Un progetto di housing collettivo porta la resistenza dei “luoghi comuni” a Parigi

Plan Común prende posizione per difendere il diritto alla qualità abitativa e allo spazio pubblico dalla mercificazione immobiliare (e valoriale) della città contemporanea.

Per lo studio parigino Plan Común è impossibile fare architettura senza presa di posizione e la città è un'arena dove rivendicare un diritto alla qualità abitativa, alla sostenibilità (sociale, economica, ambientale), allo spazio pubblico (sempre più marginalizzato dalla mercificazione immobiliare che governa la sfera privata) come luogo di identità, relazione e riconciliazione. Un impegno politico che affonda le radici, se vogliamo tracciare un fil rouge nelle polarità culturali tra cui si muove lo studio, in due terreni fertili di sperimentazione: il Cile delle architetture partecipative e a forte impatto sociale come quelle di Alejandro Aravena, da un lato; la Francia dall'altro, con la concezione di spazio come “bene comune” e la poetica della frugalità e della resilienza di realtà come Lacaton & Vassal.

Di questa eredità culturale è figlio “A Common House”, l’intervento residenziale recentemente completato da Plan Común alle porte di Parigi. L’opera si inserisce nel solco tracciato dal progetto di ricerca “Common Places” dello studio: una serie di riflessioni che, attraverso l’elaborazione di prototipi, prefigura una nuova scala valoriale nel disegno urbano, massimizzando il ruolo dello spazio pubblico e delle comunità nel processo attuativo.

L’intervento è un'operazione di ristrutturazione e ampliamento, su un lotto di 15m x 17m accanto al cimitero di Pantin contenente una casa operaia di due piani in forma di L, con lo scopo di ricavare cinque appartamenti. Scartata per ragioni tecnico-costruttive l’ipotesi di prolungamento della casa verso la strada, lo studio ha optato per la demolizione del 60% del volume esistente e la realizzazione di una nuova struttura. 

Plan Común, A Common House, Pantin, Parigi, Francia 2023

Nonostante gli indici urbanistici consentissero una volumetria di quattro piani, lo studio ha scelto di edificarne solo tre in modo da ridurre l’impatto sugli edifici adiacenti e preservare la restante cubatura per gli spazi pubblici, distribuiti a tutti i livelli. Al piano terra un ambiente polifunzionale, accessibile dalla strada attraverso un portone trasparente, mette in continuità questo ingresso col giardino sul retro. La scala in cemento gettato in opera e protetta da una rete metallica conduce ai piani degli appartamenti, dove porte trasparenti introiettano la luce dal percorso distributivo ed enunciano un’ideale continuità tra spazio domestico e comunitario. In copertura, la serra che ospita la cucina e la lavanderia offre un luogo di incontro e una vista privilegiata sul paesaggio periferico dalla terrazza panoramica

Plan Común, A Common House, Pantin, Parigi, Francia 2023

Un lessico orgogliosamente "anti-straordinario" di spazi netti, materiali industriali, tecnologie semplici e funzionali risponde alle esigenze di bilancio e di onestà intellettuale. Uno scheletro a vista in travi e pilastri in cemento e solette in cemento prefabbricate compone la struttura; l’involucro su strada è in mattoni di recupero lasciati a vista mentre il fronte interno, interrotto dal corpo traslucido in policarbonato della scala, è tinteggiato di bianco. La struttura leggera e reversibile in legno e policarbonato della serra in copertura ricorda il fascino anti-grazioso e la volontà di trasparenza etica, oltre che estetica, della Maison Latapie (Floirac, 1993) e della Cité manifeste (Mulhouse, 2005) di Lacaton&Vassal.

Plan Común, A Common House, Pantin, Parigi, Francia 2023

Sfumando i confini tra committenza, progettisti e utenti, attraverso una modalità partecipativa e scostandosi dalle logiche del profitto immobiliare, in “A Common House” lo studio realizza un’operazione di “resistenza” all’imperativo fatale del “produci-consuma-crepa” (salmodiato in Italia dai CCCP) che, traslato negli ecosistemi urbani, dipinge l’architettura come risultato di un processo materialistico e consumistico e chi la vive come passivo e inconsapevole utilizzatore finale.

Progetto architettonico:
Plan Común (Kim Courrèges, Felipe De Ferrari, Sacha Discors, Nissim Haguenauer)
Team di progetto:
Barbara Herschel, Gaspard Basnier, Marion Carvalho, Mariami Kurtishvili, Mascha Arnold, Nils Bieker, Hanna Lindenberg-Kappmeyer
Ingegneria :
MAKE ingénierie (strutture), Qui plus Est (impianti meccanici)
Cliente:
SCI Jack Co.
Costruzione:
La Porta Entreprise (strutture e facciate), Entreprise Delogu (impianti idraulici), Lelo électricité (impianti elettrici), Studiœmile (opere metalliche)

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