12 favole urbane, 12 installazioni, 12 modi di vedere la città (al Matadero)

Ispirata ai racconti distopici di Supertudio, la mostra “Twelve Cautionary Urban Tales” racconta la città da punti di vista differenti.

La Città Astronave, la Città-macchina Abitata, La Città dell’Ordine, La Città del Libro sono alcune delle dodici favole urbane (Twelve Cautionary Tales for Christmas) che nel 1971 Superstudio immaginò sulle pagine della rivista AD #12. Gli architetti fiorentini formulano brevi fantasie distopiche di pianificazione urbana che descrivono come: “la suprema conquista di ventimila anni di civiltà, sangue, sudore e lacrime; l’ultimo rifugio dell’uomo in possesso della verità, libero da contraddizioni, equivoci e indecisioni; totalmente e per sempre pieno della sua propria perfezione.”

“Twelve Cautionary Urban Tales”, la mostra vista dall'alto, Matadero Madrid, 2020

A quasi cinquant’anni dalla nascita di queste visioni, una mostra al centro culturale Matadero, a Madrid, reinterpreta lo spirito di quell’articolo e propone una visione “non su ciò che è la città, ma su ciò che può essere.” Curata dalla critica e curatrice Ethel Baraona Pohl, “Twelve Cautionary Urban Tales” sarà visitabile fino al 19 luglio 2019 (anche se attualmente il Matadero, come la maggior parte dei musei europei, è chiuso a causa del Coronavirus).

“Ispirata dalla potenza narrativa di Superstudio ho invitato 12 studi a raccontare la città da diversi punti di vista,” ci racconta la curatrice, co-fondatrice della casa editrice dpr-barcelona. “Invece di proporre immagini e testi, gli autori coinvolti hanno lavorato a grandi installazioni, che sviluppano concetti – indipendenti da quelli degli architetti radicali – in modo quanto più multidisciplinare e multisensoriale possibile.”

Queering the city: a sono-orientation racconta la crisi ecologica attraverso un'installazione sonora

L’esposizione è concepita come un grande libro di favole, e anche l’allestimento dello studio madrileno Taller de Casqueria segue questo concetto. “Lo spazio è delimitato da un involucro curvo di lamiera ondulata, che rappresenta la copertina rigida dei volumi cartacei. Un percorso consigliato lega le 12 installazioni, che però possono essere viste anche in ordine casuale, come avviene per le raccolte di testi. In una nota introduttiva di Il gioco del Mondo, lo scrittore Julio Cortázar invita i propri lettori di procedere come meglio credono. Così facciamo noi con la mostra,” dice Ethel Baraona Pohl.

“All’esterno dell’involucro-copertina abbiamo posizionato una scala, che permette di guardare la mostra da una prospettiva inedita. È pensata come fosse l’indice del libro, un luogo da cui puoi avere una visione completa e scegliere in quale racconto immergerti.”

Una scala permette di guardare l'esposizione dall'alto. Come l'indice di un libro consente di avere una panoramica sui contenuti proposti

“L’esposizione propone 12 modi di vedere le città. Ma queste sono il frutto della contaminazione reciproca di stili di vita e attitudini diverse. Le installazioni non sono quindi divise rigidamente, ma delimitate da una griglia aperta che lascia che queste si intersecano con suoni, luci, volumi o punti di vista.”

Tra gli invitati ci sono architetti e artisti, autori affermati e emergenti. Lo studio di Barcellona MAIO propone un’abitazione diffusa, considerando la casa come parte di un sistema più ampio in cui i confini tra pubblico e privato, tra urbano e domestico sono sfumati. La piattaforma editoriale Bartlebooth racconta l’architettura attraverso i video musicali dei rapper; la ricerca Kellycorbusier, nata su Instagram (@kellycorbusier), trova una nuova forma con una video installazione che racconta il dietro le quinte delle clip musicali. L’architetto greco Aristide Antonas materializza la sua ricerca sui Protocolli Urbani, con l’installazione Inverted Tents, dei rifugi sospesi e invertiti raccontano la possibilità di abitare luoghi abbandonati e di scarto e introdurre in città nuovi regolamenti e nuovi modelli di vita.

Conclude il percorso espositivo l’installazione Our Happy Life, proposta dal CCA e curata da Francesco Garutti. Questa è “una mostra dentro la mostra”, parte di una ricerca più amplia sviluppata anche in forma di pubblicazione. Il lavoro ruota attorno la nozione di felicità e come questa possa essere quantificata, indicizzata e governata. Questo contributo, oltre a fornire ulteriore qualità all’esposizione, costituisce un raro caso di collaborazione tra due istituzioni.

“È un fatto eccezionale aver creato una sinergia con un altro museo come il CCA. Di solito queste istituzioni competono tra loro per proporre mostre di qualità o per avere il più alto numero di visitatori. Speriamo che questo dialogo possa diventare una pratica consolidata in futuro. Con umiltà e disponibilità, il museo ha ripensato una mostra intera e la ha adattata al nostro framework curatoriale,” afferma Baraona.

L’installazione Our Happy Life, proposta dal CCA e curata da Francesco Garutti

A qualche settimana dalla sua apertura, il mondo occidentale (e non solo) è stato immediatamente proiettato in una realtà che potrebbe benissimo essere il tredicesimo racconto della mostra: città che sono arcipelaghi di spazi privati, in cui è vietato il contatto umano e il normale uso dello spazio pubblico. Oggi “Twelve Cautionary Urban Tales” ci sembra ancora più necessaria di quando l’abbiamo vista con tranquillità negli spazi del Matadero, perché è uno stimolo a immaginarci città e modi di vita alternativi.

La favola, il racconto sono oggi gli strumenti di progetto più potenti, perché, come diceva l'educatore Danilo Dolci, “ciascuno cresce solo se sognato”. Come ci racconta la curatrice: “il nostro lavoro non ha una posizione pessimista né naif sul futuro, ma propone delle visioni reali partendo da questioni contemporanee. Voglio che quando le persone escono dagli spazi espositivi pensino ad agire e che c’è tanto lavoro da fare.”

Mostra:
Twelve Cautionary Urban Tales
Date di apertura:
fino al 19 luglio 2020
A cura di:
Ethel Baraona Pohl in collaborazione con César Reyes Najera
Allestimento:
Taller de Casqueria
Grafica:
Naranjo-Etxeberria
Partecipanti:
Aristide Antonas; Katayoun Arian; MAIO; Clara Nubiola; Traumnovelle; Studio Céline Baumann; Chloé Rutzerveld; Bartlebooth; Merve Bedir, Chong Suen e Sampson Wong; Design Earth; Assemble; CCA
Luogo:
Matadero Madrid
Indirizzo:
plaza de Legazpi 8, Madrid

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