Il 2023 dell’architettura, raccontato in breve

Dalla Biennale di Lokko all’addio a tre grandissimi come Portoghesi, Doshi e Branzi, dalle inaugurazioni di nuovi edifici a quelli che verranno: un anno di architettura in sintesi, da leggere in 5 minuti.

Ricostruire per pietre miliari ed eventi epocali è quello che sempre si spera di poter fare, anche in architettura: pochi fatti, tutto chiaro, tutto definitivo. Purtroppo, o meglio per fortuna, l’architettura è disciplina che lavora più col tempo che con l’acciaio, quindi anni interi possono spendersi in un grande e poco rumoroso lavorare in vista di momenti prossimi, punteggiato da pochi momenti densissimi di significato.

Non è stato molto distante da questo il 2023 dell’architettura, tra progetti completati dopo più di un turno nei nostri most anticipated (l’Istanbul Modern di Renzo Piano e il cantiere di Oma a Manchester erano quasi proverbiali), altri rimasti ancora nell’elenco, grandi eventi all’orizzonte come Olimpiadi ed Expo, una serie purtroppo non breve di addii, e la tanto anticipata, criticata ed acclamata Biennale di Venezia.

A gennaio ci lascia Balkrishna Doshi, tra le prime figure di “global architect”

Formatosi nella sua terra di nascita, l’India, fin dai primi passi della sua carriera Balkrishna Vithaldas Doshi – Premio Pritzker nel 2018 – ha scritto con la sua traiettoria professionale un capitolo nuovo della storia dell’architettura: quello dell’architetto globale. Tra il 1951 e il 1954 era stato Infatti nello studio di Le Corbusier a Parigi per poi diventare responsabile dei suoi progetti a Chandigarh e Ahmedabad. Continua a leggere

Shigeru Ban ci racconta invece i suoi progetti per i rifugiati in Ucraina

Global architect nel contemporaneo è un'espressione che rimarca il ruolo e la responsabilità di chi progetta rispetto agli eventi che stanno trasformando il pianeta, che lo stanno mettendo in pericolo, come le guerre.  L’architetto giapponese ha racconta a Domus dei progetti umanitari che sta svolgendo nel paese in guerra, dove il suo studio e il Voluntary Architects’ Network si stanno dedicando a un’unità residenziale a basso costo e a un ospedale in Clt per Leopoli. Continua a leggere

Decarbonizzazione, decolonizzazione e futuro: a Venezia arriva la Biennale di Lesley Lokko

Poche le forme costruite e compiute, ma spazio, spazio ovunque, lo spazio e le implicazioni che lo percorrono, la denuncia di presenze ed assenze nel nostro paesaggio visuale e fisico che ne raccontano l’origine, che raccontano chi ha potuto dargli forma e chi no. Una Biennale dove ci si deve sedere molto, si deve ascoltare molto, ci si deve abbandonare molto. Richiede tempo. Un tempo altro e alternativo a quello di una mostra di architettura convenzionale o a quello di un percorso museale. È una serie di incontri. Continua a leggere

Una Biennale che cambia i giochi, non senza sollevare discussioni

“Il programma ambizioso di Lesley Lokko porta a Venezia i temi caldi del momento, ma è carente di approcci propositivi. Una mancanza che fa riflettere sul senso della Biennale e sul ruolo dell’architettura”, scrive in maggio Vittorio Magnago Lampugnani. Continua a leggere

E una Biennale che perde il suo primo curatore, Paolo Portoghesi, padre del postmoderno italiano

Nato a Roma nel 1931, morto a maggio nel 2023, Portoghesi aveva lavorato fin da prestissimo ad un suo posizionamento culturale, accademico, politico attraverso opere – come la Casa Baldi dalle forme di rovina e più tardi la complessa moschea di Roma – scritti, libri e riviste. Nel luglio del 1984, era stato cover star della Domus di Alessandro Mendini, mentre ormai già era riferimento per tutta la cultura architettonica italiana, autore quattro anni prima dell’operazione destinata a scrivere la storia del postmoderno globale: la Strada Novissima della prima Biennale d'architettura a Venezia.  Continua a leggere

Visitiamo con Mario Cucinella il cantiere della Torre Unipol, ultimo tassello, quasi completo, di una Milano trasformata

Manca poco all’apertura dell’ultimo “peso massimo” della più importante operazione urbanistica della Milano degli anni 2000, Porta Nuova. Abbiamo visitato il cantiere accompagnati dal suo progettista. Continua a leggere

Mentre un’altra città si trasforma: Tirana, dove Mvrdv ristruttura la “piramide” di Hoxha


Assieme ad una trasformazione generale dello spazio urbano di TIrana, arriva nel 2023 il progetto di riqualificazione, che vuole restituire alla città un luogo che parli con questa sua nuova identità.

E in ottobre il design resta – come noi – senza Andrea Branzi

Dopo mezzo secolo di un rapporto intenso e prezioso, un’amicizia che aveva regalato a Domus alcune tra le pagine più interessanti, a volte dirompenti e altre volte illuminanti, lungo gli anni, nel marzo 2022 avevamo dedicato ad Andrea Branzi un’immersione nel nostro archivio e nel suo pensiero, che lui stesso era stato felice di leggere. Quando poi nell’ottobre 2023 ci ha lasciati, lo abbiamo ricordato, rituffandoci ancora una volta in quelle pagine, ringraziandolo per 50 anni di strada insieme. Continua a leggere

Arriverà un nuovo Museo Egizio, ma non quello del Cairo: Oma rinnoverà quello di Torino

Il più antico al mondo dedicato all’Antico Egitto si avvicina al suo bicentenario, nel 2024. A Torino, David Gianotten di Oma ha presentato il progetto vincitore del concorso per rinnovarlo. “Il nuovo Museo Egizio sarà ancor più legato alla città e accessibile, in modo da realizzare l’ambizione del museo di promuovere il coinvolgimento del pubblico,” ha dichiarato. Continua a leggere

Intanto si guarda già all’Expo 2025, e Fujimoto inizia la costruzione dell’enorme anello in legno per Osaka

L’architetto giapponese Sou Fujimoto, in collaborazione con Tohata Architects & Engineers e Azusa Sekkei, ha proposto per l’Expo 2025 di Osaka una struttura a tetto verde completamente costruita in legno, che servirà non solo da principale anello di circolazione, ma anche per offrire una vista panoramica dall’alto e proteggere i visitatori dal sole e dalla pioggia. Continua a leggere

Immagine di apertura: Mario Cucinella Architects, Torre UnipolSai, Milano, in corso. Foto © Marco Garofalo

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