In Ungheria un impianto termale anni ’30 si amplia e diventa acquapark contemplativo

A Debrecen, BORD Architectural Studio ripensa l’architettura dell’acquapark abbandonando gli stereotipi adrenalinici degli ultimi decenni per favorire un’immersione nella natura.

“Un'oasi nascosta, un'oasi chiusa in una scatola nel profondo del bosco”. È così che lo studio di architettura ungherese BORD, primo classificato al concorso per la riqualificazione delle vecchie terme della città di Debrecen, descrive il progetto dell’Aquaticum Waterpark. Sorto all’interno di un’area naturale protetta affiancando gli edifici degli anni ‘30 preesistenti, l’acquapark prende la forma di un parallelepipedo intersecato da muri trasversali in cemento a vista che si circondano di acqua e vegetazione.

L’esperienza dell’acqua è progettata per favorire un contatto fusionale con la natura. Nelle piscine all’aperto, il livello del bordo arriva in continuità con il prato e la vegetazione, regalando un’esperienza immersiva nel verde. Sulle pareti verticali, invece, lo scorrere a cascata è progettato per favorire “l’impressione di un orizzonte d’acqua senza fine”. Sul tetto attrezzato con ombrelloni e lettini per il relax, lo sguardo si perde a vista d’occhio tra le chiome della foresta.

Eppure, a dispetto della volontà di integrazione nell’ecosistema circostante espressa dagli architetti, è negli spazi più artificiali e costruiti che il vasto complesso trova il suo lato più intrigante. Nella spa coperta, le piscine in mosaico color albicocca sono elettrizzate dalla presenza di tubi a neon che disegnano una geometria ritmica sul soffitto. Sulla facciata vetrata, invece, due enigmatiche porte triangolari regalano l’accesso a due trampolini, come per confondere il brivido della vertigine nel gioco di riflessi tra l’acqua e il disegno della parete.

Programma:
Acquapark
Location:
Debrecen, Ungheria
Architetti:
BORD Architectural Studio
Capo progetto:
Péter Bordás
Architetto di coordinamento:
Dalma Kiss
Team di progetto:
Zsolt Belanyi, Robert Gulyas, Noemi Gyarfas, Dorottya Hindy, Anna Illes, Artur Lente, Linda Lente-Papp, Tamas Mezey, Balazs Moser, Gyorgyi Puspoki, Viola Tóth, Istvan Ulmann, Reka Zsolyomi, Kata Zih Garden and Landscape Architecture: Gardenworks - Judit Doma-Tarcsányi, Andre Waldmann, Beatrix Bőcs Mechanical Engineering: BORD Architectural Studio - Zoltán Hollókövi
Ingegneria strutturale:
Hydrastat Mérnöki Iroda - Zsigmond Dezső
Visual Design:
Homologue - Zoltán Ölbey
Mock-up:
Limes Model - Géza Csizmazia
Glass design:
Zsófia Szőnyegi
Graphic Design delle superfici vetrate:
Rotblau Labor
Costruzione:
Hunép Ltd.
Architettura del giardino e del paesaggio:
Gardenworks - Judit Doma-Tarcsányi, Andre Waldmann, Beatrix Bőcs
Ingegnere meccanico:
BORD Architectural Studio - Zoltán Hollókövi

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