Not always silent

La mostra di Nathalie Du Pasquier alla Kunsthalle di Vienna, sebbene racconti il lavoro di una vita, non è una retrospettiva quanto piutttosto un invito rivolto al visitatore di abitarla come un insieme.

Nathalie Du Pasquier, Big objects not always silent, Kunsthalle Wien 2016
Non ci sono date né titoli né didascalie nella mostra di Nathalie Du Pasquier “Big objects not always silent”, curata da Luca Lo Pinto, in corso alla Kunsthalle di Vienna. La cronologia non abita qui e, sebbene racconti il lavoro di una vita, questa non è una retrospettiva.
Anche se si entra da una parte e si esce dall’altra come è normale in un museo, chi visita la mostra è piuttosto invitato ad abitarla come un insieme che poi è il mondo di Nathalie, dagli anni Ottanta artista attiva e instancabile nel rappresentare nel suo modo inconfondibile ciò che le sta intorno, le sue fantasie, le sue passioni, i suoi pensieri. 
Nathalie Du Pasquier, Big objects not always silent, Kunsthalle Wien 2016
Nathalie Du Pasquier, Big objects not always silent, Kunsthalle Wien 2016. In apertura e qui sopra ph. Stephan Wyckoff

Non c’è nulla in questa mostra che non sia prodotto dall’artista e che non sia riconoscibile come suo. Una serie di piccoli ambienti, le pareti colorate o rivestite di carta da parati, scandiscono e moltiplicano lo spazio: ospitano grandi e piccoli dipinti, disegni e sculture, ma anche piccoli mobili e tessuti e ceramiche in dialogo tra loro per associazioni e assonanze.

E poi sorpresa, un ambiente in cui il colore scompare e rimangono solo la tridimensionalità a scandire lo spazio, il silenzio ovattato di una tonalità neutra e tuttavia ancora una volta si riconosce quel modo inconfondibile di toccare i materiali e le forme.

Nathalie Du Pasquier, Big objects not always silent, Kunsthalle Wien 2016
Nathalie Du Pasquier, Big objects not always silent, Kunsthalle Wien 2016. ph. Delfino Sisto Legnani

Viene voglia di sostare a lungo in questa mostra, di tornare sui propri passi, di sedersi su una delle panche colorate a forma di musicassetta, di posare i piedi nudi su uno dei bellissimi tappeti. Viene voglia di fermarsi in questo mondo, di continuare a respirare quel misto di gioia di vivere e di malinconia e provare a decifrare la magia di un talento tanto generoso, di abbandonarsi alla seduzione di un uso dei segni e dei colori che possono creare dipendenza. Ma viene anche una voglia tranquilla di fermarsi lì a fare le proprie cose, leggere un libro, praticare yoga, ascoltare musica, attardarsi a chiacchierare con un amico seduti sul divano. Forse non è vietato…

Al bookshop, da non perdere la prima parte del catalogo (un libro d’artista) e una serie di libri autoprodotti in edizione limitata in vendita a un prezzo molto contenuto.

© riproduzione riservata

fino al 13 novembre 2016
Nathalie Du Pasquier
Big objects not always silent
a cura di Luca Lo Pinto
Kunstahalle Wien
Museumsplatz 1 Vienna

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