1+1+1, il progetto che mette insieme un artista con un designer e un architetto dice molto dell’attitudine di Elena Quarestani, proprietaria degli edifici di Assab One a Milano e fondatrice dell’omonimo spazio non-profit. Una visione interdisciplinare che ha preso forma negli ultimi anni con sempre maggiore chiarezza. Quella in corso è la quarta edizione di questo progetto che si svolge una volta all’anno, mentre il programma espositivo prosegue alternando artisti contemporanei, fotografi, architetti e designer, eventi.
E questa del 2020 è, almeno sinora, la più riuscita, forse anche perché si tratta di un progetto pensato come unitario e non come la giustapposizione di tre differenti mostre. Una differenza sottile, visto che lo spazio è grande e anche qui i lavori sono in realtà distinti nello spazio, eppure la collaborazione si percepisce nel risultato finale.
1+1+1. Loris Cecchini, Michele De Lucchi e Pentagram in mostra ad Assab One
Un artista, un architetto e un designer, due italiani e uno inglese, è questo il significato del titolo della mostra nello spazio non-profit Assab One a Milano.
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- Simona Bordone
- 29 settembre 2020
ph. Giovanni Hänninen
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ph. Giovanni Hänninen
ph. Giovanni Hänninen
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ph. Giovanni Hänninen
ph. Giovanni Hänninen
ph. Giovanni Hänninen
Non solo ma l’installazione di Loris Cecchini Arborescense in 2 suites, composta da due differenti lavori, Aeroponicseeds XL e Waterbones, sembra nascere da un’opera permanente a pavimento di Andrea Mastrovito, lascito della precedente edizione di 1+1+1. Ed è precisamente questa l’idea che sta dietro a queste sculture di Cecchini, che si espandono come rizomi, metalliche e dure, ma diventano seducenti e morbide nel loro mimare elementi naturali, in potenziale espansione perpetua. Qui sembrano protendersi verso gli altri. La luce naturale che illumina l’installazione di Pentagram & friends esalta il garbo di Home Poems, un progetto nato durante il lockdown, prodotto da Naresh Ramchandani (partner e scrittore dello studio di grafica e comunicazione, tra i più longevi e famosi al mondo), è frutto del lavoro di venti persone ed è stato realizzato a Londra, una delle cinque sedi dello studio. A partire dalle poesie di Henry Ponder, poeta di twitter inglese che scrive haiku urbani, lo studio ha trasformato i suoi testi in video poesie con la regia di Steven Qua, la partecipazione del premio Oscar Kevin Macdonald, le musiche di Yuri Suzuki e JeanGa Becker e tutti coloro che hanno partecipato al progetto. Uno sguardo a colori sugli oggetti della quotidianità con la precisione di chi ha del design una visione aperta. Ma anche il lusso, che a volte i designer si concedono, di un lavoro libero da commissioni.
Da uno a molti, è il caso delle tende-casette fatte di tappeti che occhieggiano dal lato breve dello spazio e poi si fanno vedere insieme come un piccolo villaggio primordiale volante. Many Hands Make One è l’installazione di AMDL CIRCLE – il cerchio interdisciplinare di progettisti di cui Michele De Lucchi è parte e fondatore. Si tratta di una collezione di kilim in edizione limitata, realizzati a mano da Jaipur Rugs, azienda indiana che si avvale di artigiani tessitori, la maggior parte dei quali donne. Il disegno nato in Italia, la tessitura in India, l’oggetto e l’architettura, le molte mani e anche teste. Una sorta di circolarità collettiva che pur essendo insita nella natura dell’oggetto tappeto, qui diventa programmatica: per far bene è il caso di mettersi insieme. Dati i tempi che stiamo vivendo, sembra un’idea convincente.
- 1+1+1. Loris Cecchini, Michele De Lucchi con AMDL Circle, Pentagram & friends
- Elena Quarestani
- Federica Sala
- Assab One, Milano
- 14 novembre 2020