Jonas Staal: Propagandas

Attraverso quattro casi-studio la mostra di Jonas Staal si snoda attorno all’estetica architettonica, vista come modello di rappresentazione di un pensiero politico che, nel corso del tempo, ha conosciuto svolte spesso sorprendenti.

Jonas Staal: Propagandas
Un editoriale dello scorso gennaio di Sicilia Libertaria, la rivista anarchica per la liberazione e l’internazionalismo, afferma: “...una Sicilia indipendente, può solo essere una Sicilia senza stato...”, “in varie aree del mondo dove sono in atto tentativi di cambiamento sociale radicale – Chiapas, Rojava fra tutti – viene messo in discussione lo Stato nazionale, privilegiando progetti che tentano di affermare una società costruita dal basso, attraverso strutture assembleari, autogestione diffusa”.
Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016
In apertura e qui sopra: Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016. Courtesy l'artista e Laveronica arte contemporanea
A scrivere è Pippo Gurrieri, uno storico anarchico siciliano, dai baffi lunghi e dal cuore sincero, che Sicilia Libertaria la continua a pubblicare e divulgare. Le cose che scrive me le racconta a Ragusa, nella sede del giornale, la mattina del sabato prima di Pasqua quando, assieme all’artista Jonas Staal e al curatore Matteo Lucchetti, prende la parola e racconta con rara saggezza la storia di questo centro e più avanti la sua idea di propaganda, di democrazia e di parlamento.

Non è un caso dunque che proprio qui, nel piccolo e prezioso archivio di militanza siciliana, ispirato alla figura della rivoluzionaria Maria Occhipinti, che al grido di “Non si parte!” innescò la rivolta ragusana contro la chiamata alle armi del ’45, comincia la visione di “Propagandas”, mostra personale di Jonas Staal organizzata dalla Galleria Laveronica di Modica.

Sui tre piani dell’alta e sottile casetta di via Garibaldi, sono allestite alcune fotografie scattate nel Rojava, nuovi volti fra vecchi manifesti anarchici e documenti storici di un’iconografia rivoluzionaria e propagandista (appunto). Appesa alle pareti, la serie Anatomy for a Revolution: Rojava (2015) ricalca momenti dell’indipendenza del Rojava, regione curda al nord della Siria dichiarata autonoma nel 2011, e mostra alcuni squarci ed estetiche di vita quotidiana e di pubbliche assemblee, strumenti assunti dal confederalismo democratico, diventato simbolo della lotta contro l’ISIS.

Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016
Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016. Courtesy l'artista e Laveronica arte contemporanea

Il punto di partenza è proprio questo: è possibile emancipare l’arte dalla propaganda?

Attraverso quattro casi-studio la mostra di Jonas Staal, il cui corpus principale si concentra nella sede della galleria Laveronica di Modica, si snoda attorno all’estetica architettonica, vista come modello di rappresentazione di un pensiero politico che, nel corso del tempo, ha conosciuto svolte spesso sorprendenti.

Il lavoro di Jonas Staal da tempo si struttura attorno alla relazione fra arte e politica e sintetizza nel concetto al plurale di “propagande” le sfumature che la parola può assumere in relazione alle diverse forme di potere che possono di volta in volta influenzare l’estetica della produzione culturale.

Durante le rivoluzioni, la cultura e l’arte necessariamente subiscono un processo di ridefinizione. Ma la questione ruota sempre attorno alla stessa dicotomia: come la politica può liberare l’arte dalla propaganda, e come l’arte può liberare la politica? Il Rojava è forse oggi il luogo in cui queste riflessioni stanno manifestando la loro massima espressione.

