Dalla foresta a Palazzo Miccichè alla scuola di architettura per bambini: Favara rinasce ancora una volta

Grazie alla spinta del South Italy Architecture Festival conclusosi a settembre, gli spazi di Farm Cultural Park si caricano di nuova linfa con ristrutturazioni, inizitive, mostre e una rete di creativi più solida che mai.

Sono esattamente dieci anni che Farm Cultural Park ci gratifica con la sua visione olistica del territorio. “A place that makes you happy”, questo il motto dietro ai celebri interventi di riqualificazione urbana citati perfino dal Guardian in un articolo intitolato Sicily: the art project that saved a town, del 2012. “Da quando c'è Farm Favara è cambiata, in meglio. Anche le persone sono cambiate”, ci racconta un’abitante di questa cittadina siciliana di 32.336 anime in provincia di Agrigento. Di Farm abbiamo già parlato ampiamente su Domus – centro culturale focalizzato su architettura, arte e design, che con la ristrutturazione di sette cortili concatenati nel tessuto semi-diroccato del centro storico è un’attrazione per favaresi e visitatori da tutto il mondo – e la buona notizia è che nel 2020 è più in forma che mai.

Analogique, Human Forest a Palazzo Miccichè, Favara, 2020
Analogique, Human Forest a Palazzo Miccichè, Favara, 2020. Foto Santo Edoardo di Miceli

Tra le novità di quest’anno, in occasione del South Italy Architecture Festival, l’imponente installazione Human Nature a cura di Analogique con Laps Architecture: una foresta piantumata tra le mura antiche di Palazzo Micciché, edificio nobiliare di fine Ottocento restaurato per l’occasione. Con una selezione di oltre un centinaio di piante e una ventina di varietà tra cui edere, palme tropicali, felci, e cespugli vari, Analogique crea un santuario della relazione uomo-natura. “Un artificio che sposta l’attenzione sul ruolo civico degli uomini, i nuovi cittadini-giardinieri, che prendendosi cura dell’immediato intorno stabiliscono un nuovo modo di abitare il pianeta” spiega Dario Felice co-fondatore di Analogique. “È uno spazio di decompressione dalla frenetica routine della città contemporanea, un ambiente d’ispirazione per entrare in sintonia con il mondo che ci circonda”, continua. Il progetto è stato realizzato grazie al know-how di un gruppo multidisciplinare chiamato per l’occasione, tra cui botanici, psicologi, accademici, musicisti e giornalisti. Lo spazio ospita performance audio-visive, talk e concerti.

Charles Landry , “The Art of Creative City Making”,  Favara, 2020. Foto Santo Edoardo di Miceli
Charles Landry , “The Art of Creative City Making”, Favara, 2020. Foto Santo Edoardo di Miceli

Al primo piano di Palazzo Miccichè, “The art of creative city making by Charles Landry” è una mostra-evento curata da Marco Rainò con un progetto grafico e di allestimento firmato da BRH+. Celebra l’impiego dell’immaginazione e della creatività come risorse strategiche cruciali nel processo di cambiamento e rigenerazione delle città. La mostra si apre con un’incredibile raccolta iconografica costruita lungo un arco temporale di quarant’anni e suddivisa per categorie – ad esempio l’impatto delle scritte Coca-Cola sugli arredi urbani di tutto il mondo – e colpisce la restituzione grafica di un’indagine condotta tra i giovani abitanti di Favara sulla propria percezione e gradimento della città. Fare città è apertamente un'azione dal basso, partecipativo e collettivo, dove non predomina un’estetica precostruita ma la fruizione intuitiva degli spazi.

Altra iniziativa di particolare importanza è SOU, la scuola di architettura per bambini, per rendere l'architettura un mondo più famliare. “Oggi abbiamo lavorato sull’empatia” racconta lo psicologo Michele Cannavó. "Tre ore di lavoro con giochi di ogni tipo per formare i bambini ai principi base (o almeno questi dovrebbero essere) del gesto architettonico".

Momenti di attività durante SOU, Scuola di Architettura per Bambini, Favara, 2020. Foto Santo Edoardo di Miceli
Momenti di attività durante SOU, Scuola di Architettura per Bambini, Favara, 2020. Foto Santo Edoardo di Miceli

Il South Italy Architecture Festival, che si è tenuto dal 4 al 19 settembre 2020, è il programma con cui Farm ha vinto, insieme ad altre sei realtà, il bando del Festival dell’Architettura promosso dal Ministero dei Beni Culturali (gli altri vincitori il Comune di Bari, Associazione Open City Roma, Comune di Colle Val d’Elsa, Ordine APPC di Reggio Emilia e Università di Cagliari). Il ricco programma di talk, workshop e performance si è concluso con un intervento di Mario Cucinella e ha dato il via a una nuova serie di riqualificazioni e iniziative visibili in modo permanente.

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