Architettura in fiamme: un rituale per parlare dei cambiamenti climatici

Progettato dallo studio russo Katarsis, un imponente ponte di legno è distrutto attraverso la cerimonia ancestrale del rogo, reinterpretando i tradizionali riti di passaggio fra l’inverno e la primavera.

Questo progetto è apparso in origine su Domus 1057,  aprile 2021.

Il rapporto tra fuoco e architettura non è certo dei più idilliaci. Anzi, possiamo dire che il fuoco è tra i suoi principali nemici, mietendo nel tempo diverse vittime, anche illustri: possiamo passare dal recente caso della Cattedrale Notre Dame de Paris, avvenuto nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2019, al Grande Incendio di Roma, che devastò l’antica città di Roma nel 64 d.C., al tempo dell’imperatore Nerone.

Gli incendi possono però essere considerati dei momenti propedeutici alla rinascita: basti pensare a quello scoppiato nel 1871 a Chicago, che distrusse completamente la città ma divenne una grande opportunità per gli architetti di costruire strutture moderne. Qui nacque infatti il primo grattacielo della storia, l'Home Insurance Building.

Katarsis, Burning Bridges, Nikola-Lenivets, Russia, 2020. Foto Grigoriy Sokolinsky
Katarsis, Burning Bridges, Nikola-Lenivets, Russia, 2020. Foto Grigoriy Sokolinsky

A Nikola-Lenivets, piccolo villaggio in Russia, fuoco e architettura si incontrano ogni anno in occasione del festival Maslenitsa, un evento di rilevanza internazionale che attrae turisti da tutto il mondo. Momento culminante della festa, che ha origini antichissime, è un grande rogo, che viene fatto storicamente per salutare l’inverno e aprire alla bella stagione. Per selezionare l’opera da bruciare, nel 2020 è stato indetto un concorso internazionale, vinto da Katarsis, uno studio di architettura con sede a San Pietroburgo.

“Il senso del progetto è riassunto nel titolo, Burning Bridges (ponti in fiamme): il ponte infatti incarna il cambiamento, sia generale sia personale,” raccontano gli architetti. L’enorme opera di legno, alta 20 metri e lunga 70 metri è stata realizzata insieme a un gruppo di abitanti del villaggio. Il progetto reinterpreta una tradizione antica in chiave contemporanea, mettendo insieme mitologia e architettura. 

Katarsis, Burning Bridges, Nikola-Lenivets, Russia, 2020. Foto Rustam Shagimordanov
Katarsis, Burning Bridges, Nikola-Lenivets, Russia, 2020. Foto Rustam Shagimordanov

Un fattore rilevante (e non scontato) del progetto è quello della sua eco-compatibilità. La struttura principale è formata da legno già infestato da coleotteri della corteccia. Quindi per la sua realizzazione sono stati di fatto ripuliti i boschi locali. Il riempimento dell’opera è invece formato da pallet rotti, scarti di legno e fieno.

L’intenzione principale del progetto è quella di utilizzare questo rito per parlare di temi urgenti di rilevanza globale. Come infatti ci spiegano gli autori del progetto: “Quando ci si trova a poca distanza da un falò alto 80 m, sentendone il calore quasi insopportabile sulla pelle, ci si rende conto di quanto gl’incendi siano potenti e letali. L’evento del rogo si è trasformato in uno spunto di riflessione: è diventato un simbolo di un cambiamento sempre più rapido, invitando tutti gli spettatori a pensare a quanto il futuro globale dipenda da ciascuno noi.” 

Progetto:
Burning Bridges
Architetto:
Katarsis ab
Responsabili del progetto:
Peter Sovetnikov, Vera Stepanskaya
Cliente:
Nikola-Lenivets
Luogo:
Oblast' di Kaluga, Russia
Superficie:
1.120 mq
Completamento:
2020

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