La Sala delle Carte Geografiche

Chiusa per vent’anni, riapre al pubblico la sala con le carte che simboleggiarono l’apice della maestranza fiorentina nel disegno.

“A Firenze, i monumenti son così fitti da parere accatastati.” Scrive Anselmo Bucci ne Il pittore volante del 1930. Una città fiera è Firenze, ricca di bellezza e di storia che oggi riporta al suo antico splendore, nel suo palazzo più noto, una sala unica sia nel suo genere che nelle meraviglie che da più di vent’anni tiene segrete al grande pubblico: la Sala delle Carte geografiche agli Uffizi.

Lo spazio, progettato dal Vasari, originariamente era una loggia che fu successivamente chiusa e allestita per volontà del cardinale e granduca Ferdinando I de’ Medici (1549 – 1609) in cui volle e fece progettare uno spazio espositivo interamente dedicato alla sua personale collezione di strumenti scientifici. Ferdinando curò ogni dettaglio della sala, facendo anche adattare nella stessa alcune tele di Jacopo Zucchi a vario soggetto mitologico, allegorie del tempo e delle virtù che Ferdinando aveva già a Roma nella sua residenza romana di villa Medici prima di diventare Granduca e che volle poi portare con sé a Firenze proprio in questa sala.

La Sala delle Carte Geografiche
La Sala delle Carte Geografiche, Gallerie degli Uffizi, sala 16, Firenze, Italia, 2021. Courtesy Gallerie degli Uffizi

Affrescata da Ludovico Buti, la sala vede riprodotte alle sue pareti alcune carte geografiche rappresentanti il Dominio vecchio fiorentino, l’isola d’Elba e lo Stato di Siena. Il Buti si basò essenzialmente sui disegni del cartografo Stefano Bonsignori, geografo del Granduca Ferdinando I de’ Medici. Accurate, precise, attente, già ai tempi della realizzazione, simboleggiarono per la città l’apice della maestranza fiorentina nel disegno. Un patrimonio artistico inestimabile per la sua storia, le sue pitture e il panorama che si può ammirare e che rientra nell’idea di spettacolarizzazione della magnificenza fiorentina del tempo.

Ha raccontato il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: “Oltre 1200 luoghi toscani raffigurati, sia del dominio antico quello di Firenze, che del dominio nuovo di Siena.  C’è un affresco dell’isola d’Elba e per la prima volta è esposto il grande commesso in pietre dure che raffigura Livorno come porto che per i Medici era di importanza strategica. Dalle finestre che prima avevano vetrate colorate, adesso finalmente si vede Firenze. Una vista spettacolare verso Santa Croce e San Miniato al Monte. Gli Uffizi sono stati costruiti sotto Cosimo I nel momento in cui Firenze da città stato divenne uno stato territoriale.”

Un restauro durato circa due anni e costato 700 mila euro finanziato in gran parte dall’associazione Friends of the Uffizi Gallery e eseguito dall’Opificio delle Pietre dure e dallo stesso museo degli Uffizi, un restauro che vede la topografia rappresentata in questa sala diventare arte e l’arte della stessa che si fa argomentare dalla geografia sotto il verde, l’azzurro e l’oro che colorano queste antiche mappe.

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