M’illumino d’immenso

La forma della luce, così precisamente delineata da Ungaretti, ha influenzato tanti pittori che hanno fatto del mattino il tema delle loro opere, come l’impressionista Pissaro e Henri Fantin-Latour.

Santa Maria la Longa, 26 Gennaio 1917.

Un giovane caporale del 19° reggimento di fanteria della brigata “Brescia”, Giuseppe Ungaretti, scrive su di una cartolina indirizzata a Giovanni Papini, scrittore e poeta italiano: M’illumino d’immenso.

Quattro semplici parole che decretarono la fama di uno dei più grandi poeti italiani. Un’immagine sintetica quanto d’impatto che descrive un momento particolare del giorno dove il sole risorge e “colpisce nella forma della luce.” (R. Luperini, La scrittura e l’interpretazione). La forma, quella della luce, che ispira, stupisce e porta meraviglia e di certo non solo ai poeti.

Camille Pissaro, pittore impressionista francese attivo nel XIX secolo, dipinge il Boulevard di Montmartre in diversi momenti del giorno, ma soprattutto al mattino, quando la luce riempie le strade, da forma alle architetture, alle persone e alle tante carrozze che percorrono la nota via.

Mattina di primavera è una delle opere più note del maestro francese che nasce come esperimento e si argomenta nella prospettiva data dalla luce stessa. Le architetture nel fondo sembrano quasi scomparire, la luce le mescola e le fonde, la stessa luce che enfatizza i rossi dei comignoli e stride con le tante figure nere che riempiono la strada. 

Pissaro dipinge paesaggi urbani e campestri, tutto ciò che l’affascina, tutto ciò in cui lui rintraccia la sua idea del bello e in ogni descrizione inserisce sempre il momento esatto in cui dipinge. Mattina è sempre presente. Quasi una ossessione. Mattina, dopo la pioggia, Ruen; Mattina, Alberi di mele in fiore, Eragny; Mattina, Ruen, Le Banchine; Mattina, Effetti del sole, Eragny; Il Louvre, Mattina e così via.

Henri Fantin-Latour (1836–1904), Mattina

Tra le tante opere che descrivono il mattino, forse la più affascinante è l’immagine che ci regala il maestro francese Henri Fantin-Latour: Mattina.

Una donna bellissima, nuda, con dei lunghi capelli rossi viene avvolta da soffici nubi. La luce sembra tenue, come se il sole stesse appena sorgendo.

Tutto è trasognante e sensuale, la mattina assume sembianze reali, identificando il momento del giorno attraverso un corpo femminile. Il risveglio dei sensi, l’ingenuità di una giovane fanciulla in tutta la sua potenza erotica.

Non c’è luogo, non c’è tempo, c’è solo il momento.

Candido Nume, che rosato ha il piede, | e di Venere l’astro in fronte porta, | il bel Mattino sorridendo riede, | del già propinquo Sol messaggio e scorta. | Fuggì dinanzi a lui Notte, che or siede | sovra l’occidentale ultima porta, | con man traendo a sé da tutto il cielo, | e in sé stesso piegando il fosco velo.

 Ippolito Pindemonte

Immagine di apertura: Camille Pissarro, Boulevard Montmartre, mattina, tempo grigio, 1897

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