Eva Marisaldi al PAC. Trasporti eccezionali

L’artista italiana indaga sugli esiti di nuove possibili reazioni al proprio lavoro, individuale e collettivo, all’interno dello spazio di via Palestro.

Eva Marisaldi

Il 18 dicembre, Eva Marisaldi inaugura uno fra i più estesi attraversamenti monografici a lei dedicati.
A Milano, al Padiglione D’Arte Contemporanea, si sta allestendo un percorso retrospettivo diacronico, dedicato a mettere in luce nuovi dialoghi fra oggetti, sculture, disegni, interventi sonori, installazioni e proiezioni di film. Il suo vocabolario visuale, così come il linguaggio poetico, spesso traggono forza attingendo dal mondo dell’infanzia, evocando anche il regno delle arti e dei mestieri femminili; tra i quali il cucito e il punto a mano. Ma non solo. Il lavoro di Marisaldi non provoca mai un impatto immediato; i suoi interventi, fatati, complessi e oscuri, sono sempre marcati da un iniziale senso di disorientamento, richiedendo agli spettatori di riflettere a lungo e di osservare ogni superficie sempre più da vicino. Una ragione in più, necessaria a introdurre una pratica di con-proprietà, tra forme e codici, attraverso una lunga intervista.

Secondo quale modalità la letteratura segna, influenza e accompagna la sua mostra antologica al PAC? Quali sono le pubblicazioni oppure i libri che ti hanno maggiormente influenzata, negli ultimi cinque anni?
Considero la letteratura un compagno di viaggio. E’ uno strumento che ci porta via. Ogni autore, secondo me, richiede una precisa misura di attenzione, un tempo di concentrazione. Molti dei miei lavori letti all’interno di romanzi e saggi, così come da ritagli di giornale. In questa mostra si incontreranno molti dei miei autori: Emily Dickinson, Truman Capote, Antonio Gramsci, Asja Lacis, Ken Saro Wiwa, Chinua Achebe, Alice Munro, Ryszard Kapuscinski, Kimanda Ngozi Adikie, Jonathan Crary e Dave Eggers. Recentemente mi sono divertita molto con Il linguaggio delle cose di Dejan Sudjic (l’attuale direttore del Design Museum di Londra) Ho anche trovato interessante il saggio di Claudia Rankin, Cittadino e, di Michele Mari, I demoni e la pastasfoglia.

Potresti raccontare qualcosa di più sul titolo scelto per rappresentare il tuo lavoro Trasporto Eccezionale?
Trasporto eccezionale era il titolo affidato a un vecchio lavoro, che avevo presentano all’interno di una collettiva. Si trattava di una sorta di tappeto volante, catturato, immobilizzato durante un momento di pausa. Era fatto di corde intrecciate e il titolo era ricamato sulla superficie. Esiste una correlazione ovvia tra il pesante, insopprimibile peso di strutture gigantesche (trasportate sulle nostre autostrade da veicoli speciali) e i nostri sentimenti. Strade e viaggi hanno una grande presenza in questa mostra. I pensieri legati ai nostri viaggi spesso persistono dentro di noi, anche negli anni a venire.

Eva Marisaldi
Eva Marisaldi, Disegni persi, 1996, pedana in legno, meccanismo, magnete, polvere di ferro, installazione presso MAMCO, Ginevra, collezione privata

Quante parti e quante referenze diverse legate a Surround (progetto presentato per De’ Foscherari) saranno dispiegati negli spazi del PAC?
Ci saranno tre lavori: Gli spostati una serie di oggetti realizzati in cartone con un suono proveniente dall’interno, grazie a diversi elementi. Sorround è  una wave machine realizzata sulla base di (un più spartano) modello usato da insegnanti di fisica per spiegare la propagazione delle onde,  io ne ho creato una versione lineare con una serie di disegni che ho mostrato da De’ Foscherari. In galleria, i disegni rappresentavano l’orizzonte della terra, visto dal lago Masurian in Polonia. I disegni dovevano circondare lo spettatore lungo tutto il perimetro dei muri dello spazio espositivo. Le immagini di riferimento erano tratte dal film Noz w wodzie di Roman Polansky. In questo caso verrà allestita una fila di disegni relativi al paesaggio di una riva del fiume tratto dal film The African Queen di John Houston.