Da circa un paio d’anni l’artista e la sua organizzazione, il New World Summit, sono stati incaricati dal governo autonomo del Rojava di progettare e realizzare la costruzione di un’architettura permanente che ospiterà le attività del parlamento, per dar vita a una nuova agorà sulla quale il confederalismo democratico possa piantare le proprie radici

Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016
Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016. Courtesy l'artista e Laveronica arte contemporanea
Un luogo pubblico e aperto a tutti, di forma circolare come la sfera di un nuovo mondo, è l’espressione dei principi fondamentali della rivoluzione: laicità, parità fra i sessi, comunitarismo, ecologia sociale. Questa operazione nasce sulla spinta del New World Summit, un’organizzazione artistica e politica fondata da Staal nel 2012, che sviluppa “parlamenti temporanei” su larga scala per gruppi politici apolidi o iscritti a liste di proscrizione. L’architettura (di cui è esposta una bellissima maquette) è sorgente di una democrazia senza stato, per usare il termine coniato dal rivoluzionario curdo Abdullah Öcalan, che indica un nuovo modello basato sui principi di autonomia governativa, uguaglianza di genere ed economia comune.
Un altro esempio di architettura comparata è il lavoro Nosso Lar, Brasília, 2014 presentato attraverso una maquette e due disegni di piani regolatori sovrapposti: quello della città di Nosso Lar (Nostra Casa), realizzato dallo spiritista Chico de Xavier che in un libro del 1944 immaginò una “colonia dello spirito” pensata per gli spiriti dei defunti dei coloni portoghesi, con quello della Brasilia di Lucio Costa e Oscar Niemeyer, nata idealmente sulla spinta anticolonialista e simbolo dell’indipendenza dal Portogallo. Anche se di stampo opposto, modernismo e spiritismo mostrano similitudini inquietanti, nella composizione urbanistica delle due città.
Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016
Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016. Courtesy l'artista e Laveronica arte contemporanea

A suggellare la relazione fra architettura e ideologia, la peculiare “grotta” della galleria, ospita Closed Architecture (2011), il rendering di una prigione immaginata sul progetto di una tesi di laurea della parlamentare del Partito ultranazionalista Olandese Fleur Agema. Proprio lei, allora giovane studentessa, proponeva un modello di prigione a quattro fasi, volto a disciplinare i prigionieri e a trasformarli in membri produttivi della società.

L’architettura per Staal è anche il linguaggio che spesso riproduce fisicamente lo sviluppo delle economie globali e il loro risvolto socio-politico nella ricostruzione dei tessuti sociali delle Nazioni. Monument to Capital (2014-16) è la rappresentazione dei capitali dell’alta finanza attraverso i grattacieli più alti del mondo. Il video si ispira all’indice dei grattacieli di Barclays Capital e mostra, sotto forma di grafico, una correlazione inversamente proporzionale fra la costruzione dei futuri grattacieli più alti del mondo e il sorgere di una nuova crisi finanziaria globale. 

Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016
Jonas Staal, "Propagandas", veduta dell'installazione, Laveronica arte contemporanea, 2016. Courtesy l'artista e Laveronica arte contemporanea
Quello del monumento è un concetto e un immaginario decisamente collegato all’architettura. A Kobane, dopo un interminabile assedio che mise a ferro e a fuoco la città alla fine del 2014, permettendone la liberazione dalle forze dell’ISIS per mano delle milizie curde, la piazza principale distrutta della città, fu tema dibattuto. Il governo autogestito cercava di capire se e come realizzare un monumento che potesse restituire le gesta di questa sanguinosa lotta per la libertà. Decisero che nessun monumento nuovo, eccetto quello delle macerie stesse, avrebbe potuto meglio rappresentare questa forza, che ha riunito uomini e donne sotto uno stesso ideale. All’arte spesso è chiesto di rappresentare l’irrappresentabile, ma questa è la scelta che supera ogni dubbio e risponde in parte alle domande su cui “Propagandas” pone l’accento.
© riproduzione riservata

fino al 13 giugno 2016
Jonas Staal – “Propagandas”
a cura di Matteo Lucchetti
Laveronica Arte Contemporanea, Modica
con la collaborazione di Sicilia Libertaria

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