Un centro d’arte a Kampala nato dall’economia circolare per la comunità

Il nuovo centro per artisti nella capitale ugandese vuole essere un manifesto di fiducia nel futuro, che fa leva sui principi di un’architettura radicalmente locale, sostenibile e comunitaria.  

Dal capestro della colonizzazione, all’indipendenza nel 1962, alla democratizzazione minata e aggredita da colpi di stato, dittature e stragi, la storia dell’Uganda racconta un paese ancora faticosamente alla ricerca di un equilibrio; ma all'interno del quale tutto questo non ha eliminato la capacità di guardare con fiducia al futuro. A dimostrarlo sta il fatto che, in un contesto con problematiche di non facile risoluzione – dalle infrastrutture, all’istruzione, alla sanità – continua ad esistere ed agire un epicentro vivo per l’arte e la cultura, quasi a confermare testardamente che – come diceva l’Idiota di Dostoevskij – “la bellezza salverà il mondo”.
In questa direzione va 32° East | Ugandan Arts Trust, un’organizzazione indipendente che da anni promuove l’arte contemporanea in Uganda, per la quale lo studio londinese New Makers Bureau, che opera da anni con le priorità della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare ha realizzato pro bono una nuova sede, in collaborazione con l’associazione locale Localworks: sostituendo i quattro containers precedentemente impiegati come sede operativa di 32° East, il progetto diventa anche il primo spazio artistico comunitario di Kampala.

Il complesso situato a Kabalagala, un quartiere centrale della capitale, si propone infatti come nodo nevralgico di incontro, scambio e produzione artistica delle comunità creative dell’Africa Orientale: come afferma Teesa Bahana, direttore di 32° East | Ugandan Arts Trust, un luogo “per sognare liberamente, creare senza limitazioni e immaginare nuove possibilità di vivere e lavorare insieme”.

32° East Arts Centre, Kampala, Uganda 2023

Il centro si compone di due corpi ad un piano, disposti a quadrilatero attorno ad una corte centrale che funge da spazio aggregativo principale ed ambiente espositivo all’aperto. Recentemente è stato inaugurato il primo fabbricato che ospita quattro studi d'artista, una biblioteca (l'unica specializzata in arte in Uganda), servizi igienici e un caffè polifunzionale con funzioni di galleria e spazio di lavoro provvisorio in attesa della successiva fase dei lavori. Il secondo edificio, il cui completamento è previsto nel 2024, ospiterà una galleria soppalcata, due studi e quattro alloggi per artisti, uffici, chioschi e un giardino recintato. La presenza di spazi generatori di reddito previsti nella seconda fase – tra cui la caffetteria, i chioschi e gli studi in affitto – presuppone la sostenibilità economico-finanziaria dell’operazione nel corso del tempo.

32° East Arts Centre, Kampala, Uganda 2023

Il progetto è ispirato ai principi dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale ed è un omaggio appassionato alla cultura costruttiva locale, ricca di una consolidata esperienza artigianale in grado di aggirare le pressanti restrizioni economiche. L'edificio è realizzato interamente in materiali locali, leggibili nella nitida stratificazione dei prospetti: sul basamento in pietra arenaria si sovrappongono strati in muratura di terra battuta e mattoni composti dalla ricca terra rossa del sito. Gli architravi in cemento, gettati su lamiera ondulata usualmente impiegata nella zona come materiale da costruzione, rimarcano l’andamento orizzontale delle facciate e separano la parte inferiore dei fronti da quella superiore dove si aprono gelosie e si sviluppano vivaci tessiture materiche. Tutti i materiali di scarto sono stati accuratamente riciclati: le casseforme in legno di eucalipto delle murature sono state riutilizzate per le coperture; i resti delle lavorazioni sono stati reimpiegati per diversi riempimenti o come aggregati.

32° East Arts Centre, Kampala, Uganda 2023

Obiettivo prioritario del progetto è stato garantire il benessere fruitivo in un contesto dal clima tropicale, minimizzando i costi di gestione e manutenzione degli impianti. Al posto di soluzioni meccanizzate sono state adottate tecniche passive funzionali a minimizzare il guadagno solare e incentivare flussi di ventilazione incrociata e illuminazione naturale. La geometria articolata delle coperture con sporti generosi favorisce l’ombreggiamento dei fronti e protegge le murature dalle forte piogge. Le gelosie realizzate con i blocchi in terra battuta e posizionate ad hoc favoriscono i flussi di ventilazione incrociata e l’illuminazione naturale. I vetri sono sostituiti da pannelli schermanti in legno per contrastare l’apporto termico. I sottili lucernari in policarbonato in copertura lasciano filtrare una luce controllata negli ambienti. La presenza di alberature negli spazi aperti favorisce la termoregolazione ambientale, offrendo preziose ombreggiature per la sosta e la socializzazione.

Progetto:
32° East Arts Centre
Capo progetto:
James Hampton
Gruppo di progetto:
James Hampton, Laura Keay
Progettista locale (architettura, ingegneria, impianti e computazione):
Felix Holland, Localworks
Contraente:
Localworks
Committente:
32° East | Ugandan Arts Trust

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