Il sabato dell'inaugurazione della Frieze Art Fair di New York lo scrittore Rick Moody se ne stava su un palco sotto i riflettori, a sfogliare carte e a leggere brani da The Undependable Global Positioning System ("Il Sistema di Posizionamento Globale Inaffidabile"), saggio e opera sonora commissionata dalla fiera che descrive un GPS paradossale. In occasione dei Frieze Talks 2012 (quattro giornate di incontri con artisti, studiosi e critici della cultura), Moody si presentava nelle vesti di un product manager intento a pubblicizzare un navigatore immaginario che, come spiegava, voleva dare "consigli a chi ne ha bisogno per perdersi, specialmente in questo particolare momento storico in cui perdersi sta diventando sempre più difficile". Come ci si poteva aspettare dall'autore di libri sul malessere urbano come Cercasi batterista, chiamare Alice e Tempesta di ghiaccio, il suo UGPS risponde alla depressione del nostro mondo eccessivamente curato nei particolari affermando, sia pure in modo ironico, che perdere le normali coordinate può essere l'unico modo per ritrovare la strada.
Frieze Talks 2012
Incentrato sul tema dell'atlante, un programma di quattro giorni fitto di conversazioni con artisti, studiosi e critici, ha sostenuto con ironia la necessità di perdersi per ritrovarsi.
Il sabato dell'inaugurazione della Frieze Art Fair di New York lo scrittore Rick Moody se ne stava su un palco sotto i riflettori, a sfogliare carte e a leggere brani da The Undependable Global Positioning System ("Il Sistema di Posizionamento Globale Inaffidabile"), saggio e opera sonora commissionata dalla fiera che descrive un GPS paradossale. In occasione dei Frieze Talks 2012 (quattro giornate di incontri con artisti, studiosi e critici della cultura), Moody si presentava nelle vesti di un product manager intento a pubblicizzare un navigatore immaginario che, come spiegava, voleva dare "consigli a chi ne ha bisogno per perdersi, specialmente in questo particolare momento storico in cui perdersi sta diventando sempre più difficile". Come ci si poteva aspettare dall'autore di libri sul malessere urbano come Cercasi batterista, chiamare Alice e Tempesta di ghiaccio, il suo UGPS risponde alla depressione del nostro mondo eccessivamente curato nei particolari affermando, sia pure in modo ironico, che perdere le normali coordinate può essere l'unico modo per ritrovare la strada.