Lo studio Australiano Baracco+Wright Architects ha in tutti i suoi progetti una sensibilità speciale nel mettere in relazione le condizioni del contesto con quelle dell’architettura. È ciò che si nota anche nel piccolo volume aggiunto all’esterno di una casa costruita a Melbourne negli anni ’80, dal sapore brutalista. All’interno di un lotto dalle dimensioni esigue, lo studio inserisce un manufatto di appena 26 mq, che cerca un dialogo con la precedente solida architettura in cemento, e con il piccolo giardino rigoglioso.
Il nuovo volume ha così una forma semplice, quasi triangolare, con uno spigolo orientato verso la facciata della casa. Il giardino sembra così espandersi e creare dei lunghi cunei verdi che si protendono nel lotto. Al contrario, l’architettura è compatta e regolare, caratterizzata da una trasparenza, data dal vetrocemento, che produce una sintonia con lo spazio circostante.
Se la sua funzione ibrida quella di un garage con uno spazio flessibile, attrezzato anche con un servizio igienico, ciò che riverbera nello spazio è però un senso di leggerezza ed un continuo dialogo con la natura. Questa si specchia, traspare da dentro a fuori, e sfiora l’architettura stessa.

La qualità dell’architettura è così insita nella sua esperienza immersiva: un volume a tutta altezza, con un mezzanino che si distacca dalla facciata. Al suolo, un piccolo basamento si radica al terreno, trovando al piano terra un leggero scavo, con due pietre tagliate come a galleggiare sul pavimento in cemento. Qui una scala semplice, in metallo e legno, conduce al piano rialzato, mentre una luce soffusa completa l'esperienza, tra i riflessi dell’esterno e l’ombra delle foglie.