natura.

Il testo del curatore Nicholas Cullinan, direttore della National Portrait Gallery di Londra, si apre con una serie di interrogativi volti a cercare di definire l’identità del paravento come oggetto: “Pittura o scultura? Arte o complemento d'arredo? Elemento utilitaristico oppure ornamentale? Decorativo, funzionale, architettonico o teatrale?”. 

T.J. Wilcox, Radio City Music Hall, 2010 Acetato, foglio di alluminio, betulla, MDF, 172.7 × 255 × 3.2 cm Incluso The Heir and Astaire, 2010 Video HD, 9’50’’, copia espositiva Courtesy Sadie Coles HQ, Londra © T. J. Wilcox. Courtesy Sadie Coles HQ, London

Non esiste una risposta univoca a questa domanda, “l’uno e l’altro, né l’uno, né l’altro”, si legge: i pannelli tradizionalmente utilizzati per riparare dal vento, rivelano la loro natura di supporti e superfici, per veicolare ogni volta nuovi discorsi. La mostra esamina il processo di trasformazione di questo oggetto dalle origini a oggi, dai racconti di ibridazione culturale sulla traiettoria Oriente-Occidente, alla contaminazione e fusione tra forme d’arte e funzioni diverse, al paradosso di ciò che è nascosto e di ciò che è mostrato, superando ogni distinzione e gerarchia tra arte, architettura, design, decorazione d’interni.

Il progetto pensato da Cullinan si estende sui due piani degli spazi espositivi del Podium, il principale di Fondazione Prada, ed è completato da altre due mostre nelle sedi di Prada Rong Zhai a Shangai e Prada Aoyama a Tokyo. Settanta sono le opere esposte, alcune antiche e altre realizzate da artisti contemporanei su commissione, in un dialogo continuo di rimandi e riferimenti tematici e iconografici.

Charles e Ray Eames Folding Screen FSW 8 1948 Compensato, rete in polipropilene intrecciata , 172 × 200 cm Collezione privata Foto Rob erto Marossi

L’allestimento al piano terra del Podium progettato da Sanaa (fondato da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa), crea una sorta di labirinto aperto in cui il discorso curatoriale fluisce in maniera continua attraversando quattro secoli e seguendo sette aree tematiche: sinuose pareti ondulate di plexiglas trasparente e tendaggi opachi ripartiscono il luminoso spazio circondato da grandi vetrate.

All’inizio del percorso si trovano due opere che esplicitano il punto di partenza e il punto di arrivo del processo di trasformazione dell’oggetto paravento: il lavoro dell’artista cinese Cao Fei, intitolata Screen Autobiography (Milan) (2023) che, con dispositivi elettronici pieghevoli su cui scorrono sfondi animati e pannelli chroma key portatili, presenta una versione iper contemporanea del paravento come schermo. Accanto, un’opera del XVIII secolo raffigura una “Nave nera”, come venivano chiamate le imbarcazioni europee che approdavano in Giappone per stabilire nuove rotte commerciali. Qui stile giapponese e narrazioni storiche occidentali si fondono, sottolineando il livello di complessità che questo oggetto porta con sé sin dalle origini.

Al piano superiore del Podium la mostra continua con un excursus storico, in cui i paraventi sono disposti in ordine cronologico su piedistalli sagomati, in un allestimento concepito come un omaggio agli innovativi progetti per il Masp di San Paolo realizzati da Lina Bo Bardi, e al lavoro di Sanaa per il museo Louvre-Lens.

Mona Hatoum Grater Divide 2002 Acciaio leggero , 204 cm x l arghezza e profondità variabili © Mona Hatoum Courtesy White Cube (Foto: Iain Dick ens)

Una sequenza che, anticipata dal pannello insonorizzato di Jean Prouvé, inizia con tradizionali paraventi cinesi e giapponesi, e prosegue attraversando secoli e decenni con ritmo incalzante. La pittura di Picasso, la linea architettonica dei paraventi di Eileen Gray, Le Corbusier, Charles e Ray Eames, Alvar Aalto, ma anche il blu Klein, la raffinatezza dei tratti di Man Ray, la trasparenza di Accardi, la gestualità di Marlene Dumas, le campiture di Sol Lewitt, le peonie di Cy Twombly, il paravento come metafora tra dentro e fuori di William Kentridge, l’acquerello di Beyte Saar.

Quelli che potrebbero sembrare elementi di opposizione, nel paravento diventano congiunzioni, e la mostra di Fondazione Prada ci permette di camminare sul confine tra discipline diverse e di indagare con curiosità le infinite immagini nascoste e mostrate da questo oggetto ambiguo per natura. 

Mostra:
Paraventi: Folding Screens From 17th to 21st Centuries
Dove:
Fondazione Prada, Largo Isarco 2, Milano
Date:
dal 26 ottobre 2023 al 22 febbraio 2024
Curata da:
Nicholas Cullinan

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