Nel paesaggio anonimo di un quartiere di Gondomar, nell’area metropolitana di Porto, la casa progettata dallo studio Fala si staglia come una scultura elementare e complessa allo stesso tempo, che rimanda alla memoria le composizioni geometriche e cromatiche del Neoplasticismo e il loro assemblaggio di forme essenziali e di colori primari e giocosi, senza concessioni all'informale. Un linguaggio espressivo che affonda nell’universo astratto di Kandinskij, con le sue sperimentazioni di traiettorie libere di linee rette e forme curvilinee, e nell’ortogonalità intransigente di Mondrian e del Van Doesburg degli inizi (prima dell’introduzione dell’”esecrata” diagonale) al tempo stesso.
La casa appare dall’esterno come un volume misterioso che cela la sua vocazione abitativa, instillando nell’osservatore il dubbio che possa trattarsi di una galleria d’arte o di una chiesa.

Lo spazio abitativo è il risultato di una serie di intersezioni elaborate che si fonda su tre gesti compositivi essenziali: la maglia ortogonale, la parete curvilinea e il tetto inclinato. L’edificio si adatta alla conformazione irregolare del lotto attraverso una griglia ortogonale rigorosa che ne scandisce la pianta e che configura una chiara distinzione tra lo spazio privato – composto da una scansione ritmica di ambienti che si aprono su strada in una sequenza regolare di aperture – e lo spazio distributivo e comunitario perimetrato da una parete curvilinea traforata da un'unica finestra. Una copertura inclinata che si abbassa sulla strada, come a proteggere l’intimità domestica, e si apre verso l’interno del lotto in prossimità degli ambienti comuni, funge da elemento unificante su cui svettano alcuni volumi “eccezionali”, come la torre parallelepipeda che ospita la lavanderia e il camino triangolare rosa.

All'interno, la tavolozza dei materiali è concisa e ordinata, enfatizzando l’effetto di scarna essenzialità e di luminosità diffusa che si riverbera sulle pareti immacolate, sui pavimenti in legno e sul soffitto in cemento chiaro. Bordi accentuati da strisce di legno scuro rimarcano l’innesto delle superfici, come di piani fluttuanti che si intersecano, traducendo nella tridimensionalità dello spazio abitativo la configurazione bidimensionale dei disegni che ricordano un dipinto concettuale.
- Progetto:
- Casa in tre gesti
- Gruppo di progetto:
- Filipe Magalhães, Ana Luisa Soares, Ahmed Belkhodja, Lera Samovich, Ana Lima, Joana Sendas, João Carlos Lopes, Anna Murisasco, Carina Pannatier
- Consulenti:
- Paulo Sousa (Ingegneria), Mp+Pf (Ingegneria), Mribeiro (Contraente)

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