Living Systems

Le artiste interattive Christa Sommerer e Laurent Mignonneau costringono il pubblico a saperne di più sul contenuto scientifico delle loro opere.

È la prima retrospettiva di Christa Sommerer e Laurent Mignonneau, due degli artisti più celebri e innovativi del panorama dell'arte mediatica e interattiva internazionale. In modo naturale e intuitivo la loro opera elabora interfacce che applicano i principi della teoria dei sistemi viventi in relazione con l'ecologia, la vita artificiale e la scienza della complessità. Questa mostra interattiva ci dà la possibilità di sperimentare in modo partecipato tutte le opere più strettamente collegate con lo studio dei sistemi viventi: Eau de Jardin, Phototropy, Life Spacies II, Mobile Feelings e A-Volve. Ricard Solé, ricercatore nel settore dei sistemi complessi, ha collaborato alla compilazione del dizionario necessario a comprendere gli ecosistemi virtuali degli artisti. Il glossario delle parole chiave nato da questa ricerca è anch'esso esposto nel chiostro dell'Arts Santa Mònica. L'aspetto migliore di questa interattività intenzionale sta nel modo in cui essa costringe fin dal primo momento chi prende parte alla mostra a saperne di più sul contenuto scientifico dell'esposizione. I visitatori si sentono immersi in un laboratorio scientifico e in uno spazio ludico per bambini, dove si impara giocando.

La prima installazione interattiva che si incontra è Phototropy, dedicata al termine biologico per descrivere la forza che spinge organismi come i batteri e i vegetali a seguire la luce allo scopo di trovare nutrimento e quindi sopravvivere. Phototropy presenta degli insetti virtuali che si nutrono e si riproducono grazie alla luce di una lampada maneggiata dal visitatore dell'installazione. La sensazione che si prova è strana perché, se si tiene la luce sempre sullo stesso punto, è possibile uccidere gli insetti ustionandoli a morte. Per cui i visitatori creano la vita o interagiscono con essa ma avvertono anche la responsabilità di togliere la vita. Qui la luce diventa contemporaneamente "sorgente e pericolo", come dice Sommerer.
<i>Eau de Jardin</i>. Foto dpr-barcelona
Eau de Jardin. Foto dpr-barcelona
Life Spacies fa parte di una ricerca iniziata nel 1997, quando Sommerer e Mignonneau iniziarono a riflettere sul fatto che creare la vita virtuale con un computer conduce in ultima analisi a riflettere su come la vita sia apparsa sulla terra. Cercando di scoprire la risposta e di riflettere su come la vita possa essersi sviluppata da elementi o particelle più semplici in strutture di complessità crescente, qui si può interagire con interi sistemi di strutture tramite il computer, digitando messaggi testuali e creando le proprie creature artificiali. Il testo viene usato come codice genetico e un software traduce il testo scritto in una creatura tridimensionale autonoma il cui corpo, il cui comportamento, le cui interazioni e la cui sopravvivenza si fondano unicamente sul loro codice genetico e sulle interazioni con l'utente.
Glossario di parole chiave compilato da Ricard Solé. Foto dpr-barcelona
Glossario di parole chiave compilato da Ricard Solé. Foto dpr-barcelona
Dopo essere stati quasi 'costretti' a interagire con questi enormi schermi ci si ritrova a giocare con l'acqua in A-Volve, un nuovo genere di ambiente in cui i visitatori interagiscono in tempo reale con creature artificiali che vivono in una vasca di vetro piena d'acqua. Le creature virtuali nascono da un disegno, e i visitatori possono disegnare qualunque genere di forma e qualunque profilo con il dito su un touch screen. Sul lato opposto del chiostro è sistemata l'installazione Eau de Jardin, la più grande in termini spaziali, ispirata ai dipinti delle Ninfee dell'ultimo periodo di Claude Monet. L'installazione interattiva vuole trasportare i visitatori in un mondo immaginario di giardini acquatici virtuali. Ma come fanno Sommerer e Mignonneau? Hanno costruito uno schermo da proiezione di 12 metri per 3 con cupole su tre lati, che forma un trittico. Gli ampi schermi orizzontali immergono mentalmente il visitatore in un dipinto virtuale del giardino acquatico. Dal soffitto del chiostro pendono otto anfore di vetro, contenenti piante da zona umida come ninfee, fiori di loto, bambù, cipressi e altra vegetazione acquatica. Quando i visitatori si avvicinano alle anfore la loro presenza viene percepita dalle piante grazie a sensori che iniziano a proiettare le immagini di piante acquatiche virtuali sui grandi schermi.
L'aspetto migliore di questa interattività intenzionale sta nel modo in cui essa costringe fin dal primo momento chi prende parte alla mostra a saperne di più sul contenuto scientifico dell'esposizione. I visitatori si sentono immersi in un laboratorio scientifico e in uno spazio ludico per bambini, dove si impara giocando.
<i>Phototropy</i>. Foto dpr-barcelona
Phototropy. Foto dpr-barcelona
Data l'interattività della mostra e il suo profondo valore didattico è interessante vedere come venga rafforzata da attività collaterali. Da giugno a settembre è previsto un completo programma che comprende tavole rotonde, corsi e laboratori estivi, tra cui lezioni e corsi estivi come Phototropy, Fractals e It Isn't All in Our Genes!; Botaniq, archivio in divenire di diari illustrati che mostrano le esperienze di molti spettatori interattivi con le opere d'arte; e laboratori per famiglie come Complexity. Ethel Baraona Pohl
Glossario di parole chiave compilato da Ricard Solé. Foto dpr-barcelona
Glossario di parole chiave compilato da Ricard Solé. Foto dpr-barcelona
fino al 25 settembre 2011
Arts Santa Mònica. Chiostro
La Rambla 7, Barcelona
<i>Life Spacies II</i>. Con la cortese autorizzazione di Arts Santa Mònica
Life Spacies II. Con la cortese autorizzazione di Arts Santa Mònica
<i>Life Spacies II</i>. Foto Xavi Soto, con la cortese autorizzazione di Arts Santa Mònica
Life Spacies II. Foto Xavi Soto, con la cortese autorizzazione di Arts Santa Mònica
<i>Eau de Jardin</i>. Foto dpr-barcelona
Eau de Jardin. Foto dpr-barcelona
Pannelli espositivi. Foto dpr-barcelona
Pannelli espositivi. Foto dpr-barcelona

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