Quando, nel 2010, avevi esposto all’EX3, con
Grigio nonlineare, l’installazione a pavimento rappresentava una mappa cognitiva di intuizioni legate all’apprendimento. Quanto, in questi anni, i metodi didattici che tu stai mettendo in pratica ti hanno fatta evolvere o crescere come artista?
Non avevo alcun intento educativo attraverso questo lavoro. Ero principalmente interessata a creare diverse opzioni di attraversamento dello spazio. Ma sono felice tu abbia utilizzato l’aggettivo educativo. Infatti io volevo chiedere e domandarmi: che cos’è l’educazione? Non si deve mai dare alcun significato per scontato. Le parole sono spesso mal utilizzate con enfasi, o ripetute fino a distaccarle dal loro più viscerale e originale significato. L’EX3 era formalmente progettato come auditorium, per questo era abbastanza naturale prediligere la forma del linguaggio scritto, sul bellissimo e vasto pavimento di cemento. Inoltre ho anche inserito un sistema audio che diffondeva una selezione di parole fantasma: parole che ricavano il significato attraverso altre parole del contesto; e quando vengono ripetute in loop diventano ingannevoli per il nostro cervello che non affida più loro un senso. Studiando, usando il tempo che partecipa di quel che mi interessa, vengo intrattenuta, mi vengono spiegate le cose, questa è una prassi che compio giornalmente. L’insegnamento nelle scuole mi obbliga a mettere assieme le idee, pensando a come organizzare i materiali selezionati che non sono stati richiesti. Non sono sicura, in questo momento, di avere qualcosa da dire, ma sto organizzando i miei interventi che intendono suscitare, nei miei studenti, ogni possibile desiderio di gioco, risalendo seriamente, profondamente alle origini dei loro pensieri. Loro non sono da oli. Esiste un mondo pieno di analogie possibili là fuori, c’è il mondo.

Eva Marisaldi
Eva Marisaldi, Musica per camaleonti, 2004, still frame, video realizzato per la mostra "no hope", galleria Minini, Brescia, collezione privata, Padova

Potresti cortesemente descrivere il lavoro più recente e quello più vecchio (in termini di produzione) che caratterizzano Trasporto eccezionale?
Il più vecchio ritengo che sia Angolo (1996), un’animazione tratta da un video di un uomo che fuma e oscilla, appoggiato ad un muro, da un angolo di strada. L’ho associato con l’animazione di una grande foto di un glicine che fiorisce. La prima idea di questa mostra, pensando agli enormi spazi del PAC risiede nella selezione di lavori dal passato, assieme a numerosi nuovi pezzi, per il brivido e la gioia. Durante gli ultimi anni, se ci si riferisce a questo preciso momento strico, sono stata  portata, annaspando un po’ nel buio, a implementare la comprensione di fonti e ricerche. C’è molto disordine, ma fortunatamente non devo schiarirmi le idee per questo Dicembre.
Sono richieste diverse qualità ad un artista: dall’essere un risolutore di problemi a rappresentare una trasgressione pubblica, al realizzare cornici in tono con il divano.

Come si collega il registro sonoro al tuo immaginario visivo? Come vengono utilizzati e espansi, entrambi, in Trasporto Eccezionale?
Certamente il suono, ma anche l’immagine va inclusa all’interno dei canali per le animazioni. Assieme ad Enrico Serotti (in molti casi co-autore dei lavori) utilizziamo il suono impavidamente. A volte espandendo un singolo, piccolo suono, come, ad esempio in 3000 pagine, o sviluppando un’idea da un romanzo per poi farlo accadere nel mondo reale, come in Musica per camaleonti o Progresso; oppure, ancora richiamando un suono che appartiene ai nostri ricordi e che proviamo a ricreare (come il rumore del tarlo del Madagascar in Gli spostati). Durante la mostra introdurremo un vinile registrato, che contiene numerosi lavori audio e lacune colonne sonore dei nostri video. Il progetto è correlato a passività e azione, su richiesta. Se trovassi relativamente semplice mostrare entusiasmo a parole lo farei, ma non è il mio caso. Devo lentamente camminare e scoprire quel che trovo prezioso. Trasporto Eccezionale è anche composto da fotogrammi: porzioni di vita tratte da varie persone nel ondo. Loro sono soliti trasportare attraverso la cosiddetta economia informale.

Potresti esprimere un pensiero o formulare un desiderio che accompagni i visitatori di Trasporto Eccezionale?
Benvenuti.

Titolo mostra:
Eva Marisaldi. Trasporto Eccezionale
Date di apertura:
Dal 18 dicembre, 2018 al 3 febbraio, 2019
Curato da:
Diego Sileo
Sede:
PAC- Padiglione d’Arte Contemporanea
Indirizzo:
Via Palestro 14, 20122 Milano

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