Questa casa ti arriva per posta! In vendita il capolavoro smontabile di Paul Rudolph

La Walker Guest House era nata nel 1953 sulle spiagge di Sanibel, in Florida. Smontabile e modulare, si è già spostata in California ed è pronta per una nuova location, raccontandoci una storia onesta e “leggera” del brutalismo.

Il nome di Paul Rudolph è quello che più di tutti è diventato sinonimo di brutalismo, con opere come l’Art and Architecture Building per l’Università di Yale (dove diresse anche la facoltà di architettura) o la stessa sua casa newyorkese di Beekman place. Ma proprio questo sinonimo ci spiega molto del brutalismo, della sua varietà e dei diversi luoghi comuni che impediscono di vederne la profondità. Come i supporter di questa tendenza non si stancano mai di ripetere, c’è qualcosa di più rispetto al solo cemento a vista, ai gesti audaci e monumentali, ad architetture controverse fin dal giorno dell’inaugurazione, se non da prima. Il brutalismo originario è una onestà – brutale, appunto – dei materiali e del loro funzionamento in architettura, dichiarato e, nei limiti del reale, enfatizzato. 
E c’è un’opera del primo Rudolph, un Rudolph che potremmo definire persino pre-brutalista, che fa da crocevia a questi temi, senza un singolo metro cubo di calcestruzzo a vista.

Progetto Lower Manhattan Expressway / City Corridor (non realizzato), New York, ca. 1967–72, inchiostro su carta da lucido, 54,6 x 76,2 cm. Prints and Photographs Division, Library of Congress.

Progetto Lower Manhattan Expressway / City Corridor (non realizzato), New York, 1972, inchiostro e grafite su carta, 101,6 x 85,1 cm. The Museum of Modern Art, New York, Gift of the Howard Gilman Foundation (1290.2000).

Art and Architecture Building, Yale University, New Haven, 1958, penna e inchiostro, grafite e pellicola di plastica con motivo a mezzatinta su cartone illustrato, 93,6 x 136,2 x 5,1 cm. School of Architecture, Yale University, Manuscripts and Archives, Yale University Library.

Temple Street Parking Garage, New Haven, Connecticut, 1962. Fotografia di Ezra Stoller. Fotografia © Ezra Stoller/Esto, Yossi Milo Gallery.

Walker Guest House, Sanibel Island, Florida, 1952. Fotografia di Ezra Stoller per House Beautiful. Fotografia © Ezra Stoller/Esto, Yossi Milo Gallery.

Rolling Dining Chair, progettata nel 1968, Lucite, acciaio tubolare cromato, 76 h × 72 l × 61 p cm, Paul Rudolph Institute for Modern Architecture. Fotografia di Eileen Travell.

Per capire la Walker Guest House del 1953 come opera brutalista, al di là delle risonanze abbastanza fisiologiche col modernismo statunitense dei suoi anni, è molto utile partire dalla condizione in cui sta andando in vendita proprio ora: costruita infatti la prima volta a Sanibel, Florida, venduta all’asta e inviata in California, in questo momento si trova nuovamente pronta all’acquisto, smontata e impacchettata, collocabile dove meglio riterrà il nuovo acquirente. Assieme a lei, ugualmente spedibili, si possono avere alcuni dei suoi arredi mid-century. È una casa casa-oggetto, leggera, in un certo senso industrializzata, che estetizza il proprio funzionamento senza barocchismi, tranne uno che le vale un soprannome: la struttura è basata su una matrice modulare di circa 2,5 m in ogni dimensione, e il suo spazio interno è definito da pannelli scorrevoli, che ne fanno a seconda delle scelte di chi abita un piccolo guscio oppure uno spazio ibrido, in continuità visuale, e non solo, con il paesaggio tutto intorno. Lo scorrimento dei pannelli è collegato a carrucole azionate da contrappesi sferici, sospesi e ben visibili a metà di ciascuna campata del telaio, quelli da cui proviene il secondo nome della casa, che è “Cannonball House”.

Questa “casa senza casa”, quindi, è interessante perché dice molto del brutalismo, e della storia che di esso e di figure come Paul Rudolph facciamo oggi, ex post. Ma di tutti e tre – casa, architetto, e movimento – la storia si stava già facendo in tempo reale, nel loro “qui e ora” degli anni ‘50: Rudolph ha sempre parlato della Walker Guest House come della sua architettura preferita tra quelle che aveva progettato, e la fortuna critica della casa nei media era stata subito grande, tra diverse pubblicazioni su Progressive Architecture, Architectural Forum e Architectural Record. Anche la grande mostra retrospettiva che il Metropolitan Museum di New York ha dedicato al maestro americano nel 2024 le ha riconosciuto questo ruolo, aggiungendo così a un ritratto monolitico una nota non allineata di leggerezza, più appropriata alla comprensione dell’anima di un’architettura moderna che era già brutalista. 

Immagine di apertura: Paul Rudolph, Walker Guest House. Foto courtesy Brown Harris Stevens.