Apre il Louvre ad Abu Dhabi: il museo globale progettato da Jean Nouvel

Apre l’11 novembre negli Emirati Arabi il primo dei tre musei collocati nell’isola artificiale di Saadiyat. Le altre architetture museali saranno progettate da Frank O. Gehry e Norman Foster.

Esterni, foto cortesia di Mohamed Somji

Caldo. Afa. Mica come a Parigi. Il cielo è azzurro e polveroso, a causa della sabbia del deserto. È Abu Dhabi, negli Emirati Arabi. E dall’11 novembre prossimo il museo Louvre non sarà più solo quello della Ville Lumière, a un’ora e mezza di aereo dall’Italia. Aprirà i battenti il Louvre Abu Dhabi, progettato Jean Nouvel. Domus 1018 in edicola a novembre dedica la storia di copertina al progetto, raccontandolo nei dettagli. E non sarà il solo museo di stampo occidentale ad arroccarsi nell’Emirato: ci sarà anche il Guggenheim (di Frank O. Gehry) e poi lo Zayed National museum (di Norman Foster). I tre musei saranno collocati su di un’isola culturale appositamente creata, Saadiyat (Isola della Felicità). Il Louvre di Parigi, da qualche anno in crisi di visite – ancora di più dopo gli attentati terroristici – ripensa a un modo di fare girare il denaro: concede il nome e dà in prestito le proprie opere d’arte. Il totale di 738 milioni di euro per la concessione del nome (durerà 30 anni e 6 mesi) e per il prestito di 300 opere per 10 anni. Abu Dhabi diventerà un polo culturale nel medioriente, si imporrà come anello di scambio tra occidente e oriente.

Il progetto del Louvre Abu Dhabi è stato pubblicato su Domus 1018, novembre 2017.

È l’una di un lunedì d’ottobre. Passiamo davanti al Louvre di Abu Dhabi in auto: all’esterno sembra ancora un cantiere, con gli operai che lavorano per le finiture – sì, Jean Nouvel è stato accusato di sfruttare gli operai, ma si è difeso. Il sole non lascia tregua ma non sembra rallentare i lavori. All’interno le opere non sono ancora state affisse. Quello stesso sole gioca un elemento chiave nella struttura del museo che, attraverso un gioco di otto strati di griglie sovrapposte, ricrea una pioggia di luce e l’effetto di 7.850 stelle visibili all'interno e all’esterno. L’idea di Jean Nouvel era di ricreare la luce riflessa dei souk, antichi mercati arabi.

Abu Dhabi, da parte sua, fa un investimento mica da ridere: "Non è il costo del biglietto dei musei che ci farà guadagnare: è un’attrattiva che porta turisti e ricchezza indirettamente", ci spiega una rappresentante del ministero del turismo. E infatti questo poi diventerà una destinazione di vacanza: ci sono resort di lusso, spiagge bianche e dei luoghi Patrimonio dell'Umanità Unesco.

Il Louvre di Abu Dhabi accoglierà dodici sequenze di ventitré esposizioni permanenti e coprirà un periodo storico che va dall’antichità ai giorni nostri. Ci saranno esposte 600 opere d’arte, 300 delle quali fornite dall’Agence France Muséum (riunisce tredici musei tra cui Louvre, D’Orsay, Orangerie). Van Gogh, Leonardo da Vinci, Gustave Caillebotte, Manet, Cazanne, tra gli altri. La disposizione è curiosa e quasi provocatoria per il mondo dell’arte: verranno accostate opere provenienti da tutto il mondo, ma suddivise per genere, con "l’idea di avere un museo a immagine di un mondo globalizzato". Senza suddivisioni geografiche dunque, come vuole la tradizione: l’arte grafica europea verrà accostata a quella giapponese, per esempio. All’esterno sono state commissionate due opere d’arte: una di Jenny Holzer e l’altra dell’italiano Giuseppe Penone. C’è anche un museo per i bambini, appositamente creato per i piccoli, e per coloro che sono sensibili alle nudità presenti nelle opere d'arte. Le quali, fortunatamente, non sono state censurate... ma  pur sempre segnalate da alcuni pannelli informativi. Un compromesso accettabile.

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