Un complesso residenziale in Svizzera si ispira all’opera di Richard Serra

Partendo dall’esperienza artistica dello scultore statunitense, Mino Caggiula progetta le residenze Blade sul lago di Lugano, fatte di setti verticali in acciaio corten e pareti verdi.

Tradurre la dimensione concettuale dell’arte nel progetto costruito per lasciare un segno sul territorio, in modo misurato e integrato.
È stata questa la grande sfida di Blade, complesso residenziale a Canobbio, in Svizzera. Mino Caggiula, che ha firmato il progetto, ha tratto ispirazione dalle parole del grande scultore e land artist statunitense Richard Serra, che sosteneva: "Considero lo spazio come fosse materia. Cerco di usare la forma scultorea per differenziarlo". Le opere dell’artista americano, costruite con fogli di metallo, instaurano infatti molteplici interazioni con lo spazio e con chi le attraversa, intervenendo come presenza fisica e materiale sulla percezione stessa di ciò che le circonda.

Allo stesso modo, Caggiula ha voluto graffiare il terreno collinare attraverso l’inserimento di lame di acciaio corten curve, posizionate in modo da scavalcare prospetticamente la vista del bosco e su due condurre invece lo sguardo verso il lago di Lugano.
Dalla scala del paesaggio a quella dell’architettura fino all’interior design, queste lame sono il fulcro del progetto. Il loro ampio raggio di curvatura di 220 metri è calcolato in modo che la freccia della corda interna del cerchio non superi 1 mm ogni metro lineare, rendendo così gli spazi interni arredabili. Un ulteriore sistema di lame secondarie divide invece internamente le unità, per definire la diversa configurazione delle ville.

Considero lo spazio come fosse materia. Cerco di usarla la forma scultorea per differenziarlo.

Richard Serra

Le lame sono il segno distintivo del progetto e lo conducono dalla scala del paesaggio a quella dell’architettura fino all’interior design. Foto Paolo Volonté

Il complesso risulta parzialmente ipogeo, per garantire la massima integrazione con il terreno in pendenza. L’impostazione su due livelli genera inoltre ampie terrazze che assumono le dimensioni di veri e propri giardini pensili privati. L’idea è che la copertura dell’unità sottostante possa trasformarsi nel giardino di quella superiore.

La materialità del corten emerge dal paesaggio e identifica i setti, rivestiti sulla toverosud da gelsomini rampicanti, in continuità con le siepi che suddividono i giardini. Il verde è usato come elemento che integra e completa l’architettura: sia orizzontalmente che verticalmente, funziona allo stesso tempo da separazione tra le abitazioni, garantendo la privacy e il legame con il paesaggio circostante. Le ampie vetrate contribuiscono a rafforzare il dialogo tra costruzione e natura, permettendo al paesaggio circostante di riflettersi e amplificando la sua percezione.

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