La città austriaca di Baden bei Wien, dal 2021 parte del sistema Unesco delle Grandi città termali d'Europa, fu residenza estiva degli imperatori austriaci e meta prediletta di artisti e musicisti come Mozart e Beethoven, attratti dai bagni e dai palazzi in stile Biedermeier. Oggi, ben collegata alla capitale Vienna, è una località di sommerfrische dove edifici storici e contemporanei dialogano con equilibrio. Negli ultimi decenni nuove architetture si sono inserite nel tessuto senza forzature, lavorando per analogie e contrasti con quelle del passato. Come quella sorge oggi su un lotto introverso che si affaccia sulla piccola linea tramviaria locale: una nuova abitazione progettata dallo studio Balissat Kaçani e Jann Erhard.
Il cemento a vista è il protagonista di questa casa a Baden bei Wien
Un monolite in calcestruzzo che cela altezze inattese, stanze sospese e percorsi paralleli: nella cittadina austriaca patrimonio Unesco, la nuova casa di Balissat Kaçani e Jann Erhard intreccia intimità e monumentalità.
Foto Willem Pab
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- Eugenio Lux
- 29 settembre 2025
- Baden bei Wien, Austria
- Balissat Kaçani con Jann Erhard
- Residenziale
- 2024
Il sito conserva la memoria di un grande giardino privato appartenuto a una villa borgese di cui la nuova casa, affiancata da alti alberi e da un percorso di accesso pedonale, ne occupa una parte. Da un lato si distende la ferrovia; dall’altro, un muro che si erge a recinto, proteggendo un giardino autonomo e chiuso in sé, accessibile unicamente attraverso l’intimità dell’abitazione. La casa agisce così come soglia, mediazione tra infrastruttura e natura, spazio pubblico e spazio privato. Il volume si presenta come una massa monolitica in calcestruzzo armato, con un sistema isolante gettato all’interno delle murature. L’assenza di strati e l’uniformità del materiale conferiscono all’edificio un carattere arcaico e al tempo stesso innovativo. Pareti e solai, realizzati in sottili setti di cemento, integrano direttamente le tubature per il riscaldamento e il raffrescamento: la casa diventa così un corpo termoattivo, capace di autoregolarsi.
Il recinto murario dall’esterno invita verso l’ingresso dell’abitazione e prosegue nello spazio interno, che si apre longitudinalmente verso il giardino. Questo ambiente, di oltre dieci metri di altezza, dodici di lunghezza e poco più di tre di larghezza, si configura come una metà vuota dell’abitazione, luogo sospeso tra interno ed esterno, tra casa e giardino. Da questo spazio nevralgico si sviluppa un sistema di due scale sovrapposte, simili a una doppia elica, che conducono alla seconda metà dell’abitazione: sei stanze distribuite su tre piani, affacciate verso i binari. Identiche per superficie, con grandi finestre a nord e aperture per la ventilazione naturale sul lato opposto, le stanze acquistano specificità grazie alle diverse altezze generate dal dislivello delle scale.
Le due rampe definiscono percorsi indipendenti, mai comunicanti, ma sempre adiacenti: una conduce a due stanze sfalsate di mezzo piano, l’altra a una sequenza verticale che culmina nello spazio più alto della casa. Così, pur essendo fisicamente vicine, le stanze appaiono lontane, separate da un principio di discontinuità che è l’elemento più caratterizzante della casa. Il risultato è un’architettura complessa capace di generare relazioni inaspettate. Una casa pensata non solo per rispondere a esigenze attuali, quanto per accogliere condizioni di vita future e ospitare esistenze che ancora non hanno preso forma.